Il CBD velocizza la ricomposizione delle fratture ossee e rende più tenace il tessuto riparato
Non dovrebbe sorprendere ulteriormente la scoperta quasi quotidiana delle proprietà della canapa, eppure ci sono continui elementi di novità. Il cannabidiolo CBD velocizza la ricomposizione delle fratture ossee secondo lo studio condotto dal Bone Laboratory della Hebrew University di Gerusalemme.
La ricerca ondotta in Israele proprio sulle proprietà della cannabis è andata molto avanti lungo la rotta delle proprietà medicinali e terapeutiche, tanto che esistono continui contatti e interscambi con istituti di ricerca mondiali e italiani. Basta pensare al caso dell’Università di Camerino, del professore Massimo Nabissi (leggi le novità della ricerca in questo articolo) e del suo gruppo di Patologia ed Immunologia della Scuola del Farmaco e dei Prodotti della Salute e la realtà del suo laboratorio nell’Ateneo.
Adesso arriva una nuova conferma pubblicata sul Journal of Bone and Mineral Research dell’Asbmr, l’American Society for Bone and Mineral Research. La rivista mensile Jbmr, la più quotata del settore, pubblica manoscritti originali altamente competitivi, recensioni e articoli speciali sulla scienza di base e clinica relativa a ossa, muscoli e metabolismo minerale.
Lo studio vede coinvolti 18 ricercatori fra Israele, Svizzera e Svezia, primi firmatari Natalya M Kogan, Eitan Melamed, Elad Wasserman, rispettivamente del Laboratorio Osseo – Università Ebraica di Gerusalemme, del Dipartimento di Anatomia e Antropologia – Sackler Facoltà di Medicina, Università di Tel Aviv e dell’Institute for Drug Research – Università Ebraica Gerusalemme.
Come spiegano nella ricerca, l’effetto benefico è legato esclusivamente all’elemento non psicotropo della cannabis, come ribadito anche dal titolo dello studio: “Cannabidiol, a Major Non-Psychotropic Cannabis Constituent Enhances Fracture Healing and Stimulates Lysyl Hydroxylase Activity in Osteoblasts”.
Il pool di ricercatori sottolinea come fin dalla sua scoperta, quasi un decennio fa, l’effetto del cannabinoide sul sistema scheletrico ha attirato molta attenzione proprio per le sue potenzialità.
Nella sperimentazione fatta su tre diversi gruppi di ratti, in particolare sui femori dei roditori, gli scienziati hanno osservato come il CBD abbia notevolmente migliorato le proprietà biomeccaniche delle ossa fratturate in fase di guarigione dopo 8 settimane, quando la maggior parte del callo osseo cartilagineo è stato sostituito dall’osso.
Il CBD velocizza la ricomposizione delle fratture ossee, ma i miglioramenti vanno ben oltre e consistono in aumenti di circa il 35% sul carico massimo e del 50% sullo sforzo necessario fino a rottura (energia necessaria per provocare una frattura), il tutto senza alcun effetto significativo sulla rigidità.
La cosa è stata comparata con trattamenti a base di THC e di VEH (veicolo etanolo/emulphor/salino) e nessuno di questi due elementi è stato capace di far raggiungere alle ossa lo stesso livello di tenacia e maggiore resistenza ottenuti con il CBD. Col trattamento non c’è aumento di peso corporeo.
I ricercatori hanno poi provato una combinazione di CBD e THC per vederne l’effetto sul processo di guarigione su una frattura ossea: questa verifica ha fatto rilevare una maggiore rigidità e forza massima dell’osso, ma ha eliminato l’incremento della resistenza fino al punto di rottura indotto dal solo CBD dopo otto settimane.
Fra le conclusioni importanti della pubblicazione, “lo studio dimostra una specifica indotta dal CBD con aumento della forza callo osseo e della tenacità, molto probabilmente attraverso un effetto sulla formazione osteoblastica dell’osso (formazione dell’osteoblasto, tessuto connettivo osseo), perché questa stimolazione era evidente solo durante le fasi tardive di guarigione, quando prevale l’osteogenesi (processo di formazione delle ossa), anziché la condrogenesi (processo di formazione di tessuto cartilagineo)”.
“Dimostriamo ulteriormente la probabilità che il rafforzamento indotto dal CBD – scrivono ancora – è mediato da enzimi che catalizzano la reticolazione del collagene implicando per la prima volta un ruolo di questi stessi enzimi nella guarigione delle fratture”.
Se il CBD velocizza la ricomposizione delle fratture ossee, è stata rilevata anche una chiara inibizione dei processi di degrado dei tessuti.
Adesso si pensa alla programmazione della fase clinica su pazienti con fratture o affetti da osteoporosi e altre malattie degenerative delle ossa.
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