Energie rinnovabili e canapa, il Conn Center dell’Università di Louisville semina e traccia nuove frontiere della ricerca
Energie rinnovabili e canapa: negli Stati Uniti la ricerca continua a tappe forzate. Il Conn Center for Renewable Energy Research dell’Università di Louisville, nello stato del Kentucky, ha deciso di piantare due varietà di canapa e piante di Hibiscus cannabinus, più comunemente chiamato Kenaf o Canapa Deccan.
Lo scopo è di dimostrare che la piantagione può dare vita a vere e proprie colture energetiche, sostenendo la ricerca su biocarburanti e utilizzando piante coltivate nel Kentucky nell’ambito del programma sulla canapa industriale: una ricerca pilota dello stato nordamericano riguardante l’agricoltura.
Per quanto riguarda il 2017, i ricercatori del Conn Center stanno analizzando in maniera specifica canapa e kenaf per trovare il modo di soddisfare le esigenze energetiche, definire nuovi mercati, essere una fonte di sostituzione delle fibre, i biocarburanti e altri prodotti chimici. Per precisare, il Kenaf è una pianta originaria dell’Africa centro-orientale e dell’Asia meridionale utilizzata genericamente per la produzione fibra.
“Il Conn Center continua a esaminare il potenziale di possibili e inusuali risposte alle nuove domande su energie rinnovabili – ha detto Greg Postel, presidente ad interim dell’ dell’Università di Louisville – Il nostro Ateneo è orgoglioso nella capacità della nostra facoltà e dei nostri ricercatori di innovare utilizzando le risorse locali per il bene dello Stato. Dà alla gente speranza per il futuro”.
Nel team di studio e ricerca per le energie rinnovabili e canapa, Jagannadh Satyavolu, leader del Conn Center per il ramo dei biocarburanti e la conversione a biomasse. Satyavolu lavora con Noppadon Sathitsuksanoh, assistente professore di ingegneria chimica completando la squadra con studenti universitari e laureati con l’intento di trovare l’utilizzo migliore per il nucleo interno del gambo della pianta di canapa, sottoprodotto dopo la rimozione delle fibre esterne.
Proprio il nucleo interno del fusto ha un grande potenziale per l’uso in combustibili, prodotti chimici e polimeri. Quattro le facoltà universitarie coinvolte in questo lavoro.
“Siamo stati sorpresi da questa direzione della ricerca – ha detto Hank Conn, benefattore del centro nonché membro del consiglio – Tante persone hanno espresso il loro sostegno, in particolare gli studenti. Vogliono davvero vedere il vasto potenziale della canapa industriale e delle colture correlate per fornire un’economia rivitalizzata che potrebbe essere senza precedenti per lo Stato. È quello che abbiamo sempre sperato di fare ispirando generazioni future”.
Il supporto al centro di ricerca giunge da Hank e Rebecca Conn che riconoscono il valore di questi studi per stimolare la bioeconomia. Ad oggi il Conn Center for Renewable Energy Research sta portando avanti una ricerca che segue tre rotte diverse per la conversione della canapa in energia:
- convertire la canapa in carboni ad alto valore, funzionalizzati, con applicazioni quali supporti di catalizzatore e di conservazione dell’energia;
- trasformazione dell’olio di semi di canapa in resine biocompatibili per impianti medici ricavati da stampa 3D;
- estrarre zuccheri dalla canapa e convertirli in additivi diesel e in altre sostanze chimiche con forte valore aggiunto e caratteristiche innovative.
(con contributo da The Lane Report)
Commenti recenti