Ancora crisi approvvigionamento cannabis terapeutica: i casi Liguria e Modena
La storia continua a ripetersi, il sistema produttivo italiano non basta e gli arrivi dall’estero sono insufficienti così è ancora crisi approvvigionamento cannabis terapeutica. L’allarme arriva dalla Liguria e da Modena.
Già lo scorso giugno era ormai palese la scarsezza di farmaci a base di cannabis tra produzione italiana e importazione dall’Olanda.
Non si è venuti a capo del problema, ci sono stati solo momenti di ridimensionamento, ma tutto è rimasto irrisolto e non poteva essere diversamente con l’attuale organizzazione tra distribuzione, diffusione e importazione del prodotto.
Per completezza c’è da sottolineare che il problema riguarda anche buona parte dell’Europa per la forte impennata nei consumi di cannabis terapeutica come raccontato in un precedente articolo di Canapa Oggi.
Oltretutto si prevede che entro il 2020 la richiesta di cannabis terapeutica si moltiplicherà a livello globale di dieci volte.
Il Centro di Terapia del dolore Asl 2 di Pietra Ligure (Savona) è stato ben chiaro proprio in questi giorni indicando come l’Ente Ospedaliero Ospedali Galliera di Genova abbia già esaurito le scorte con 62 pazienti che sono rimasti scoperti, senza la possibilità di continuare la terapia. Anche l’Ospedale Santa Corona di pietra Ligure sta per raschiare il fondo dei magazzini.
La situazione è comunque più diffusa al territorio ligure dove diverse farmacie e strutture pubbliche sono rimaste senza questa tipologia di farmaco o stanno per finirla.
Palese l’insufficienza della produzione italiana grazie allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, visto che come ha spiegato a Repubblica Marco Bertolotto del Santa Corona, “a fronte di un fabbisogno nazionale di quasi 400 chili l’anno, ne ha prodotti nei primi nove mesi solo 70, il che significa 8 chili al mese rispetto ai 50 necessari”.
Lo stesso Stabilimento Farmaceutico di Firenze, unica struttura in Italia a essere autorizzata per questa produzione, avrebbe già programmato di triplicare gli sforzi, ma si parte da una base numerica che già differisce parecchio rispetto a quanto dichiarato da Marco Bertolotto: attualmente la media di produzione nell’impianto militare fiorentino è di 100 chili l’anno e lo sviluppo di serre e impianti porterà il livello a 300 chili (vedi articolo in proposito), quindi non coprirà il fabbisogno nazionale.
Se si pensa che, come evidenziato dai numeri, dal 2014 a oggi l’impiego terapeutico della canapa in Italia si è decuplicato, risulta evidente come sia già fortemente inadeguato il piano di produzione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. I ministeri coinvolti devono rivedere fortemente le strategie.
A tutto questo si aggiunge il problema “prezzo” praticabile nelle farmacie e imposto dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, pari a 9 euro per grammo, situazione insostenibile che ha provocato forti proteste da parte dei farmacisti visto che, per esempio, il prodotto olandese ne costa 8,50 di euro senza conteggiare Iva e altro: il capo dicastero ha così promesso un tavolo di confronto… intanto però il prezzo rimane quello.
E comunque più di 100 chili di prodotto dall’Olanda non se ne possono importare.
Qui si incastra perfettamente l’evidente malumore di molte regioni che ipotizzano siti locali dedicati chiedendo ai vertici dello Stato di velocizzare l’iter della proposta di legge che regolamenterà la questione della cannabis terapeutica e della sua produzione. In questo modo si potrebbe dare l’avvio a strutture regionali per la preparazione di questi farmaci e venire incontro alle esigenze dei tanti malati.
A rimarcare il problema è quanto accade anche nel territorio di Modena dove centinaia di malati non riescono ad avere facile accesso alla terapia e non bastano di certo la buona volontà e gli sforzi di alcuni medici e farmacisti per compensare la mancanza cronica di prodotto.
Il consigliere regionale Giulia Gibertoni, presa coscienza di quanto sta accadendo a Modena, ha presentato una interrogazione indirizzata alla Giunta dell’Emilia Romagna.
Con questo atto ha chiesto di aumentare la disponibilità di farmaci a base di cannabis terapeutica in modo da alleviare il disagio di tantissimi pazienti nel portare avanti terapie contro il dolore e antagoniste di gravi patologie. Con la stessa interrogazione la Gibertoni vuole che sia comunicato il numero esatto di pazienti e di prescrizioni interessate da questo prodotto in modo da avere una panoramica certa e agire concertandosi con il ministero della Salute per un approvvigionamento più efficace del farmaco.
Certo è che se a oggi la produzione nazionale e l’importazione dall’Olanda non sono all’altezza, poco potrà fare il dicastero romano con gli attuali mezzi. E qui si ritorna alla richiesta delle regioni di avviare autonomi e locali siti di produzione.
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