Canapa versatile: i suoi tanti utilizzi illustrati durante Canapa Mundi
Uso industriale, tessile, alimentare, oleario, per la cosmesi, settore energetico, bioedilizia, per depurare terreni da metalli pesanti e altre contaminazioni: della Canapa si utilizza tutto, dalle radici alle foglie e infiorescenze, “Amo definirla come il maiale vegetale, non si butta via nulla”, ha rimarcato Mario Rosato, giornalista, che ha aperto la serie di convegni sul tema in occasione di “Canapa Mundi – La fiera che non ti aspetti“, giunta alla III edizione, allestita al Pala Cavicchi di Roma dal 17 al 19 febbraio.
Le caratteristica della pianta utilizzabile e lavorabile secondo termini della Legge 2-12-2016/242 , riguarda la Cannabis Sativa con contenuto complessivo di THC (tetraidrocannabinolo, uno dei maggiori principi attivi della cannabis) che deve essere compreso tra lo 0,2 per cento e lo 0,6. La nuova norma vuole dare vita in Italia a una vera e propria filiera agroindustriale che in questi anni ha già dato grandi segni di vivacità potenziali e di creatività. Già al suo primo articolo, la legge specifica che questa coltura è “in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità, nonché come coltura da impiegare quale possibile sostituto di colture eccedentarie e come coltura da rotazione”.
Per l’Italia, si tratta di un ritorno alla coltivazioni di canapa visto che fino alla seconda Guerra Mondiale ne era il secondo produttore al mondo, attività che era parte integrante della vita agricola, ottimo complemento per ridare vita ai terreni, fabbricare corde, tessuti e quant’altro.
A Canapa Mundi sono giunti espositori da tutto il mondo con le più diverse soluzioni di utilizzo della canapa, dall’edilizia alla farmacologia, stand gastronomici e, non ultima, la birra.
Nel convegno d’apertura (31 quelli programmati), è stato lo stesso Mario Rosato a fissare le precise caratteristiche della pianta, “Semi che contengono sostanze simili al luppolo e fiori che sono sia femminili che maschili. Dal seme il 49% è olio estremamente ricco di Omega3; poi ha il 31% di proteine, 10% di carboidrati, 4% di fibre”. Alto contenuto di Omega 3 ma anche di Omega 6 come e più dell’olio di lino, insieme a sali minerali e vitamine, bassissimo contenuto di grassi e zuccheri, niente glutine nonché antagonista di colesterolo e trigliceridi.
Di prodotti e soluzioni alimentari se ne contano tantissimi, dalle creme spalmabili, alle caramelle, dalle combinazioni con il cioccolato, alle farine per produrre pasta, pane, biscotti, o come complemento a salse e condimenti.
Per l’edilizia, invece, un primo esempio viene dai mattoni fabbricati con un mix di canapa e calce, leggerissimi e perfetti isolanti termici, capaci di assorbire l’umidità eccessiva per rilasciarla poi in stagioni secche.
Dal punto di vista industriale, il fusto della pianta ha il 25 per cento di fibra lunga e altrettanto dell’equivalente corta, contiene il 70 per cento di cellulosa e conferisce al materiale ottenuto da opportuna lavorazione, altissime capacità di resistenza meccanica, tanto da renderlo comparabile alla fibra di vetro. Gli stessi tessuti grezzi da canapa, se trattati, possono diventare molto simili al cotone, estremamente traspiranti e freschi. Dalla canapa si ricava anche la carta da ridurre in fogli molto sottili e resistenti, utilizzata in passato pure per le banconote. Si ottengono anche materiali plastici grazie a polimerizzazione della cellulosa, ma è plastica del tutto biodegradabile.
Le proprietà di questa pianta sono infinite, anche come fonte di biocarburante: la capacità dell’olio combustibile da canapa di non addensarsi a basse temperature, sta facendo considerare negli Usa anche la possibilità di utilizzo nel settore dell’aviazione.
Per l’agricoltura è sorprendente la capacità di decontaminazione dei terreni “grazie alle radici che possono penetrare nel terreno anche per un metro e mezzo di profondità – ha proseguito Rosato – La pianta è stata utilizzata a Chernobyl per un esperimento di fitorisanamento: in breve, la canapa è stata impiantata per farle assorbire il Cesio 137 che era ricaduto al suolo dopo l’incidente alla centrale atomica, esperimento che ha avuto successo ed è stato ampliato”.
La coltivazione e le lavorazioni di questa pianta hanno l’indubbio vantaggio di richiedere minori quantità d’acqua, più o meno come juta e lino. Inoltre la canapa, proprio grazie alla profondità di radicamento, è ottima come dissodante e sovescio nella rotazione delle coltivazioni. C’è da aggiungere che, sul risanamento dei terreni, la canapa è capace di un alto assorbimento delle diossine, mentre sui territori italiani, uno dei progetti di decontaminazione-fitorimediazione riguarda proprio la zona dell’Ilva a Taranto, ma altri anche in Sardegna, Campania, a Porto Marghera nel Veneto.
Inoltre, la pianta cresce molto rapidamente, fino a 10 centimetri al giorno, vince facilmente contro le piante infestanti, quindi nei terreni coltivati non c’è bisogno di diserbanti o altri prodotti a simile azione: questa sua capacità anti-infestanti viene sfruttata anche fra i filari dei vigneti.
Una risposta
[…] Canapicoltura intesa anche come ottimo mezzo per risanare terreni contaminati, pianta estremamente versatile e adattabile a diverse situazioni ambientali, le cui parti sono utilizzabili nei più svariati settori (un esempio fra i possibili a questo link). […]