Cartilagine e CBD strettamente connessi: rigenerazione cartilaginea stimolabile dal cannabidiolo
Non molti sono a conoscenza della correlazione tra la protezione di una componente del sistema scheletrico e l’azione del cannabidiolo. Cartilagine e CBD sembrano proprio strettamente interconnessi e questo componente vitale della canapa ha evidenziato la capacità di attivare meccanismi adatti alla ricostruzione del tessuto connettivo in questione.
Il tutto rientra nell’ampio quadro di studi clinici e preclinici che si svolgono in tutto il mondo sull’effetto di cannabinoidi, CBD e THC in relazione al mantenimento del giusto tono e lotta alle affezioni che colpiscono le ossa.
Canapa Oggi si era già occupato di una correlazione tra gli effetti della canapa e la salute del sistema scheletrico, in particolare la velocizzazione della riparazione delle fratture (leggi l’articolo) grazie all’azione del CBD secondo i dati illustrati in uno studio del Bone Laboratory alla Hebrew University di Gerusalemme.
Già nota è la capacità del CBD di combattere ed essere antagonista delle affezioni reumatiche e di affievolire danni artritici aiutando la riparazione cartilaginea. Le ottime capacità antinfiammatorie del cannabidiolo sono di indubbio vantaggio per un miglioramento del quadro clinico.
Efficace il cannabidiolo anche per contrastare la Costocondrite o sindrome di Tietze, affezione rara che consiste nell’infiammazione della cartilagine della cassa toracica (con conseguente forte dolore) in particolare concentrata allo sterno dove le clavicole e le prime sette costole trovano un punto d’appoggio.
Diverse ricerche nel mondo, soprattutto operate su cavie animali, hanno messo in luce come la correlazione fra i cannabinoidi in genere e il CBD in particolare rispetto ai recettori del sistema nervoso CB1 e 2 (cannabinoidi endogeni – endocannabinoidi, cioè anandamide e 2-arachidonoil glicerolo – e gli enzimi che sintetizzano e degradano gli endocannabinoidi), permetta la riduzione del dolore in caso di artrosi avanzata.
Ancora più evidente il legame generato tramite il recettore CB2 capace di attivare anche un doppio meccanismo che deprime la stimolazione dolorosa e sostiene il meccanismo di riparazione cartilaginea riducendo l’infiammazione da osteoartrosi (Schuelert e McDougall, 2008 – Burston, et al., 2013).
Il processo di invecchiamento umano ha fra le sue conseguenze una capacità di movimento gradatamente sempre più compromessa per problemi alle ossa e alle articolazioni dovuti alla mancanza di meccanismi di riparazione endogeni (interni al sistema osseo-articolare), effetto che riguarda soprattutto la cartilagine: questa, rispetto all’osso in sé, è particolarmente carente di efficaci sistemi di ripristino capaci di attivare o stimolare la Condrogenesi, la generazione di tessuto cartilagineo.
Come assicurarsi un apporto di cannabinoidi e soprattutto di CBD cannabidiolo? L’utilizzo di cannabis terapeutica resta al primo posto, soprattutto se utilizzata con vaporizzatori capaci di sprigionare e rendere disponibili in vapore (e non fumo) le proprietà benefiche della sostanza.
Altro modo per assicurarsi la giusta gradazione di CBD avviene con l’utilizzo di oli arricchiti al cannabidiolo, senza THC, facili da assumere, alcune gocce sulla lingua ed è fatta, ma anche diluite in bevande, nel latte o utilizzate in altre combinazioni di sapori, sempre per via orale per un più rapido effetto.
Tanto per fare un esempio, rimedi e strumenti per l’impiego di questi ritrovati sono individuabili e acquistabili grazie alle offerte presenti in punti vendita specializzati e d’esperienza come il negozio online Punto G.
Non bisogna dimenticare che ottimi apportatori di cannabidiolo sono anche prodotti alimentari da canapa, dal latte di semi di questa pianta ad altre combinazioni di gusto. L’importante è che siano frutto di un lavoro attento da parte di aziende con esperienza e capaci di trasformare la materia prima senza snaturarne le proprietà o impoverirle utilizzando procedimenti traumatici per le caratteristiche nutraceutiche e chimiche della canapa industriale utilizzata nel settore alimentare.
È bene tornare comunque ad approfondire il legame evidenziato da studi di laboratorio tra l’azione del CBD e la riparazione dei tessuti cartilaginei.
Già una relazione scientifica irlandese del 2010 fu molto particolareggiata e incentrata sulla capacità dei cannabinoidi di proteggere le articolazioni artritiche infiammate dalla degradazione della cartilagine.
La ricerca fu curata dai professori Aoife Gowran, Manoj Kanichai, Cillian White, Nissrin Hammadi, tutti del Trinity College Istituto di Neuroscienze e di Fisiologia, Scuola di Medicina dell’Università di Dublino, insieme a Katey McKayed e Veronica Campbell appartenenti anche al Trinity Centro per la Bio-ingegneria, Scuola di Ingegneria dello stesso Ateneo.
Influenza dei cannabinoidi peraltro individuata sui precursori dei condrociti, cellule del tessuto cartilagineo raggruppate soprattutto nelle lacune della cartilagine stessa e votate a sintetizzate le proteine – per esempio la condrina – che fanno parte della sostanza fondamentale di questo tessuto, cellule staminali mesenchimali (MSC).
Lo studio ha fornito prove sperimentali per dimostrare che l’attivazione del sistema dei cannabinoidi migliora la sopravvivenza, la migrazione e la differenziazione condrogenica delle cellule staminali mesenchimali, che sono i tre fattori principali per il successo di una strategia di riparazione della cartilagine tessutale basata su cellule.
Come sottolineato nella ricerca del gruppo di studiosi di Dublino, i risultati hanno evidenziato “il potenziale per i cannabinoidi di fornire una duplice funzione agendo come agenti antinfiammatori e regolatori della biologia MSC per migliorare le strategie di ingegneria tissutale finalizzate alla riparazione della cartilagine. In più, prove emergenti vedono il coinvolgimento dei cannabinoidi in un’ampia varietà di processi fisiologici e patofisiologici, dal mantenimento scheletrico ai disturbi neurodegenerativi”.
“Concludiamo che ci sono prove sufficienti dalla letteratura passata e dalla nostra evidenza sperimentale – rimarcano i ricercatori – per supportare il potenziale dei farmaci a base di cannabinoidi in applicazioni di ingegneria tessutale volte a ridurre la degradazione della cartilagine e facilitare la riparazione di questa tipologia di tessuto”.
Molto interessante soffro di una infiammazione artrosico al sacro iliaco dx e possibile curarsi con la canapa
Buongiorno soffro da alcuni anni di alluce rigido al piede sinistro.
Sono stata operata per una pulizia articolare ma purtroppo ho ancora problemi e dolore.
È possibile curarsi con la Cannabis? Quali sono i negozi online per acquistare prodotti a base di Cannabis per l’artrosi in Italia? Gocce, supposte, creme…