La civiltà contadina e la canapa al Fico, parco agroalimentare che aprirà il 15 novembre al Caab di Bologna
Una mostra permanente di oltre 40 grandi pezzi in uno spazio di 2.000 metri quadri lungo tutto il perimetro esterno del nuovo parco espositivo a tema realizzato da Eataly a Bologna. La civiltà contadina e la canapa al Fico, parco agroalimentare (Fabbrica Italiana Contadina), ben rappresentati quindi grazie agli antichi macchinari portati al Caab di Bologna dal Museo della civiltà contadina di Villa Smeraldi di San Marino di Bentivoglio, poco distante dal capoluogo emiliano.
Il parco, il più grande al mondo per l’agroalimentare (100.000 metri quadri), sarà inaugurato il 15 novembre 2017 e la mostra della civiltà contadina è stata suddivisa in quattro sezioni, grano, canapa, vite, riso, quattro portanti fondamentali dell’agricoltura italiana, ognuna rappresentata da antichi strumenti e complessi meccanici che erano adatti a lavorare la materia prima. “Faremo di tutto per portare le persone sul territorio“, rimarca Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World.
Lo stesso Museo della Civiltà Contadina aveva già “prestato” il suo materiale per l’allestimento del Padiglione zero a Expo2015.
La descrizione di questi quattro grandi comparti agricoli viene proprio dal Museo di Villa Smeraldi:
La canapa. Per quasi cinque secoli la pianura bolognese ha rappresentato uno dei principali centri della canapicoltura italiana. Sostenuta inizialmente dalla domanda della corderia dell’arsenale navale veneziano, ma capace anche di alimentare alcuni circuiti di produzione locale di canapa pettinata, corde, reti da pesca, tele da sacchi, biancheria domestica.
Il grano. Il frumento era la più importante delle colture della pianura bolognese. Occupava ogni anno quasi la metà del seminativo e dalle dimensioni del suo raccolto dipendeva essenzialmente la possibilità per la famiglia contadina di costituire una scorta sufficiente a garantire i consumi familiari di pane e pasta sino al raccolto dell’estate successiva.
La vite. La piantata, ossia la vite maritata agli alberi utilizzati come sostegni vivi, era un elemento caratteristico della campagna bolognese.
Il riso. Numerosi terreni privi di uno scolo sicuro, risultavano inadatti alla coltivazione degli alberi e delle viti e poco produttivi per le altre colture asciutte. Su questi ed altri terreni completamente privi di alberature – le “larghe” – nel periodo napoleonico, per iniziativa di grandi proprietari e affittuari, si avviò la nuova esperienza delle colture umide. La coltivazione del riso, esercitata in aziende molto più grandi dei poderi mezzadrili, in certi periodi dell’anno, aveva bisogno di una quantità enorme di manodopera pagata a giornate o a cottimo.
Di seguito la lista di attrezzi e macchine agricole in esposizione:
- IMBALLATRICE DA CANAPA. Macchina utilizzata per imballare, nelle forme e nei volumi desiderati, la fibra di canapa destinata all’esportazione. La canapa veniva prodotta principalmente per l’esportazione. Venezia, Livorno, Trieste, Ancona e Goro erano i porti di transito. Veniva utilizzata soprattutto per la marineria a vela e per le reti da pesca. Il cotone, le fibre artificiali e il motore a vapore, tra Ottocento e Novecento sottraggono mercato alla canapa. Scompare dalle campagne italiane al nord negli anni 50, al sud negli anni 70.
- GRAMOLA. Strumento utilizzato per rompere gli steli di canapa e separare la fibra dai frammenti legnosi prima della meccanizzazione del processo.
- SCAVEZZATRICE-GRAMOLATRICE. Macchina usata per la scavezzatura della canapa (prima grossolana frantumazione dello stelo) e la gramolatura (che corrispondeva a una separazione definitiva della fibra dai frammenti di stelo).
- AMMOSTATRICE e TINO. L’ammostatrice veniva utilizzata per pigiare l’uva. Il mosto defluiva in un mastello sottostante e veniva fatto fermentare dentro ai tini.
- ARATRO A BILANCIERE. Aratro composto da due corpi lavoranti contrapposti per l’aratura funicolare della risaia. Un motore e un argano, posizionati sugli argini della “piana”, trainavano l’aratro per mezzo di funi.
- ARGANO
- BASCULA. Strumento per pesare bovini e maiali destinati al mercato. Sostituiva la stima a occhio.
- BARELLE. Strumento utilizzato per il trasporto dei covoni dalla risaia alle cavedagne.
- BAROCCIO. Carro a due ruote che veniva trainato da un cavallo per il trasporto di merci varie. In questo caso, soprattutto barbabietole.
- BASCULA MOBILE. Strumento per pesare bovini e maiali destinati al mercato. Sostituiva la stima a occhio.
- BATTITORE. Strumento per la trebbiatura del grano. Veniva trainato da una coppia di vacche sulle spighe stese sull’aia. Con forche, ventilabri e vagli si completava l’opera di separazione del grano dalla paglia.
- BINDA. Attrezzo per sollevare e modificare di poco la posizione delle grandi macchine per ottenere un allineamento perfetto fra locomobile e macchina operatrice.
- “CAROVANA”. Carro che veniva impiegato per trasportare i bovini al mercato o al macello. È caratterizzato da un “pianale” basso, per facilitare il carico dell’animale, e da sponde alte per trattenerlo.
- CARRETTO DA SACCHI
- CARRO CON IL MOSTO. Nella Pianura Padana, fino agli anni ‘50 del XX secolo, in settembre si incontravano spesso questi carri che dalla campagna portavano il mosto nelle osterie e nelle cantine di chi l’aveva acquistato. Le due botti, dette castellata e mezza castellata, contenevano rispettivamente 840 e 420 litri.
- CASSA DOTALE e indumenti. Contenitore della biancheria che per tradizione ogni sposa si produceva e portava con sé nella casa del marito.
- CASSETTE DA UVA
- CINGHIA DI TRASMISSIONE
- CORDA
- FORCHE
- 2 GIOGHI Stadura e due nasiere
- “ILZA” E “NAVAZZO”. Contenitore mobile (navazzo) sistemato su una slitta da erba (ilza) che, trascinato da una coppia di vacche lungo le piantate o i filari delle vigne, accoglieva l’uva dei vendemmiatori. Una persona era addetta a pulire da foglie e da grappoli imperfetti l’uva versata nel navazzo.
- LOCOMOBILE A VAPORE. Primo motore che, nella seconda meta dell’Ottocento, venne utilizzato nell’agricoltura italiana. Per mezzo di una cinghia trasmetteva il movimento a numerose macchine operatrici: trebbie da grano, da riso, da mais, scavezzatrici da canapa, idrovore da maceri, aratri a trazione funicolare. I primi esemplari di locomobile erano di importazione inglese e austro-ungarica; in seguito vennero prodotti anche in Italia dalle fabbriche Orsi, Breda, O.M., Landini, Calzoni, Barbieri, De Morsier (poi Italo-Svizzera). Quella esposta, di proprietà del Museo del Patrimonio Industriale-Istituzione Bologna Musei, fin dal 1911 faceva parte delle dotazioni didattiche dell’Istituto Aldini Valeriani per l’insegnamento di Meccanica applicata alle macchine ed il corso serale per Conduttori di macchine a vapore.
- MANNELLA. Durante la mietitura con la falce messoria si tagliavano gli steli a collo, quando la trebbiatura avveniva a mano, o a terra con la diffusione della trebbiatura meccanica. I mannelli (i fasci di spighe) venivano deposti sulle stoppie erano lasciati qualche giorno sul terreno per completarne l’essiccamento. Con tre o quattro mannelli si formava il covone, legato con corde di carice o steli di canapa.
- MASOLA. Macchina a mano per filare la stoppa e fare corde.
- PRESSA. La pressa riceveva direttamente dalla trebbiatrice la paglia per pressarla e legarla: il risultato era un parallelepipedo del peso di 40 kg circa, facile da trasportare e stoccare.
- SEMINATRICE con scalone Macchina operatrice che distribuiva i semi in file parallele e li interrava; la distanza tra le file e la profondita venivano preimpostate dal contadino a seconda del tipo di seme. L’introduzione delle seminatrici, in sostituzione della semina manuale, comporto il problema del loro traino sul terreno di semina: occorreva evitare il pesante calpestio dei buoi. La prima soluzione fu il traino a spalla per arrivare, infine, alla seminatrice trainata da un trattore.
- SEMINATRICE con TRAINO A SPALLA
- TELAIO. Le donne tessevano con il telaio che ogni famiglia di mezzadri possedeva. Verso la fine del XIX secolo si contavano in provincia di Bologna circa 12000 telai. Nella forma più elementare era organizzato con due sistemi di piccoli nodi (licci) attraverso i quali passavano i fili dell’ordito. Uno raccoglieva la serie dei fili pari, l’altro la serie dei fili dispari.
- TRATTORE CAMPAGNOLO
- TREBBIA. Macchina operatrice che frantumava le spighe e, con vagli e ventole, separava i grani dalla pula e dalla paglia.
- VAGONI E ROTAIE DECAUVILLE. Ferrovia leggera, mutuata dalle fornaci, che permetteva, con una sola coppia di buoi, il trasporto di grandi quantità di covoni dalla risaia al luogo di trebbiatura. Ogni carrello poteva caricare 5 quintali di covoni, ogni coppia di buoi trainava fino a 15 carrelli per volta.
Il Parco Fico Eataly World (ingresso gratuito) al Caab, Centro Agro Alimentare di Bologna, rappresenterà l’eccellenza dell’enogastronomia italiana con diverse aree a tema illustrando l’italianità del settore, dalla produzione nei campi e dagli allevamenti fino ai sapori custoditi nelle cucine, nei piatti, quindi dall’agricoltura, alle tecniche fino alla trasformazione e alla cucina.
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