Il ruolo dell’olio di semi di canapa nel controllo del colesterolo
Trattare livelli di colesterolo fuori norma senza fare ricorso ai farmaci? Un alleato alimentare esiste, e si chiama olio di semi di canapa. Ne abbiamo parlato con l’endocrinologa e specialista nelle malattie del ricambio d.ssa Antonella Chiechi (in foto), che da circa un decennio sta integrando l’olio di semi di canapa nelle terapie consigliate a pazienti con alterazione lievi o border line nei livelli di colesterolo.
“Non parliamo di un farmaco – sottolinea la dottoressa – né ci riferiamo a casi di ipercolesterolemia franca. Eppure, date le eccezionali proprietà dell’alimento in questione, l’assunzione di olio di semi di canapa, congiuntamente a uno stile di vita sano, costituisce una risposta efficace per ripristinare i normali livelli di colesterolo nel sangue e mantenerli tali”.
Ricco di acidi grassi essenziali – così definiti in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli da solo -Omega& e Omega 3 nel rapporto ottimale di 3:1, l’olio di canapa contiene tra l’altro un 3% di acido γ-linolenico che, regolando le prostaglandine, di riflesso gioca un ruolo in numerose funzioni dell’organismo, tra cui la sintesi dei lipidi.
Nell’olio di semi di canapa troviamo inoltre Vitamina A, E e del gruppo B (tranne la B-12) e proteine quali l’albumina, importante per la sintesi delle immunoglobuline, regolatrici del sistema immunitario. “Non a caso – ci spiega la d.ssa Chiechi – l’olio di canapa viene somministrato ai bambini. Ci sono pediatri che da tempo seguono questa strada”.
Per quanto riguarda nello specifico il trattamento in pazienti con valori di colesterolo lievemente oltre i limiti, Antonella Chiechi consiglia, congiuntamente all’adozione di uno stile di vita sano, una “terapia d’urto”, consistente nell’assunzione di 1 cucchiaio al giorno di olio di semi di canapa per un mese; per ridurre poi l’apporto a 1 cucchiaino al giorno per 6 mesi.
“Ci vuole almeno un lasso di tempo simile per cominciare a vedere i risultati, anche perché l’organismo umano non è come un circuito a interruttori, dove basta premere un tasto per accendere o spegnerne le funzioni. Il fegato, in questi pazienti, deve ricominciare a funzionare correttamente. I risultati sono comunque incoraggianti, con centinaia di persone che sono riuscite a riportare nei limiti il proprio livello di colesterolo”.
Consigli per gli acquisti
Non basta però dire “olio di semi di canapa” per imbattersi nel prodotto giusto. La d.ssa Chiechi ci fornisce alcune indicazioni di massima per una scelta oculata. “Innanzitutto, è bene che il prodotto giunga da Paesi europei, dunque soggetti alle normative vigenti nell’agroalimentare. In secondo luogo, è importante che la spremitura del seme sia stata effettuata a freddo. L’olio di canapa è infatti molto delicato e sensibile alle temperature. Per conservare le sue proprietà nutritive è consigliato consumarlo a crudo. Per prevenirne ossidazione e irrancidimento, una volta acquistato è necessario conservarlo in frigorifero e in bottiglie di vetro scuro”.
Oltre che in casi di alterata colesterolemia, questo prezioso alimento ha avuto riscontri positivi nel trattamenti delle tiroiditi e degli stati infiammatori in genere e, come effetto collaterale comunque benefico, nei casi di stipsi, in quanto olio.
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