La canapa dell’Azienda Agricola di Andrea Schiavi cresce rigogliosa e carica di promesse
A Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza, quindi Emilia-Romagna, un’impresa agricola di famiglia ha cambiato veste seguendo il desiderio di andare oltre e di guardare al futuro tenendo ben presente la tradizione. Così la canapa dell’Azienda Agricola di Andrea Schiavi sta crescendo rigogliosa e carica di promesse.
Canapa Oggi – Bassa Piacentina, Pianura Padana, compressi fra le provincie di Lodi, Cremona, Pavia e Parma, costellata di comuni che sono anche di cinquanta metri sotto al livello del mare. L’Azienda Agricola di Schiavi Andrea ha due nuclei nell’ambito di questo panorama territoriale.
Andrea Schiavi – “Il vero e proprio podere, quello che dalla terra dà vita ai prodotti della mia azienda è a Villanova sull’Arda. Come punto vendita personale sono a Cortemaggiore dove da iniziale commercializzazione di frutta e verdura, il negozio adesso offre una vasta panoramica di vendita in ambito alimentare, frutta, verdura, ortaggi, olio, prodotti dalla canapa. Un’esposizione ampia”.
(CO) – Azienda di Famiglia? In che modo è mutata fino a oggi?
Andrea – “Mio padre aveva in questi terreni un allevamento di bestiame, poi è venuto a mancare nel 1994. Per un periodo non breve abbiamo lasciato la tenuta, poi l’abbiamo data in affitto. Casualmente, un po’ per scommessa, un po’ per fatalità, ho pensato di riprendere in mano i terreni. Nel 2014 ho così iniziato con frumento, mais ed erba medica. Subito dopo la canapa confrontandomi con altre realtà, con amici e seguendo l’Associazione CanaPiace. Nel 2015 la prima prova di semina di canapa su un ettaro e mezzo. L’esperimento andò bene. Ho aggiunto ortaggi, verdura”.
(CO) – Questa unione di colture ha portato vantaggi? Immagino tu stia sfruttando un regime di rotazione per ottenere il massimo, cosa già sperimentata con la canapa in tutto il mondo.
Andrea – “I risultati sono molto interessanti facendo tutto in biologico e in rotazione con la canapa. Con questo metodo tutte le colture vengono meglio, sembrano anche più protette dagli infestanti. Spinaci, radicchio, verza e altro vengono su veramente molto bene, con foglia grande, ricca. Vengono meglio anche i cereali e gli ortaggi. Confermo, proprio per esperienza diretta, che la rotazione canapa-frumento-ortaggio valorizza benissimo tutto e rende ancora più facile non utilizzare prodotti chimici per proteggere e per alimentare le colture. Quella che abbiamo constatato è una valorizzazione sia visiva che di sapore, come confermato anche dai clienti”.
(CO) – Come ti sei avvicinato alla Canapicoltura? Cosa ti ci ha portato?
Andrea – In verità, la pianta della canapa mi ha affascinato da sempre e ne studiavo proprietà e coltura da tempo. Quindi, dopo i contatti con chi già la coltivava e con l’associazione d’area CanaPiace, il passo è stato rapido ed entusiasmante. Dietro il mercato della canapa ci sono ottime potenzialità da cogliere, può essere una svolta reale per tutta l’area, non solo per me e non solo per questa zona d’Italia: tutta l’agricoltura nazionale può averne enormi vantaggi. La speranza è che, a livello della nostra regione e non solo, ci sia uno sviluppo rapido, ma anche consapevole su quel che si sta facendo. Nulla può essere improvvisato”.
(CO) – Facile o difficile fare canapa?
Andrea – “Non è affatto così facile fare canapa, la lavorazione è veramente complessa. È da sfatare che sia così semplice fare il canapicoltore,che la pianta venga su automaticamente come sia semplice ottenerne i prodotti. Occorrono conoscenza e giusti strumenti”.
(CO) – Spiega brevemente l’evoluzione della tua azienda nella canapicoltura.
Andrea – “Dopo l’esperimento iniziale ho esteso la superficie dedicata a due ettari e mezzo, poi a tre e nel 2018 la amplierò a 5 ettari. La varietà scelta è la Futura 75. Per i primi due anni non ho avuto uno sviluppo molto particolare della pianta, ma in questo 2017 è cresciuta anche oltre i 3 metri. Tutto è dipeso dal periodo di semina scelto nelle diverse annate oltre che da altri elementi. Gli anni precedenti ho seminato tardi condizionando quindi il periodo vegetativo della pianta. Per questo 2017, invece, si è seminato prima, ad aprile: da qui lo sviluppo maggiore”.
(CO) – Questo 2017 è stato però caratterizzato anche da un lungo periodo di siccità. Conseguenze anche nella vostra area e nella tua azienda?
Andrea – “Quest’anno il periodo siccitoso ha influenzato decisamente la resa della coltivazione. C’è stato un maggior quantitativo di seme vuoto. Alla fine, in termine di seme secco, come bilancio provvisorio (non ho ancora il dato definitivo) potrei prevedere che andremo fra i 2 e i 2,5 quintali ad ettaro. Però è successo anche qualcosa di buono. Aprendosi il mercato delle infiorescenze sto operando anche in questa direzione”.
(CO) – Eccoci quindi alle infiorescenze, oggi sono sulla bocca, nella mente e nei desideri di tanti canapicoltori. Come ti sei organizzato?
Andrea – “Ho iniziato a vendere buste contenenti infiorescenze, mentre adesso stiamo iniziando anche un invasettamento con etichetta aziendale riportante i dati sulle analisi e dicitura canapa per uso tecnico-scientifico, nome Fior di Foglia, in confezioni da 10, 30 e 50 grammi, in vasi di vetro e tappo con sigillo. Il tutto lo si potrà vedere fra pochissimi giorni. In realtà il fiore lo sto vendendo già sciolto nel mio negozio come fosse un’insalata. Il seme che ha dato origine alle piante è certificato, il prodotto finale lo è ugualmente. L’unica discriminante è sulla bontà del prodotto constatata da chi acquista, come avviene per verdura e ortaggi”.
(CO) – Canapa come pianta da utilizzare dalle radici ai fiori, vero?
Andrea – “La pianta deve essere considerata utilizzabile tutta. Ai vertici dello Stato devono capirlo e devono codificarlo. Il nostro dovere è rimanere nei parametri stabiliti sulle sostanze e sul livello massimo consentito riguardo i principi attivi. Ogni aspetto però deve essere regolamentato con precisione senza vuoti di legge, tutto messo nero su bianco in ogni particolare senza lasciare zone d’ombra che potrebbero permettere ad altri di manovrare per averne vantaggi grazie a vie preferenziali”.
(CO) – Cosa ci fai con la canapa che è frutto della tua azienda?
Andrea – “Si sta spaziando pure su soluzioni alternative. Il tutto grazie anche ad altri iscritti all’Associazione CanaPiace sperimentando insieme. Un esempio? Il lavoro fatto con un produttore di formaggi caprini e di misti che sta utilizzando la mia canapa per le sue caciottine: ha avuto un ottimo risultato, tanto che svilupperemo ulteriormente questa unione di prodotti. Dai semi di canapa naturalmente traggo la farina che lascio all’Associazione. Sull’estrattivo ricavo olio essenziale per la linea dedicata alla cura del corpo e benessere”.
(CO) Guardando al futuro prossimo e anche un po’ più lontano, quale evoluzione ci si deve aspettare nell’Azienda Agricola Schiavi Andrea? E dove vendi i tuoi prodotti?
Andrea – “Fra i prossimi traguardi, acquistare il materiale tecnico per fare da me l’estrazione degli oli essenziali invece di farla fare ad altri come avviene oggi. Poi, appunto, la prossima espansione a 5 ettari dedicati a canapa: lo si vedrà il prossimo anno. Per quanto riguarda l’area preferenziale di vendita dei miei prodotti è quella regionale. Vedremo in futuro cosa accadrà con l’espansione dell’attività. Con i quindici associati di CanaPiace stiamo studiando nuove soluzioni di prodotto da canapa”.
(CO) – Da canapicoltore, di’ pure quali sono, secondo te, le mancanze e le necessità del settore. Azione poco corale, non coordinata, poca condivisione di esperienze, poca formazione, altro?
Andrea – “Sì, l’attuale realtà della canapa nazionale è troppo frammentata, vorrei un coordinamento unico e non suddiviso in maniera così diffusa per come avviene oggi: abbiamo solo associazioni territoriali o più grandi ma divise. È bene che ci siano i raggruppamenti locali, ma occorre una voce unica, forte e autorevole, anche per evitare che di volta in volta siano solo alcuni ad avere vantaggi. Al contrario, soluzioni, proposte e interfacciamento con le istituzioni nazionali devono dare vantaggio a tutta la comunità della canapa, anche nell’ottica dello scambio di esperienze, tecniche, soluzioni, dalla cura nei campi alla lavorazione della materia prima”.
(CO) – Cosa diresti a un agricoltore che sta valutando il suo ingresso nella coltura della canapa? Perché dovrebbe farlo?
Andrea – Avvicinarsi alla canapa? È una soluzione fra le migliori, se non la migliore, per garantire un futuro, che può dare da mangiare. Per i pomodori ti danno quattro soldi? Prova allora con la canapa. Mille mercati ci aspettano con i nostri prodotti, ma la nostra canapa deve essere considerata tutta utilizzabile. A nostro favore gioca la fantasia italiana, il nostro saper rappresentare e realizzare quel Made in Italy che, anche in questo settore, può farci primeggiare per varietà e qualità. Si può tornare tra i primi della canapa come eravamo decenni fa, anche se in quell’epoca era per esigenze di mercato differenti. Oggi si volta pagina, più ricche le possibilità legate a questa coltura, si può crescere in numerosissime varianti legate alla canapa”.
Azienda Agricola di Schiavi Andrea
Località Pianta Doro, via Don Minzoni, 3
Villanova sull’Arda (Piacenza)
Punto vendita proprio: via Lorenzo Respighi, 16 – Cortemaggiore (Piacenza)
telefoni: +39.0523077277 – +39.3290416982
e-mail: schiavi.barone.asa@gmail.com
pagina Facebook: www.facebook.com/Azienda-Agricola-di-Schiavi-Andrea-124927301509798
Complimenti per il vostro progetto !
Avete pensato all’impianto di stigliatura per ricavare fibra e canapulo?
Fatemi sapere cosa avete deciso in merito.
Saluti e auguri per il vostro lavoro.