Nonna Canapa, prodotti, diffusione della conoscenza, formazione di aspiranti canapicoltori, divulgazione anche tra i bambini
Ultimo progetto di Nonna Canapa (anche gruppo Facebook), un libro-fumetto che permetterà ai bambini e ai giovanissimi di conoscere la canapa, la sua storia, la sua realtà nel passato, cosa se ne faceva in Italia, i sui benefici, da dove viene questa pianta, pubblicazione da presentare anche il 17 novembre al Salone Internazionale della Canapa di Milano.
Volume in carta di canapa con un racconto come quelli che le nonne di tutti noi ci hanno narrato, alla scoperta di un mondo mai visto e tutto da scoprire.
Fumetto “Nonna mi racconti la Canapa?” e segnalibro saranno messi in vendita per far partire da subito una raccolta fondi per la ricerca medico pediatrica sull’utilizzo dei cannabinoidi e per l’aiuto concreto all’acquisto di farmaci a base di cannabinoidi per i piccoli pazienti.
Qui, per la distribuzione dei fondi, Serena Caserio di Nonna Canapa, realtà del Molise a Montenero di Bisaccia (Campobasso), avrà molto da lavorare per individuare i piccoli pazienti attraverso le famiglie e anche per localizzare le ricerche scientifiche per applicazioni terapeutiche presentate negli atenei ma bisognose di finanziamenti.
Formazione dai più piccoli ai più grandi e poi ideazione e realizzazione di prodotti alimentari tradizionali e nuovi dalla materia prima canapa. Così è riassumibile la rotta dell’Associazione Culturale Gli Amici di Nonna Canapa che guida questa realtà molisana.
Canapa Oggi – Nonna Canapa, cosa è? Come descriverla?
Serena Caserio – “Inizialmente Nonna Canapa è nata come un brand, da una mia idea per valorizzare il territorio e i prodotti da canapa, quelli che fossero diversi dagli altri, idee innovative. Ho quindi iniziato con l’abbinamento ai formaggi, come con le scamorze. La tradizione innanzitutto, la genuinità ricordando quanto facevano di buono, salutare e gustoso dai nostri nonni. Se non ci fosse stato il bando assoluto della canapa in Italia, in oltre sei decenni saremmo stati i primi grazie all’ingegno del Made in Italy. Poi ho cominciato per conoscere la materia a 360 gradi, quindi sotto ogni aspetto, come cresce la pianta, le sue proprietà sensoriali, nutraceutiche”.
CO – Quindi quando hai iniziato concretamente?
SC – “Nel 2016 ho iniziato con la coltivazione. Nei due anni precedenti, nel 2014 era già nato il brand e nel 2015 sperimentammo in caseificio l’abbinamento con alcuni formaggi. Da lì, per esempio, è iniziato il lavoro con il Caseificio3Monti. La mia idea è stata sempre quella di creare una collaborazione fra aziende diverse che producono eccellenze, in modo da creare idee di gusto del tutto originali. Qui tutto si incentra e su questa filosofia si prosegue. Fra i prodotti, farine, olio, il Canapolio, tutti da sementi selezionate e, per esempio, la scamorza alla canapa, un abbinamento perfetto di profumo e sapore tra canapa e tipologia di formaggio”.
CO – L’attività quindi è molteplice, non solo coltivazione e trasformazione. Per fare rete occorre un lavoro certosino e capillare.
SC – “I prodotti vengono promossi dall’Associazione Culturale Gli Amici di Nonna Canapa proprio per promuovere la canapa e fare sì che la gente si abitui a gustarla attraverso prodotti derivati, affinare il palato. Faccio giocare molto gli chef e i pizzaioli durante iniziative di diffusione e di assaggio”.
CO – Da quanto ho compreso non siete solo voi a coltivare nella vostra rete e accompagnate chi si affaccia al settore.
SC – “Sì, è vero, ci sono altri nel gruppo. L’Associazione fa da apripista. Formo gli interessati, chi intende coltivare canapa. È giusto incentivare la canapicoltura, ma deve essere informata. Hai mille metri? Coltiva con l’associazione, ti formo e ti informo, tocchi con mano le difficoltà, evito che tu possa commettere gli errori più comuni e non. Si avvia così una coltivazione sperimentale, si fanno controllare semi, li spremiamo, si fanno analizzare le infiorescenze. Il primo anno va avanti avanti così. Ti è piaciuto, ti sembra che ne valga la pena e che è promettente? Lo vuoi fare in forma aziendale? Allora il secondo anno ti apri un’impresa e vai a regime. Questo è il nostro e mio modo di guidare e di far andare avanti. Altrimenti ci si trova tanti piccoli agricoltori che faranno gli stessi errori che facemmo noi tre o quattro anni fa, che tentano il mercato del fiore? No, devono imparare a fare fiore come quanto devono saper fare seme”.
CO – Tanti coloro che vogliono imparare?
SC – “Sul campo questa estate sono venuti tanti ragazzi, dal Nord o dalla Basilicata, dalla Puglia. Organizzavamo giornate formative in cambio di aiuto. Per due giorni ci si alzava la mattina alle 6 e si andava subito in campo. Lì ad osservare le piante, far capire come saper distinguere il maschio dalla femmina, individuare eventuali patologie, se ci sono insetti dannosi o quelli ‘amici’, comprendere le condizioni del terreno. Si risponde alle domande che sono sempre tante perché stando sul campo la curiosità si autoalimenta. Molto meglio di un corso in aula, del tutto teorico. L’esperienza diretta fa sorgere e moltiplicare la voglia di sapere dettata da quanto si osserva e si tocca, domande che devono avere risposte pratiche ed esaurienti”.
CO – Esperienza da riversare anche grazie al lavoro portato avanti da Nonna canapa grazie agli scorsi anni, lavoro e che si arricchisce nell’oggi.
SC – Siamo in contatto con diverse start-up e con aziende di livello per portare innovazione nella cultura della canapa. Abbiamo coltivato in Abruzzo, Molise, vicino Salerno e con PiantaGrane porteremo ancora avanti la formazione per chi inizia, per chi ha piccoli appezzamenti, ampliando e arricchendo il programma di esperienze. Bisogna far capire che è un lavoro molto duro, non è tutto oro quello che luccica, bisogna capire quel che accade in campo e allora la soddisfazione giungerà. Se riesci a gestire un campo sperimentale senza la pretesa di guadagnare subito, sei anche perfettamente in grado se fare azienda e ricominciare poi con gli giusti strumenti”.
CO – Quali prodotti vanno più a ruba?
SC – “Il primo prodotto è l’olio di canapa. Ha qualità incredibili, va praticamente a ruba e molte signore, anche avanti in età, ce lo comprano perché lo utilizzano pure come una sorta di cura personale oltre che per il gusto. Ne hanno constatato benefici reali e quindi comprano. Le scamorze alla canapa piacciono moltissimo, il sapore della canapa è ben presente: nella fase di trasformazione si raggiungono temperature molto elevate che fanno rilasciare nel latte tutti i terpeni. Ne viene fuori un prodotto veramente vincente. Latte e canapa in questo processo vanno in matrimonio perfetto. Bene anche la caciotta, sempre da latte crudo di Bruna alpina caratterizzate dalla produzione di latte con caseina di tipo due e poi per la produzione del formaggio si utilizza del caglio vegetale. Stiamo attenti a ogni minimo elemento, a ogni ingredente per dare vita a un prodotto finale di livello, di grande soddisfazione sensoriale, sapori, profumi, oltre che non pesanti, salubri”.
CO – Secondo la tua esperienza, cosa manca alla filiera della canapa per decollare?
SC – “Qui per saper fare olio e farina dobbiamo prima saper fare il seme. Si deve iniziare proprio dalla base, dalle trebbiatrici, dall’essiccazione. Un esempio. Se fai cento ettari a canapa anche la trebbia da grano può essere accettabile. Ma se fai da uno a dieci ettari di canapa, con la stessa trebbiatrice perdi tantissimo seme nella stessa macchina e sul campo. Servono altre idee e altri macchinari, altri strumenti e bisogna cercare, guardarsi intorno. Ho già qualcosa da sperimentare. Sarebbe bello tirare su un centro che possa fornirti i vari macchinari per portare avanti la raccolta e la sperimentazione. Solo che bisogna formare ancora a tutta forza: i nostri agricoltori devono cambiare mentalità. Sono abituati a coltivare il grano, poi arriva il trebbiatore e non si devono occupare di altro. Parlare già solo di vagliatura ad alcuni, sembra di descrivere una cosa fuori luogo e assurda. Non ci si mettono. Il lavoro mentale e culturale è tanto”.
CO – Il fumetto di Nonna Canapa non si fermerà a questa prima edizione, vero?
SC – “Verissimo, stiamo ideando il secondo volume che sarà focalizzato sul come si deve trattare la pianta, come si fa a coltivare la canapa, frutto di un tour fra le aziende, tutto appunto in forma di fumetto, un racconto anche questa volta avvincente e sempre capace di risvegliare curiosità”.
Nonna Canapa
Associazione Culturale Gli Amici di Nonna Canapa
Contrada Montebello
Montenero di Bisaccia (Campobasso), Molise
e-mail: nonnacanapa@gmail.com
telefono +39.3200359022
gruppo Facebook: www.facebook.com/LericettediNonnaCanapa
instagram: www.instagram.com/nonnacanapa
sito web: www.gliamicidinonnacanapa.org
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