“Lazio Canapa”, semina della canapa su 19 ettari tra Sezze, Ardea e altre località del Lazio
“Panis vita, vinum laetitia, cannabis protectio”. Con questo motto si presenta l’Associazione Lazio Canapa con sede a Prossedi, in provincia di Latina. Proprio con la semina della canapa a Sezze, Ardea e in altre località del Lazio, per un totale di 19 ettari, la stessa associazione ha dato il via operativo al suo progetto di diffusione della canapicoltura.
Il motto dell’Associazione, che tradotto in italiano sta per “il pane è vita, la canapas protezione e il vino allegria”, proviene da più lontano, da Bologna, ed è una leggera rivisitazione di quanto affrescato sull’antica volta dei portici all’angolo fra via dell’Indipendenza e via Rizzoli, frase che indica come nel passato la città emiliana dovesse molta della sua ricchezza proprio alla canapa.
Stesso passato produttivo di prim’ordine per moltissime aree geografiche italiane, da qui la volontà di Lazio Canapa nel voler riportare questa coltura nella parte meridionale del Lazio, grazie anche alla nuova situazione normativa che da gennaio 2017 ha visto l’entrata in vigore della legge nazionale 242 e subito dopo dell’apposita legge della Regione Lazio, entrambe mirate alla valorizzazione e allo sviluppo della filiera della canapa.
Lazio Canapa è guidata dall’ingegnere Yuri Vani nella veste di presidente, poi Elena Tzimopoulou come vicepresidente e, a seguire, i consiglieri Costantino di Pietrantonio (tesoriere), Giuliano Pieroni e Paolo Vani, senza contare i consulenti legali e professionali del sodalizio.
L’Associazione ha intenzione di creare un nuovo mercato, dando vita a una filiera locale-regionale legata alla coltivazione e alla trasformazione della canapa, un progetto che coinvolge contadini, produttori, aziende, università. In quest’ultimo caso è già stato già stipulato un accordo con il Ce.R.S.I.Te.S. (Centro di Ricerche e Servizi per l’Innovazione Tecnologica Sostenibile) dell’Università La Sapienza di Roma, che ha sede di Latina ed è guidato dal professore Giuseppe Bonifazi.
Naturalmente non manca la necessaria concertazione con le istituzioni: nessuno sforzo deve essere lasciato al caso, per fare in modo che questa azione di sviluppo non tralasci nessun aspetto come il progresso tecnologico, scientifico, legislativo e culturale necessari a dare vita a una filiera dinamica, ricca di idee imprenditoriali e utili a uno sbocco sui mercati. Fra le finalità del sodalizio è presente quella di sviluppare la ricerca sulla canapicoltura che ha spiccate caratteristiche “per la salvaguardia dell’ambiente delle condizioni di vita e di lavoro per l’uomo”.
Visto che fra i comparti più promettenti per la canapa sta proprio il settore della bioedilizia, ecco siglato un accordo di partnership fra Lazio Canapa e il Gruppo Schina di Colleferro, leader nel settore industriale per manufatti in conglomerati cementizi e bituminosi.
Con questa semina vanno in sperimentazione diverse varietà di Canapa, Futura 75, Fedora 17 e Uso 31 per comprendere quali si adattano meglio alle condizioni pedoclimatiche del Lazio e alle necessità di produzione a seconda della destinazione ultima del prodotto.
La semina e l’inizio della canapicoltura, passa quindi per appezzamenti in provincia di Latina, Roma e Viterbo: 8 ettari sia a Segni che a Nepi, varietà Futura 75, dedicati alla produzione di semi destinati a olio e farina e una filiera di trasformatori artigianali; 2 ettari ad Ardea; un ettaro e mezzo a Latina per la produzione finale di oli essenziali; un ultimo mezzo ettaro a Sezze Scalo per portare avanti una sperimentazione di produzione dedicata al settore farmaceutico con attenzione al Cannabidiolo CBD; altro mezzo ettaro a Prossedi con vocazione sperimentale.
Fra settembre e novembre 2017, la raccolta e la trasformazione della materia prima in olio e farine come primo step.
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