Scopri il seme di Canapa e quanto bene puo’ farti
Ottime proprietà alimentari, per lo più sconosciute a molti e forse insospettabili: i semi di Canapa sono stati al centro di uno dei tanti convegni tenuti in occasione di Canapa Mundi, Fiera internazionale della canapa giunta alla sua terza edizione a Roma, nella struttura del Pala Cavicchi.
“Semi di canapa: alimenti nuovi o della tradizione? Moda alimentare o super-alimento?“, questo il titolo della relazione svolta da Silvia Volpi (in foto) Biologa nutrizionista, libera professionista a Viterbo, Orvieto, Cesena, dottorato di ricerca in “Genetica e Biologia Cellulare” all’Università degli Studi della Tuscia, master di II livello in “Dietetica e Nutrizione” all’Università degli Studi Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia “Agostino Gemelli” di Roma.
“I semi di canapa hanno una strutturazione che li vede composti al 25-35% di lipidi – ha sottolineato Silvia Volpi – proteine fra il 20 e il 25%, soglia simile per i carboidrati, fibre, per lo più insolubili, vitamine e minerali tra il 10 e il 15%. Il punto si fa molto interessante riguardo i grassi, specialmente per gli acidi grassi essenziali, Omega 6 acido linoleico e Omega 3 acido a-linoleico. Il rapporto fra i due è ottimale, di 3 a 1 contribuendo quindi a un’azione antiinfiammatoria a favore dell’organismo”.
“Gli acidi grassi sono utilizzati dal nostro organismo per dare forma alle membrane cellulari e i grassi polinsaturi danno fluidità alle pareti vascolari – ha spiegato la Volpi – servono a produrre energia quando mancano gli zuccheri, in particolare il DHA è il principale componente del nostro sistema nervoso e della retina”. Da sottolineare l’assenza di glutine.
Fra i grassi polinsaturi l’acido stearidonico (SDA) e il gamma-linolenico (GLA) che hanno presenza variabile a seconda delle tipologie, il secondo usato per trattamento medico di psoriasi e neurodermatosi (le cultivar finlandesi ne sono ricche tanto da essere utilizzate per confezionare oli per il corpo e creme).
“Su venti genotipi della Canapa Sativa L. sono state riscontrate molte varianti sui tratti biochimici – ha proseguito la biologa – Il Can 24 mostra un rapporto Omga6/Omega3 pari a 1,63:1, tratto che non era mai stato osservato prima. Nei genotipi Finola, Can 19, Fedora e Ferimon è stato rilevato il maggior carico di SDA e GLA”.
Da quel che si comprende, le banche genetiche hanno caratteristiche migliori delle cultivar, tanto da poter essere utilizzate per migliorare le cultivar di canapa in aspetti quali la ricchezza in lipidi, in GLA e SDA. Operazione resa possibile per ibridazione e selezione sfruttando la variabilità presente nel germoplasma di canapa.
I benefici sono già rilevanti tanto che con due cucchiaini di olio da semi di canapa, equivalenti a 10 grammi, si soddisfa il fabbisogno giornaliero di acidi grassi polinsaturi.
Clicca qui per un ingrandimento della slide.
Questa tipologia di olio ha una molteplicità di benefici già ampiamente riscontrati: permette di abbassare i livelli ematici di colesterolo totale e Ldl, oltre a un calo del livello dei trigliceridi, consente di diminuire il grado di aggregazione piastrinica, migliorare la salute cardiovascolare, oltre che alleviare i sintomi clinici della dermatite atopica. Gli unici oli a poter competere in proprietà con quello di canapa, sono quello di ribes e quello borragine che non sono per nulla gustosi e gradevoli. L’olio di canapa, invece, con il suo sentore di nocciola, da consumare a crudo per non sciuparne le proprietà, è perfetto per un incontro con il palato.
Clicca qui per un ingrandimento della slide.
“Proprietà antiossidanti spiccate grazie al gamma-tocoferolo che rappresenta il più efficace antiossidante nei lipidi – ha rivelato Silvia Volpi – Inoltre nei semi di canapa è presente una quantità maggiore di fenoli rispetto ai semi di lino. Sali minerali ben presenti: fosforo, ferro, rame, magnesio, singolare il manganese in alte percentuali, tipico antiastenico. Buon apporto di vitamine B2, B3 e B6 e della vitamina A, mentre fra le proteine, il 65% di queste è rappresentato da Edestina”. Quest’ultima è una globulina ricca di acido glutammico e di acido aspartico e povera in lisina, rimarcando che le globuline sono proteine plasmatiche sintetizzate in gran parte dal fegato e dai tessuti linfatici, valido stimolante e aiuto per il sistema immunitario.
Nella canapa sono presenti anche i Fitati nella misura del 5-7% rispetto al 2% della soia: hanno la capacità di rallentare molto l’assorbimento di proteine e minerali. E’ possibile fare un’attenta selezione di cultivar che contengano Fitati in minor quantità, come per le varietà italiane che ne hanno un livello ben più basso rispetto a quelle francesi. Inoltre, l’utilizzo di lievito madre in abbinamento con le farine da semi di canapa, blocca l’azione dei Fitati, dando via libera nell’organismo all’assorbimento dei preziosi elementi contenuti nella canapa.
Un accorgimento per la conservazione dell’olio di canapa e lo sfruttamento totale delle sue proprietà nutraceutiche e gustarne il sapore che richiama la nocciola: deve essere tenuto in frigo anche se la bottiglia non è stata aperta; preferire confezioni non grandi in bottigliette di vetro scuro in quando il liquido degrada nell’arco di pochi mesi.
I semi di canapa, integri o decorticati, sono utili per ricavare il latte di canapa e perfetti in abbinamento a frullati, yogurt, pesto, zuppe, le farine per pane, pasta e prodotti da forno. Unica notazione: i semi di canapa decorticati attualmente in commercio NON provengono da filiera italiana, in quanto non esistono tecnologie idonee, nel nostro Paese, al processo di decorticazione.
Fonte: FreshPlaza
Commenti recenti