Firenze, si punta a triplicare la produzione di cannabis terapeutica italiana, da 100 a 300 chili l’anno
L’insufficienza della produzione nostrana di canapa destinata alle cure mediche è fatto più che noto. Si punta a triplicare la produzione di cannabis terapeutica italiana dagli attuali 100 chili ai 300 l’anno, come sottolineato da Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla Salute per la Regione Toscana. Dal 2014 a oggi l’impiego terapeutico in Italia si è decuplicato.
Dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze in via Reginaldo Giuliani 201, come evidenziato anche durante uno dei convegni di approfondimento alla recente Fiera Internazionale Indica Sativa Trade di Bologna, viene prodotto farmaco che può riuscire a soddisfare il fabbisogno della sola Toscana o poco più.
Situazione del tutto insoddisfacente che porta a una forte dipendenza dall’estero.
L’importazione e l’acquisto di prodotto avviene principalmente dall’Olanda che rende disponibili diverse tipologie di farmaci a seconda della percentuale di principi attivi presenti nel composto e del formato.
Sembra quindi che qualcosa si stia muovendo per moltiplicare la produzione italiana di FM2 (Cannabis infiorescenze macinato flacone da 5g), il prodotto nostrano.
Nei giorni scorsi la stessa struttura di produzione, l’unica autorizzata in Italia per questo tipo di coltura e preparazione di cannabis terapeutica, ha organizzato una giornata aperta, un’open day rivolto a operatori della medicina, ricercatori universitari, farmacisti e a giornalisti per assistere alle fasi iniziali di taglio e lavorazione della pianta che partono proprio in questi giorni con il nuovo raccolto.
L’incontro è iniziato con i saluti del colonnello Antonio Medica, direttore dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, dell’ingegnere Giancarlo Anselmino, direttore generale Agenzia Industrie Difesa e della dottoressa Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla Salute, al Welfare e all’Integrazione socio-sanitaria della Regione Toscana.
“Ora qui se ne producono 100 chili, ma la richiesta è maggiore e l’obiettivo è di aumentare a 300 chili l’anno – ha detto l’assessore Stefania Saccardi – E il fatto che la cannabis venga prodotta qui al Farmaceutico Militare è una garanzia di qualità sul farmaco che viene distribuito e sul quale costantemente continuiamo a fare ricerca per migliorarne la qualità”.
“Per primi in Toscana abbiamo legiferato su questo tema, nel 2012 e ringrazio Enzo Brogi, che è qui presente e che è stato l’estensore della legge – ha concluso la Saccardi – Una legge che precorreva i tempi. A seguito di quella legge, il luogo identificato per la produzione della cannabis farmaceutica è stato lo Stabilimento chimico farmaceutico militare. Un motivo di grande soddisfazione e orgoglio per Firenze e la Toscana”.
Conferma sull’aumento di produzione è arrivata anche dal direttore dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare: “Abbiamo già predisposto nuove serre per arrivare a 300 chili – ha spiegato il colonnello Antonio Medica – adesso deve essere previsto un lieve aumento dell’investimento iniziale di un milione di euro. Nel 2014 il quantitativo di Cannabis impiegata ogni anno era di circa 20-30 chilogrammi, ad oggi si parla di circa 250, grazie ai risultati terapeutici. È in itinere un decreto legge che inserisce la Cannabis nella tariffa nazionale, un elenco di principi attivi che hanno un prezzo imposto, al quale il farmacista deve attenersi”.
Nell’Istituto operano due serre o camere di crescita, ognuna predisposta per 140 piante. Altre 10 camere sono già state assemblate aggiungendo oltre un migliaio di piante: devono solo essere attrezzate per la coltivazione. Nei progetti ci sono altre 16 serre.
Nell’ambito della cannabis terapeutica si inserisce anche il CRA-CIN, Centro di ricerca per le colture industriali, a Rovigo, posto sotto la vigilanza del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ben noto per la ricerca anche in campo farmacologico, con sguardo particolare alla canapa (seguita anche per il settore agricoltura e alimentare), tanto da aver avviato fin dall’inizio la collaborazione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare iniziando già dal 2015 con la selezione delle piante da utilizzare per la produzione.
Riguardo alla realtà toscana, le aziende ospedaliero-universitarie di Careggi e di Pisa sono due dei maggiori centri prescrittori italiani di terapie a base di cannabis, attraverso queste trutture appare evidente che la tendenza è ancora in crescita ma, oltre alla professionalità degli operatori, la situazione locale è anche conseguenza logica e inevitabile della vicinanza al centro di produzione italiano.
L’incontro all’impianto militare di produzione è stato sfruttato per fare un riassunto sulle capacità di azione e utilizzo della cannabis, le affezioni che ne diventano il bersaglio: il morbo di Crohn e il glaucoma, il trattamento dei dolori cronici e neuropatici o di quelli derivanti da altre patologie come cancro, Sla, sclerosi multipla, alcune forme di dolore cronico refrattario di origine reumatologica come per la fibromialgia e diverse neuropatie, senza dimenticare la stimolazione dell’appetito nei pazienti colpiti dall’Aids.
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