Un’Europa ancora da unire con una legge sull’uso del Cbd
Stati membri ancora in ordine sparso nel Vecchio Continente e confusione nella regolamentazione su una sostanza preziosa dalla canapa industriale. È un’Europa ancora da unire con una legge sull’uso del Cbd (cannabidiolo) nell’ambito di una legislazione comunitaria. L’Eiha, European Industrial Hemp Association, Associazione Europea Canapa Industriale, lancia un appello sulla necessità di una legislazione adeguata e unitaria perché oggi sussiste una sorta di regolamentazione a macchia di leopardo e frammentaria all’interno del Vecchio Continente.
Contrariamente al Thc (tetraidrocannabinolo), il Cbd naturale non è una sostanza psicotropa e non è intossicante (clicca qui per leggere l’articolo sulle sue proprietà). Pertanto, sottolineano dall’Eiha, è corretto e ragionevole che il cannabidiolo non sia oggetto di direttive su stupefacenti o regolamentazioni sulle droghe dei 27 Stati membri (esclusa la Slovacchia) e che non sia limitato da alcuna legislazione dell’Unione Europea.
Come rimarcato dalla stessa associazione, per quanto riguarda gli estratti di canapa contenenti Cbd, la situazione non è così chiara come per il cannabidiolo sostanza pura, perché i primi potrebbero contenere anche Thc, principio psicotropo per eccellenza.
“L’Eiha sostiene lo sviluppo di una legislazione armonizzata in questo campo, necessaria per assicurare la protezione dei consumatori – scrive ancora l’associazione nel suo ultimo rapporto – sostenendo così anche il tasso di crescita a due cifre del settore, attraendo nuovi investitori e incrementando lo sviluppo del prodotto. La legislazione dovrebbe evitare restrizioni per il Cbd e chiarire in maniera unitaria che gli estratti e preparati da canapa industriale non sono stupefacenti per l’UE”.
In più l’associazione si oppone fermamente ai tentativi di poche aziende farmaceutiche che vorrebbero trasformare il Cbd in un farmaco utilizzabile con sola prescrizione, “questo servirebbe solo all’interesse di alcune aziende, mentre danneggerebbe la giovane industria del Cbd. Ci si aspetta che le autorità europee e nazionali non limitino l’uso di detta sostanza ai soli prodotti farmaceutici e a prodotti medicinali. Non vi è inoltre alcuna ragione di regolare con troppo rigore l’accesso al Cbd, a causa della sua vasta gamma di effetti fisiologici benefici e del suo ottimo profilo di sicurezza e tollerabilità”.
Per le possibili diverse dosi e applicazioni del Cbd, l’Eiha propone un regolamento a tre livelli:
- a dosi elevate (più di 200 mg per via orale/giorno ad adulto medio), il cannabidiolo può essere un medicinale, quindi dovrebbe essere regolato come tale;
- a dosi fisiologiche (da 20 a 200 mg per via orale/giorno per un adulto medio) dovrebbe essere considerato come un prodotto Otc (Over The Counter – medicinale da banco, senza ricetta) o come integratore alimentare, approccio già applicato a molte sostanze, come la valeriana, la glucosamina, solfato di condroitina (importante componente strutturale delle cartilagini: unito alla glucosamina è ottimo contro la osteoartrite), Ginkgo Biloba, alcune vitamine e prodotti contenenti ferro;
- per concentrazioni limitate e basse dosi di Cbd (assunzione di meno di 20 mg/giorno per l’adulto medio), dovrebbe essere consentito l’uso senza alcuna restrizione nei prodotti alimentari.
L’Eiha è stata fondata ufficialmente il 23 novembre 2005 e inserita con numero “VR 1397” nel Registro delle associazioni della County Court Brühl (Germania), ma era già attiva a Wolfsburg dal 14 settembre 2000. Sette i membri che fondarono l’European Industrial Hemp Association, provenienti da Gran Bretagna, Paesi Bassi, Germania e Italia, tutti primari trasformatori di canapa (le cosiddette società di separazione della fibra).
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