Canapa: Viterbo e Saracinesco futuri poli laziali per la trasformazione. Tempi ancora da definire
Due proposte per la trasformazione della canapa nel Lazio; due ipotesi per impianti che dovranno essere esaminate. Prima però si deve attendere il regolamento regionale che fa capo alla nuova legge della Regione Lazio sulla filiera della canapa e ci vorranno circa 60 giorni. Viterbo e Saracinesco potrebbero diventare i futuri poli laziali per la trasformazione della canapa, ma con tempi ancora da definire, si spera non troppo lunghi, dettati da procedure burocratico-tecniche. Sempre abbia esito felice l’esame dei due progetti.
A descrivere la situazione è Carlo Hausmann, assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio.
Prima trasformazione della canapa e sua lavorazione: oggi è fortemente limitata in Italia per la presenza di due sole centrali, una a Nord, in Piemonte, l’altra in Puglia. Insufficienti per lo sviluppo nazionale della filiera.
Sui sistemi produttivi legati alla canapa, l’assessore Hausmann pose già un quesito durante l’incontro-convegno dedicato alla canapa industriale (leggi l’articolo) dello scorso 17 marzo 2017 nell’Aula Magna del Dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco dell’Università La Sapienza di Roma: “È sempre necessario avere delle strutture centralizzate di trasformazione o ci sono alcune cose che le aziende possono fare da sole, già all’interno del loro ciclo produttivo?“.
Ci sono situazioni che richiedono strutture di riferimento e che la capillarizzazione delle funzioni non può aiutare, come detto dallo stesso Hausmann prendendo ad esempio il caso della bioedilizia, che ha bisogno di impianti di trasformazione centralizzati.
Viterbo e Saracinesco futuri poli laziali per la trasformazione, dunque? Ecco entrare in campo due proposte distinte, anche per natura e predisposizione.
“La prima fa capo a Viterbo, nell’ex tabacchificio che è di proprietà dell’Arsial. Struttura di grande importanza e capacità – sottolinea l’assessore Hausmann – Per la definizione particolareggiata del progetto stesso, e per la sua presentazione definitiva, Viterbo deve ancora decidere quanto è grande il bacino di autoapprovvigionamento della canapa: si sta facendo la rete di imprese, dipenderà tutto dalla somma dei soci”.
“Altra cosa, invece, il polo di trasformazione nell’ambito territoriale del Comune di Saracinesco/Valle dell’Aniene, basato su un’iniziativa privata – prosegue l’assessore regionale – Questa sarà una realtà molto più piccola, ma più polivalente. Tanto per Saracinesco come per la struttura di Viterbo, dobbiamo attendere l’emanazione del regolamento regionale riferito alla legge sulla filiera della canapa e ci vorranno circa due mesi. Intanto l’Arsial in particolare sta lavorando sulle due proposte”.
Per fare luce sulla struttura di Viterbo, l’ex Tabacchificio, si tratta di un antico stabilimento per la lavorazione, appunto, del tabacco, un impianto che insiste su un’estensione di 20.765 metri quadrati e che si trova sulla Strada Tuscanese.
Come descritto da un documento Arsial del giugno 2015 che, all’epoca, intendeva cedere alcune proprietà immobiliari (compreso questo stabilimento), l’opificio comprende un capannone di 1.100 metri quadrati interni, un altro di 1.300, due locali rispettivamente da 226 e 147 metri quadri, una palazzina per uffici composta da quattro vani e servizi, infine l’abitazione del custode con cinque stanze e servizi.
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