Hemp Farm Italia: la filiera della canapa ha enormi prospettive
Se è vero che, allo stato attuale, il ritorno economico per un coltivatore che metta a dimora un ettaro di canapa è molto scarso, ciò però deriva dal fatto che la filiera è ancora tutta da costruire; anzi, da ricostruire. Ne è convinto Daniele Di Martino, della Hemp Farm Italia, azienda con sede a Tortoreto (TE) che si propone di valorizzare la biodiversità, mediante la produzione di canapa e quella di antichi cereali autoctoni “antichi”.
Daniele sottolinea: “La parte utilizzabile della canapa – in assenza di stabilimenti di prima lavorazione della parte legnosa e della fibra – si riduce a ben poca cosa, per l’agricoltore. Solo con un indotto che utilizzi la fibra della pianta o solo con un deciso sviluppo del settore delle bioplastiche potremo pensare di far rinascere questa filiera”.
Lo stelo della pianta, una volta raccolta, dovrebbe infatti essere sottoposto a diversi processi di lavorazione: “Lo devi essiccare, frantumare e sfibrare per estrarre il canapulo, cioè la parte interna al fusto della canapa, da cui – tra l’altro – si può ricavare anche materiale da costruzione”.
“Ogni provincia – spiega Daniele – dovrebbe dotarsi di un impianto di trasformazione. Ciò consentirebbe di portare a piena espressione il potenziale di questa coltivazione, gettando le premesse per un modello di sviluppo completamente diverso, anche da un punto di vista dell’impatto ambientale”.
Hemp Farm Italia propone nel proprio assortimento diversi prodotti ricavati dalla canapa, il cui seme integrale dà origine a un olio nutraceutico e a una farina naturalmente priva di glutine. “Unendo la farina di canapa a quella dei nostri antichi grani e ad altri ingredienti tipici del territorio, diamo vita a prodotti non solo buoni da mangiare, ma che raccontano e portano avanti la storia e la biodiversità del nostro territorio”.
In attesa che le attuali difficoltà per la creazione di un indotto vengano risolte, secondo la Hemp Farm Italia ci si potrebbe intanto concentrare “sul seme e sul fiore, creando tante microfiliere a chilometro zero per valorizzare la biodiversità e farne prodotti alimentari, per cui il nostro Paese è già riconosciuto in tutto il mondo per l’eccellenza”.
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