Cannabis terapeutica e startup israeliane vanno a tutta forza
È una porzione di Medio Oriente sempre al centro della cronaca, punto di incontro-scontro fra civiltà e religioni, ma passa in sordina per le sue conquiste scientifiche seppur numerosissime. Cannabis terapeutica e startup israeliane vanno a tutta forza sviluppando nuovi prodotti e mezzi di somministrazione.
Ne parla anche il portale Silicon Wadi che approfondisce tematiche scientifiche e conquiste tecnologiche in terra di Israele che, è bene sottolinearlo, è il secondo più grande distributore di cannabis medica.
In questa nazione si svolgono ricerche avanzate e sperimentazioni cliniche per applicazioni di CBD e cannabinoidi in generale, come antagonisti di varie affezioni e malattie, senza dimenticare la lotta contro diverse forme di cancro in collaborazione con ricercatori anche italiani.
Cannabis terapeutica e startup israeliane – nuovi mezzi di somministrazione
Un primo esempio viene dalla CannRx, azienda statunitense affiliata alla Izun Pharmaceuticals Corporation dedicata a fornire analisi sulla cannabis e a ricercare e sviluppare prodotti farmaceutici di alta qualità. Operano appunto anche in Israele.
In questo caso lo sforzo dell’azienda, teso a caratterizzare e a valorizzare i suoi prodotti, è quello di catturare e stabilizzare i cannabinoidi. Per questo ha sviluppato un suo metodo capace di potenziare il processo chimico.
Il sistema brevettato CannRx-Izun è in grado di quantificare l’effetto biologico dei costituenti di una pianta separando il materiale botanico in complesse unità di efficacia polimolecolare (CPEU): sta brevettando una sorta di kit per test rapido in modo da analizzare quantitativamente i cannabinoidi specifici presenti nelle piante.
Altra idea prossima da brevettare è quella che consentirà di individuare un sistema di somministrazione catturando tutti i composti attivi della cannabis combinandoli in una forma di assunzione solida o liquida per un farmaco attivo che non richieda fumo o vaporizzazione.
A questa realtà si aggiunge la Israel Cannabis o iCan che lavora a una cannabis dosabile adatta, per esempio, a chi ha problemi di sonno grazie alla sua ican.sleep, inalatore a che contiene gli opportuni estratti da canapa.
Alla iCan si presentano con chiarezza come gruppo di professionisti che sta creando una vera e propria “rete globale per l’industria della cannabis” e offre “una soluzione end-to-end per lo sviluppo di prodotti e test clinici, utilizzando Cannatech (ndR: Accelerate Cannabis Innovation – a Tel Aviv primo vertice mondiale sulle proprietà della piantae innovazioni collegate) come piattaforma multimediale globale per mostrare queste tecnologie al mondo“.
Terzo esempio la israeliana Kanabo Research (Tel Aviv) che lo scorso ottobre ha vinto il prestigioso CannaTech Pitch Award al London Cannabis Event del 2017.
Patrimonio della Kanabo sono cinque formulazioni iniziali da estratti di cannabis medica per il trattamento dei disturbi del sistema nervoso centrale: due sono in attesa di brevetto, altri saranno applicabili a livello medico come farmaci “orfani”. Quest’ultima definizione si riferisce a quei prodotti potenzialmente utili nel trattamento di una malattia rara, ma non hanno mercato sufficiente per ripagare le spese del proprio sviluppo, quindi rimangono senza sponsor e… “orfani”.
La stessa azienda, oltre agli ultimi studi clinici che si concluderanno nel 2018, sta collaborando con un’omologa statunitense per la realizzazione di vaporizzatori di ultima generazione, più precisi, di alta qualità e affidabili, con “tecnologia del nucleo in ceramica CCELL ™, mantiene inalterata la qualità della formulazione durante la vaporizzazione”.
Cannabis terapeutica e startup israeliane – industria farmaceutica e tecniche di coltura
Fra le realtà israeliane non possono di certo mancare quelle dedite alla vera e propria creazione di farmaci che allo studio dei metodi da applicare alla canapicoltura.
La prima da citare fra gli esempi possibili è la BOL (Breath Of Life) Pharma che fornisce prodotti e sostanze farmacologicamente attive (API) relative ai cannabinoidi per l’industria farmaceutica e lo fa verso tutto il mondo. Come la stessa compagnia sottolinea, questo compito è svolto e apprezzato grazie a “un vasto know-how ed esperienza nella produzione e nella ricerca di colture”.
BOL Pharma sviluppa e produce farmaci “per conto” delle grandi multinazionali del farmaco (ndR: tecnicamente aziende di questo tipo portano l’acronimo CDMO), offre esperienza sia nello sviluppo clinico delle sostanze farmacologicamente attive in fase iniziale che nella fornitura commerciale. Nell’attività rientra anche la cosmetica.
In diretto confronto con le colture in campo è la Netafim che vanta una vasta esperienza nei sistemi di irrigazione a goccia, introdotta per la prima volta al mondo dalla stessa compagnia nel 1966 e nella micro-irrigazione.
L’applicazione di questi sistemi di irrigazione al settore della canapa è stato un immediato passo logico, sempre nel segno del minor spreco d’acqua e massimizzazione dei risultati oltre che della protezione ambientale, minore erosione del suolo.
È presente in ogni continente e anche in Italia.
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