Montreal durante l’ICRS 2017, nuovi risultati sulle terapie a base CBD per cancro, epilessia, Alzheimer, ipertensione e altri disturbi
Oltre 400 scienziati da 25 nazioni si sono riuniti facendo il punto sui nuovi traguardi della ricerca medica. Il tutto a venuto a Montreal durante l’ICRS 2017, nuovi risultati sulle terapie a base CBD, nuovi risultati sulle terapie a base CBD.
È stato il 27° simposio annuale della International Cannabinoid Research Society, raccontato anche da Project Cbd, dove nuove evidenze sperimentali e cliniche hanno avuto il CBD cannabidiolo, componente fondamentale della canapa, al centro di nuovi traguardi terapeutici per cancro, epilessia, Alzheimer, ipertensione citando le patologie principali.
Gli effetti cardiovascolari del cannabidiolo hanno riguardato la relazione di Saoirse Elizabeth O’Sullivan, professore associato all’Università di Nottingham nel Regno Unito, studiosa insignita del Young Investigator Award: “Il CBD provoca sia la vasodilatazione acuta che temporanea nel ratto e nelle arterie umane e può migliorare la risposta della funzione endoteliale (ndR: funzione semipermeabile dell’endotelio, tessuto che ricopre internamente i vasi sanguigni) e la risposta vasodilatatrice in un ratto con diabete di tipo 2”.
Le cellule endoteliali interne ai vasi sanguigni rispondono a varie funzioni, fanno da barriera controllando il passaggio o meno di liquidi verso il flusso sanguigno, regolano la coagulazione, la fibrinolisi, funzione anti emorragica e aggregazione delle piastrine, controllano l’adesione e l’infiltrazione dei leucociti, il comportamento della cellule muscolari lisce della tonaca media che riveste una struttura vascolare oltre che provvedere alla modulazione del tono vasale importante nell’ipertensione o nell’aterosclerosi. Questo per indicare le funzioni più importanti.
“Inoltre, una singola dose di CBD ha contribuito a diminuire “la pressione sanguigna in sé e la risposta della stessa pressione sanguigna allo stress – ha proseguito O’Sullivan – Altri studi indicano che il CBD limita i danni cerebrali nei modelli animali con ictus. Complessivamente, questi dati suggeriscono che questa sostanza è un composto di interesse per il sistema cardiovascolare e per i disturbi cardiovascolari, risultati che devono essere testati in gruppi di pazienti con simili patologie”.
La dottoressa Paula B. Dall’Stella, neuro oncologa dell’Hospital Sírio Libanês a San Paolo del Brasile, ha documentato gli effetti antitumorali del CBD in due pazienti con Glioblastoma Multiforme (cancro tipico del cervello) che erano resistenti ad altre terapie.
Una strada già intrapresa dal professore Massimo Nabissi (leggi l’articolo di Canapa Oggi su questo punto), ricercatore del gruppo di Patologia ed Immunologia della Scuola del Farmaco e dei Prodotti della Salute e la realtà nel suo laboratorio all’Università di Camerino: il suo lavoro di concerto con il Dipartimento di Ematologia degli Ospedali Riuniti di Ancona vede il profilarsi della sperimentazione diretta su pazienti colpiti da mieloma multiplo grazie a un’azienda biotech Israeliana di ricerca clinica la One World Cannabis Pharmaceutical.
Prima e dopo le scansioni con risonanza magnetica, come sottolineato dalla Dall’Stella, i due colpiti dalla forma tumorale al cervello hanno mostrato “una remissione notevole non osservata comunemente nei pazienti trattati solo con le terapie convenzionali. Una riduzione della malattia che potrebbe influenzare la loro sopravvivenza”.
Molte le relazioni sull’efficacia del CBD contro le forme di epilessia resistenti:
- il dottor Fabricio A. Pamplona, direttore scientifico dell’Entourage Phytolab a San Paolo, in Brasile con i risultati di maggiore efficacia e con meno effetti collaterali, soprattutto epatici, di un intero complesso CBD-estratto di olio vegetale, rispetto a un unico componente molecolare di CBD purificato;
- dall’Istituto Technion di Haifa i ricercatori israeliani hanno fatto mostrato l’evidenza di come “non tutti gli estratti di CBD abbiano la stessa abilità anticonvulsivante” e che “il contenuto terpenoide (ndR: Terpeni –leggi articolo sulla canapa– componenti principali di resine e oli essenziali delle piante) negli estratti di cannabis è importante per l’effetto anticonvulsivo. Solo il giusto profilo e le giuste combinazioni fra CBD e terpeni daranno le soluzioni migliori sugli estratti di canapa per il trattamento dell’epilessia”;
Su Alzheimer, Parkinson e schizofrenia, gli scienziati dell’Università di Louisville – School of Medicine nel Kentucky, hanno identificato due nuovi bersagli molecolari del CBD, i recettori cerebrali designati come GPR3 e GPR6: alcuni potenziali effetti terapeutici del cannabidiolo sulle malattie citate, possono essere mediati da detti recettori.
In particolare sull’Alzheimer, il professore Tim Karl, della Western Sydney University School of Medicine in Australia, ha elaborato una potenziale terapia contro questa malattia degenerativa del cervello: “Il cannabidiolo fitocannabinoide possiede proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e neuroprotettive e previene la neuroinfiammazione indotta dal beta-amiloide e la ipo iperfosforilazione in vitro. Il cannabidiolo inverte anche i deficit cognitivi dei modelli beta-amiloidi farmacologici. Pertanto, il CBD può offrire un valore terapeutico per la malattia di Alzheimer”.
Tanto per far comprendere meglio, il beta-amiloide è il maggior costituente delle placche amiloidi o senili, formazioni extracellulari con una parte centrale in cui si accumula proteina amiloide, e una parte periferica fatta da depositi di detriti neuronali: queste placche sono una delle caratteristiche microscopiche primarie dell’Alzheimer.
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