Unione Europea, progetto Multihemp sulla versatilità della canapa: multiuso, dai mattoni ai biocompositi per scooter e auto

Che la canapa industriale fosse un settore polivalente capace di generare materie prime multiutilizzo era già noto. Altra riprova è giunta come conferma dal progetto Multihemp (Multipurpose hemp for industrial bioproducts and biomass), finanziato dall’Ue con 6 milioni di euro (a fronte degli 8 necessari).

Il professore Stefano Amaducci – foto dal sito universitario

Il tutto coordinato da Stefano Amaducci, docente del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili (sede di Piacenza) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Scopo del programma (link alla relazione finale) che ha potuto contare su 22 partner come 13 imprese medio piccole da 11 nazioni europee, è quello di far avanzare la conoscenza scientifica sulla canapa per sfruttarne la versatilità, ideare e realizzare materiali “verdi” e alternative sostenibili alle fibre sintetiche. A capo del progetto Multihemp proprio il professore Stefano Amaducci che ha partecipato alla Info Week del programma Horizon 2020, terminata ieri a Bruxelles.

La ricerca effettuata ha riguardato anche le genetiche per avere come risultato finale delle varietà mirate a sviluppo di materie prime verdi e innovative, ma anche per migliorare la produttività dei campi a canapa e la qualità del prodotto.

“Il progetto è iniziato nel 2012, si è concluso lo scorso aprile – ha detto Amaducci – e ha raggiunto risultati tangibili”.

Schema del concetto di bioraffineria MultiHemp. Le grandi frecce indicano il flusso delle materie prime lungo la catena di produzione; Le stelle mettono in evidenza l’elaborazione innovativa per aggiornare i sottoprodotti in usi finali ad alto valore aggiunto

Ecco quindi venir fuori dal progetto Multihemp gli innovativi materiali da costruzione a base biologica, tra questi un sistema di isolamento prodotto da Ventimola, partner del progetto (isolamento grazie a fiocchi di canapa basato su doppi muri con spazio centrale da riempire con altro materiale isolante), in sviluppo assieme all’associazione francese Planet Chanvre che riunisce 11 agricoltori-canapicoltori coordinati da due fondatori.

Anche pannelli in fibra (senza formaldeide) e i muri a base di canapa sviluppati dall’azienda italiana C.M.F. Technology Spa – Cmf Greentech con sede a Pavullo nel Frignano e a Cavezzo (Modena). 

Ricerca Multihemp – Linee mutanti omozigoti che mostrano una diminuzione della lignina e dell’acetilazione delle fibre (rispetto a Wild Type Finola WT)

L’industria moderna della canapa, coltivata su 33.000 ettari nell’Ue, è in pieno sviluppo, “la bioedilizia copre ormai il 16% dell’uso del canapulo, che è il residuo dell’estrazione della fibra – ha aggiunto il coordinatore del progetto Multihemp – Il recupero degli scarti di trebbiatura vengono sempre più impiegati nell’industria farmaceutica e cosmetica”.

La nuova frontiera della canapa è rappresentata dai biocompositi, materiali formati da resine e rinforzati da fibre naturali, utili per comporre materiali da impiegare nell’assemblaggio di automobili o scooter.

Di seguito il panel del Consorzio Multihemp

(con il contributo di un lancio Ansa)