Altri soldi per la cannabis medica di Stato, mentre allo stabilimento militare di Firenze si arriverà a produrne solo 150 chili… ma nel 2019
Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze ha attualmente una produzione del tutto insufficiente per i fabbisogni nazionali di terapie a base di cannabis. Anche il piano che prevede di triplicarne l’attività (vedi articolo) risulterebbe già inadeguato. Intanto arriva un’iniezione di fondi per agevolare la produzione. Altri soldi per la cannabis medica di Stato sono stati stabiliti nel primo pacchetto di emendamenti del governo al decreto legge collegato alla manovra economica, disposizioni presentate in commissione Bilancio al Senato.
Come per tutti gli iter parlamentari non resta altro che osservare il cammino di questi documenti, capire se saranno confermati. Nulla lascerebbe presagire il contrario, fermo restando che nelle segrete stanze del Parlamento avvengono fatti e vengono prese decisioni improvvise che, spesso, contraddicono le intenzioni iniziali. Non sorprenderebbe più nessuno.
Tornando alla cannabis medica di Stato, come descritto anche dall’agenzia stampa Ansa, per assicurarne la produzione viene autorizzata la spesa di 1,6 milioni di euro da destinare allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Con la norma di provvede ad affermare, anche con una norma primaria, ”la necessità della garanzia della continuità dell’approvvigionamento di cannabis, che – come spiegato nella relazione tecnica – costituisce un obiettivo indefettibile per la prosecuzione delle terapie”. La stessa disposizione individua il meccanismo dell’importazione quale strumento utile, in via generale, a perseguire l’obiettivo di avere a disposizione il prodotto in modo continuativo sul territorio nazionale. Tant’è vero che vengono destinati 700.000 euro per l’acquisto del prodotto non italiano (anche da Germania e Canada?).
Resta quindi basilare il riconoscimento dell’importanza che riveste l’importazione di questi farmaci, altrimenti la situazione rimarrebbe estremamente critica per l’impossibilità (già attuale e prolungata) di soddisfare le richieste fra ospedali e farmacie.
Come riportato anche da Firenze Today, il colonnello Antonio Medica, chimico farmaceutico dell’Esercito, graduato che dirige lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze dal 2015, ha sottolineato come la struttura riesca a rispondere solo a un quinto delle richieste.
“Dovremmo arrivare a produrne 150 chili entro il 2019 – ha dichiarato – C’è la necessità di acquistare più quantitativi di cannabis terapeutica dall’Olanda, noi ci occuperemo di valutarne la qualità. Non è un farmaco ma una sostanza medicinale. La sostanza sta dando buoni risultati sui pazienti che ne stanno facendo uso per questo abbiamo sempre più richieste dai medici. Permette di migliorare la qualità della vita alle persone affette da malattie croniche, ai pazienti oncologici e a chi si avvia verso la conclusione della vita”.
Dalle parole del colonnello Medica si comprende quindi che è ben lontana la meta di un ampliamento produttivo a 300 chili (anche se, da quanto riportato da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, il colonnello avrebbe dato una versione differente: il raggiungimento dei 300 chili entro il 2018): forse hanno già pensato a come far fruttare in maniera più efficace gli 1,6 milioni? Staremo a vedere.
Il tutto in attesa che il Senato si pronunci sulla futura legge sulla cannabis medica, sempre che faccia in tempo prima della scadenza della legislatura nel caso si apponessero cambiamenti al testo licenziato dalla Camera.
Nello stesso pacchetto di emendamenti governativi alla manovra economica sono presenti altri temi, il reato di stalking che non si potrà più estinguere pagando una multa, a seguire lo snellimento già dal 2018 per le procedure che le scuole devono adottare per verificare l’avvenuta vaccinazione obbligatoria degli studenti, la grossa problematica Alitalia oppure la dotazione organica della banca musicale del corpo di polizia penitenziaria.
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