La così chiamata “marijuana light” (ma è canapa, non maria) piace agli over 35 che ne fanno un nuovo ordine ogni 30 secondi
La Legge italiana non è molto chiara su questo punto, l’unico cardine stabilito è che il contenuto di THC, il principio psicotropo, non deve andare oltre lo 0,6 per cento in campo e nel prodotto finale non oltre lo 0,2. Sotto questo punto quella cosiddetta “legale” ne ha ancora meno (0,091 per cento durante le verifiche) così la canapa (non marijuana) light piace agli over 35 che ne fanno un nuovo ordine ogni 30 secondi.
Questo il punto fermo, non è la marijuana comunemente intesa in senso negativo, quella usata per “sballare”. È un prodotto del tutto diverso.
La “marijuana” light (termine generalizzato e molto usato, ma non corretto) piace agli over 35, una clientela-tipo che dà il segno di questa diversità: nella quasi totalità si informano (fino a oggi con oltre 300.000 interazioni web e messaggi) interpellando i produttori di EasyJoint, realtà emiliana di Parma (Borgo Pietro Cocconi 8) che in Italia ha precorso i tempi vendendo la “Eletta Campana”, cannabis legalizzata. Tutti chiedono lumi sugli effetti antiepilettici, antiossidanti, antinfiammatori, antipsicotici, miorilassanti, tranquillanti, poi procedono all’acquisto.
Il Cbd o Cannabidiolo, noto per le proprietà miorilassanti e antinfiammatorie, arriva in questo caso al 4 per cento. La coltura viene portata avanti con metodi biologici, raccolta a mano e in campo aperto.
Sono giunti così tanti ordini online che ha costretto la casa produttrice a sospendere l’enorme volume di contrattazioni tramite web per riorganizzarsi. È il fenomeno del momento, ne parlano testate nazionali e locali, si moltiplicano i punti vendita e gli ordini di EasyJoint.
“A oggi già circa cento negozi in tutta Italia la stanno vendendo – dicono dall’azienda – le richieste sono così elevate che abbiamo dovuto costituire una società, assumere dei dipendenti e bloccare la vendita online perché non riuscivamo a gestirla”.
EasyJoint è definibile come unione progettuale della parmense Canapaio Ducale e della marchigiana L’Erbavoglio.
Tantissime vendite nei negozi con picchi di mille clienti l’ora, 20.000 barattoli venduti al 13 giugno (vasetti con fiori carichi di semi, 8 o 10 grammi di prodotto) a trenta giorni dalla presentazione all’Indica Sativa Trade di Bologna, occasione in cui EasyJoint si è aggiudicato il primo premio come miglior prodotto.
Due le possibilità oggi: EasyJoint® l’Originale contenente infiorescenze di canapa femminili ad alto tasso di CBD, ma anche EasyJoint® Special Blend, miscela di infiorescenze femminili di canapa sativa (da tre varietà: Futura 75, Finola e Fedora).
Tra i tanti punti vendita nazionali, tre a Genova, uno a Ventimiglia, in via Martiri della Libertà. Nelle Marche a Monsano (Ancona) da Vita Verde Indoor Solutions, a Roma da Joint Grow su via Carlo Amoretti 224, zona Monti Tiburtini (in circa 20 giorni ne ha vendute più di mille confezioni) oppure da I-Grow, viale Giulio Cesare 102 o via Oderisi da Gubbio 234.
Inoltre in Sicilia, Palermo, al Dois Growshop, in via Pignatelli Aragona 15, poco distante dal Teatro Massimo o a Catania da Urban Haze (spazio Facebook) in via Crociferi 10, in Toscana a Firenze nel negozio Campo di Canapa, via Giacomo Leopardi 4 e in Piemonte, ad Alessandria, Alba, Vercelli, Torino e in Lombardia a Voghera, da New Biogroup.
Questi solo per citarne alcuni.
Così il mercato della marijuana light invade anche l’area di Imperia, si diffonde ovunque, dalla Sicilia alle Alpi. Il costo del prodotto è fra i 16 e i 17 euro per confezione da 10 grammi di materia prima.
Come si usa l’Eletta Campana? Chi la acquista, la adopera in tanti modi, in infusione come per farsi un té, negli alimenti come burro, latte, dolci, in cucina in genere o nei vaporizzatori, c’è pure chi la fuma ed è del tutto legale. Poi creme per la cura del corpo, saponi, shampoo, ma in questi ultimi casi occorrono fasi di trasformazione non proprio casalinghi.
I titolari di EasyJoint hanno creato un loro modello partendo da quello svizzero (articolo alla situazione elvetica) dove il prodotto, attentamente controllato dalle autorità, viene venduto nelle tabaccherie. Qui i “nostrani” si rivolgono a coltivatori italiani di canapa industriale acquistando i fiori della pianta che, di solito, gli stessi canapicoltori riciclavano per usarli come fertilizzante.
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