Cannabis Sativa per la bonifica dei terreni contaminati in Sardegna anche nel triennio 2018-2020
È fatta, la Regione Sardegna prosegue con il finanziamento del progetto di sperimentazione condotto dall’agenzia Agris per il risanamento ambientale, esperimento svolto utilizzando colture di Cannabis Sativa per la bonifica dei terreni contaminati in Sardegna.
La prosecuzione è stata confermata grazie all’approvazione di un emendamento che ha visto come primo firmatario Luca Pizzuto (Art.1-Sdp), variazione che è stata inserita all’articolo 3 della legge di stabilità 2018, quindi quel punto della norma che si occupa di materie ambientali.
Cannabis Sativa per la bonifica dei terreni contaminati in Sardegna – le nuove cifre, i primi passi nel 2017
La spesa prevista e fissata dal Consiglio regionale è pari a 50.000 euro l’anno comprendendo il triennio 2018-2020 sempre sotto la cura dell’Agris, agenzia della Regione Sardegna per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica nei settori agricolo, agroindustriale e forestale.
Il primo passo in questo senso risale allo scorso febbraio 2017 (vedi articolo) quando la Regione Sardegna ha dato il via libera al progetto stanziando 450.000 euro suddiviso in tre anni contemplato già nella finanziaria regionale 2015.
Le zone sono trattate con processi di fitorisanamento (fitorimedio o fitorimediazione), tecnologia del tutto naturale di bonifica dei suoli dove vengono utilizzate alcune tipologie di piante in grado di estrarre metalli pesanti e di degradare composti organici presenti in terreni contaminati.
In questo caso viene utilizzata la coltura di Cannabis Sativa e il processo è in atto nelle aree del Sulcis-Iglesiente, Guspinese e quelle di Porto Torres, a Sa Zeppara per esempio, in una frazione agricola di Guspini, nel Medio Campidano.
Cannabis Sativa per la bonifica dei terreni contaminati in Sardegna – il periodo di sperimentazione e raccolta dati
I primi dati arriveranno già all’inizio del 2018 con il primo monitoraggio della stagione di coltura 2017 ma, come già ebbe a sottolineare l’Agris, sarà vitale l’osservazione del procedimento nel corso di 36 mesi, studiando la capacità cannabis e il suo grado di assorbimento dei metalli pesanti dai terreni contaminati.
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