Usa, la Hemp Industries Association contro la Dea che equipara cannabinoidi ed estratti da marijuana
La Hia, Hemp Industries Association, associazione di categoria che riunisce diverse realtà legate alla canapicoltura statunitense, rinfaccia alla Dea, la Drug Enforcement Administration, di aver ecceduto con la norma sugli “estratti” dalla pianta. La causa federale intentata dall’organizzazione dei produttori alla IX Corte d’Appello statunitense, si sta scaldando al calor bianco.
Non è chiaro se il tutto sia conseguenza di un’era Trump improvvisamente e inutilmente restrittiva o se l’organismo federale avrebbe agito ugualmente in questo senso.
Cosa è accaduto?
Lo scorso dicembre la Dea ha adottato una regola che applica un codice numerico come sostanza controllata ed “estratto da marijuana” a prodotti che contengono uno o più cannabinoidi, cioè quei composti chimici che si trovano nelle varie specie vegetali della Cannabis Sativa L.
I funzionari dell’agenzia avevano già spiegato che la nuova codifica è il risultato della proposta di regolamentazione messa in moto nel 2011, un iter principalmente di natura amministrativa, che contribuisce ad attivare la ricerca ed è conforme ai trattati internazionali.
Da parte loro, i legali della Hia sottolineano come il nuovo codice violi più leggi danneggiando e deprimendo un mercato di miliardi di dollari.
Secondo quanto ribadito dalla Dea ai produttori di canapa, la nuova regola non rifletterebbe alcun cambiamento nell’iter dei controlli federali. Gli industriali della canapa sostengono il contrario.
Molto chiare le dichiarazioni degli avvocati dell’Hoban Law Group di Denver, rappresentati nella causa federale dell’Hemp Industries Association, delle imprese di Centuria Natural Foods e di RMH Holdings Inc: secondo i legali, il nuovo iter della Dea apre le porte per potenziali azioni di contrasto contro le imprese, in particolare contro i venditori di prodotti a base di derivati della canapa che contengono cannabinoidi.
“La loro regola finale è essenzialmente un’azione di pianificazione mascherata da norma amministrativa”, ha detto l’avvocato Patrick D. Goggin.
Da parte sua Russ Baer, portavoce della Dea, raggiunto dai alcuni giornalisti, ha dichiarato solo che il Dipartimento non discute delle cause in corso, quindi l’organismo federale si trincera nel mutismo più totale.
Nella tesi esposta dagli avvocati che rappresentano i produttori di canapa, si citano esempi di giurisprudenza, testimonianze congressuali e statuti, compresi i Controlled Substances Act, sostenendo che la nuova misura scelta dalla Dea sugli estratti dovrebbe essere invalidata o modificata per rimuovere il fraseggio che indica i cannabinoidi come fattore determinante di un estratto da marijuana “e, di fatto, una sostanza controllata”.
“In questo modo si sta ingiustamente fondendo la ristretta definizione del Csa (ndR: Controlled Substances Act) sulla marijuana con l’intera pianta di canapa – hanno scritto avvocati Goggin, Robert T. Hoban e Garrett O. Graff – Questa definizione di ‘estratto di marihuana’ non riesce del tutto a riflettere la legittimità della canapa industriale e dei cannabinoidi non-THC che ne derivano”.
Secondo le attuali norme Usa, la canapa industriale, con meno dello 0,3 percento in peso di Thc tetrahyrdocannbinol, tipica componente psicoattiva della marijuana, non è considerata come una droga o con tali potenzialità.
Nel 1937 il Marihuana Tax Act e il Controlled Substances Act esclusero il gambo della canapa, fibre, semi e olio, a eccezione della resina. L’intero genere della cannabis non è illegale, ma lo sono altre parti come la marijuana.
Nel 2014, il “Farm Bill” ha ampliato quelle esclusioni distinguendo e separando la canapa industriale” dalla marijuana.
I cannabinoidi non-THC non sono di per sé controllati da trattati internazionali e non sono elencati come sostanze da sottoporre a controlli secondo il Controlled Substances Act.
La Hemp Industries Association (HIA) fondata nel 1994 a Scottsdale, in Arizona, è un’associazione di categoria senza scopo di lucro che rappresenta imprese, agricoltori, ricercatori e investitori che lavorano con la canapa industriale. Come loro stessi si definiscono, sono “in prima linea per un trattamento giusto ed equo della canapa industriale. Dal 1994, la HIA si è dedicata alla formazione, allo sviluppo industriale, all’espansione accelerata dell’offerta del mercato mondiale della canapa e della sua domanda”.
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