Green Built e le sue HempHome, piccole-grandi case in canapa da un’idea statunitense
Dieci anni di storia per la Green Built e le sue HempHome, un decennio per l’azienda statunitense che ha messo in campo soluzioni naturali per la costruzione di case in canapa come alloggio definitivo o rifugi temporanei.
La scelta è caduta su elementi che vedono l’utilizzo di canapa e calce insieme.
Come sottolineano alla Green Built fondata da Jim Savage (ex analista di Wall Street), la “canapa fornisce l’isolamento, una regolazione autonoma della temperatura e dell’umidità, mentre il legante a base di calce è antagonista della muffa e non permette l’attecchimento di parassiti, per esempio insetti e topi, visto che il valore di ph che caratterizza il materiale è più alto” (vedi precedente articolo sul binomio canapa-lana).
Il binomio canapa-calce senza derivati dal petrolio o additivi chimici, è sia biodegradabile che riciclabile. In più, un edificio realizzato con questi materiali, grazie anche a pannelli coibentati strutturali, continua ad assorbire carbonio per almeno un centinaio di anni.
Sulle qualità e possibilità di un sistema edilizio di questo tipo, Canapa Oggi ha avuto modo di raccontare un’esperienza d’eccellenza tutta italiana, quella della pugliese Madeinterra che sta applicando il materiale a tecniche storiche da sempre vincenti, con un nuovo studio sugli antichi documenti di Vitruvio.
Esempio di progetto realizzato dalla Green Built è la “Tiny+”: prima casa modulare con elementi prefabbricati, progettata e costruita dall’azienda senza l’utilizzo di derivati da combustibili fossili. Con una campagna di raccolta fondi Kickstarter si sta provvedendo all’edificazione. Bisogna pensare infatti che l’idea di casa naturale, energeticamente sostenibile grazie alla canapa, è venuta in mente a Savage dopo i disastri dell’uragano Katrina e del terremoto di Haiti: serviva una soluzione rapida ed estremamente efficiente.
Il pensiero va immediatamente alle aree italiane devastate dal terremoto.
La Tiny+ ha un tetto con una copertura in prato verde per limitare i danni di forti acquazzoni e moltiplicare l’effetto isolante del materiale collocato negli strati inferiori. Mura di circa 30 centimetri di spessore – come deciso per Green Built; le sue HempHome costituiscono una soluzione abitativa che, oltre alle caratteristiche sopra descritte, ha un’ottima resistenza al fuoco e alla furia degli eventi naturali. Una parte della casa vede l’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la produzione di acqua calda ed elettricità. Finestre a triplo strato, per un ottimo isolamento termico. Infine, ventilazione a recupero di calore per il ricambio d’aria all’interno dell’appartamento.
Savage scoprì le proprietà dei mattoni in canapa mentre stava ristrutturando la sua casa colonica del 1850, a Stuyvesant. Durante i lavori, un idraulico commise un errore che causò forti perdite d’acqua dai tetti di due camere, solo una isolata ed edificata in maniera tradizionale. Fu quest’ultima ad avere bisogno di una nuova ristrutturazione, mentre l’altra, dove erano stati utilizzati mattoni in canapa, si asciugò in pochi giorni senza mostrare danni all’ambiente con il timore iniziale di perdere il soffitto anche in questa stanza: al contrario, rimase del tutto solido. Il materiale bioedile sembrò “guarire” senza compromettere la staticità e la copertura di una parte del casale.
La Green Built e le sue HempHome sembrano destinati ad avere un grande mercato. La Tiny+ sarà la prima casa modulare in canapa, sottolineano nell’azienda, ad ottenere le certificazioni del Passive House Institute che ha sede a Darmstadt, in Germania e del Living Building Challenge dall’International Living Future Institute con le sue sedi statunitensi a Seattle e a Portland.
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