In Catalogna i CSC Cannabis Social Club sono adesso regolamentati per legge, ma con limiti ben precisi
Produzione massima annua di 150 chili di infiorescenze essiccate, trasporto dell’erba secondo modalità stabilite, i soci di età inferiore ai 21 anni potranno usufruire al massimo di 20g/mese mentre i più grandi avranno il limite di 60g/mese, i soci “medicinali”, invece, non avranno alcuno sbarramento: in Catalogna i CSC Cannabis Social Club sono adesso regolamentati per legge, ma con limiti ben precisi.
Fatta questa premessa, è evidente che la norma definisce questi ambienti riferendosi sia all’uso ludico che terapeutico della canapa.
Questo provvedimento legislativo approvato dal Parlamento locale ed emanato dalla Generalitat de Catalunya, è il primo in Europa che regola e stabilisce la coltivazione, la distribuzione e il trasporto della canapa da parte dei Cannabis Social Club, aggiungendo anche i termini necessari per il controllo della qualità della sostanza prodotta e poi distribuita.
La regione che vede Barcellona come capitale ha trovato la quadratura del cerchio. Concessione sì, ma ben arginata.
Viene stabilito un principio ben preciso. Per essere a norma le CSC devono essere “associazioni, senza fini di lucro, legalmente costituite, che siano autosufficienti e che distribuiscano la cannabis tra i loro membri, tutti di maggiore età, che consumino questa sostanza in ambito privato, per scopi ricreativi o terapeutici, riducendo così i danni sociali e alla salute associati al mercato clandestino e a determinati usi di cannabis“.
Inoltre, nelle disposizioni finali, la legge prevede la creazione di una commissione per monitorare la sua applicazione, dà un anno alle associazioni esistenti per adattarsi alle regole e prevede la possibilità della creazione di un regime di tassazione sulla cannabis.
Il Parlament de Catalunya ha approvato il 28 giugno 2017 la norma che regolamenta l’attività di tutte le associazioni di consumatori di cannabis. Con 118 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto si è chiuso così l’iter della legge di iniziativa popolare, la Ley de Asociaciones de Personas Consumidoras de Cannabis, iniziata con la campagna di raccolta firme portata avanti dal gruppo Rosa Verda fin dal 2015, progetto che è stato capace di calamitare oltre 65.000 sottoscrizioni, promossa dall’Osservatorio Civile sulle Drug Policy, appoggiata da CatFAC la Federació d’Associacions de Cànnabis de Catalunya.
Così oltre 300 Cannabis Social Club catalani potranno operare in piena legalità, a patto che rispettino i punti descritti nella legge ed elencati (quelli fondamentali) all’inizio di questo articolo.
Resta solo un dubbio che riguarda il governo centrale spagnolo e il Parlamento nazionale visto che la nuova norma catalana potrebbe essere impugnata proprio dall’esecutivo nazionale per conflitto di competenza a cominciare dal tema della coltivazione.
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