CannaBusiness italiano più che triplicato dal 2005 a oggi con la Lombardia a trainare per numero di negozi
Come per tutte le forme di produzione enogastronomica e prodotti alimentari tipici e d’eccellenza esistono le guide del Gambero Rosso o la Michelin oppure Bibenda o le guide dell’Espresso, la Veronelli, Slow Wine, DoctorWine, citandone solo alcune, per il mondo della canapa esiste Magica Italia che traccia il quadro della situazione città per città, regione per regione. Che ne viene fuori? Il cosiddetto CannaBusiness italiano più che triplicato dal 2005 a oggi con la Lombardia a trainare la cannabis light-legale.
Roma è la città con maggiore presenza di negozi dedicati alla canapa.
Canna-Business italiano più che triplicato dal 2005 a oggi – analisi del settore commerciale
Un salto di ben oltre il 300 per cento con l’impulso più grande alla moltiplicazione dei punti vendita avvenuto negli anni 2015, 2016 e 2017 al ritmo tendenziale di quasi cento negozi nuovi l’anno.
Esistevano 100 shop nel 2005. Oggi sono oltre 400. Tra i prodotti più venduti, i semi di cannabis.
Grow shop, Head shop, Hemp shop, Smart shop, queste le tipologie censite, diverse fra loro per mercato-clientela di riferimento con alcuni comparti commerciali a volte fra loro in sovrapposizione. Naturalmente, come sottolineano nella guida, tre le tipologie di titolari, quelli che hanno il proprio negozio e proprio marchio, i franchising e i distributori che vendono direttamente ai consumatori e riforniscono altri negozi.
Come sottolineato nella guida, a seconda delle aree, centri più piccoli, grandi città, zone metropolitane, questi esercizi possono rendere dai 30/40.000 euro al mese fino a milioni di euro l’anno per le più grandi. La nuova legge 242 che ha iniziato a mettere ordine nel settore della canapa, la possibilità di vendere semi, la commercializzazione di cannabis che non ha praticamente principio attivo psicotropo, ha aperto e dato grande impulso a questo settore commerciale.
Canna-Business italiano più che triplicato dal 2005 a oggi – Cambia la clientela negli anni
Evidente il cambiamento di clientela negli anni, come registrato da Magica Italia. Originariamente consumatori di cannabis e appassionati di coltivazione che predominavano una decina di anni fa (o poco meno), “una fetta sempre crescente della clientela è ormai formata da non fumatori e da persone attratte dai prodotti alimentari e tessili a base di canapa. Questo cambiamento della clientela è il prodotto di quel processo di ‘normalizzazione’ della canapa che finalmente sta avvenendo anche in Italia“.
In netta crescita la cosmetica e l’attrazione di prodotti per il benessere, a cominciare dagli oli arricchiti al CBD, tanto per fare un esempio.
L’inventiva tutta italiana e dominante nel mondo per quanto riguarda i sapori, sta facendo nascere prodotti di gusto di alto livello in abbinamento anche a grani antichi e altri frutti dell’agricoltura, naturalmente a base di cannabis partendo soprattutto da olio-farine-semi.
Inoltre, le ottime proprietà della canapa, antiossidanti e di apporto alimentare, danno un impulso molto forte al settore alimentare.
Poi c’è il crescente mercato delle infiorescenze legali, presentate in varie forme, ormai fetta importante sia nella canapicoltura che nelle vendite dei negozi.
Il comparto che deve ancora esprimere le sue enormi potenzialità è quello della bioedilizia ancora impossibilitato a operare in pieno grazie alla bontà e alle caratteristiche vincenti della materia prima, dalla mancanza di diffusi ed efficienti impianti di trasformazione del materiale di base.
Sono tutti elementi preziosi, di conoscenza del mercato, da tenere presenti quando si intende aprire un negozio di settore.
Canna-Business italiano più che triplicato dal 2005 a oggi – classifica sul numero di negozi nelle varie regioni
- Sessantanove in Lombardia (14 a Milano città)
- Cinquantaquattro in Emilia-Romagna (9 a Bologna, 5 a Rimini, 4 a Modena e 3 a Piacenza)
- Quarantadue nel Lazio (26 a Roma città)
- Trentaquattro in Piemonte (8 a Torino città)
- Trentadue in Sicilia (8 sia a Catania che a Palermo)
- Trentadue in Veneto (4 a Padova, 3 a Vicenza e 2 a Verona)
- Trentuno in Toscana
- Trenta in Campania
- Ventidue in Puglia
- Quindici in Sardegna
- Quattordici fra Marche e Umbria
- Dodici in Liguria
- Otto fra Calabria e Molise
- Sette fra Abruzzo e Molise
- Sei in Trentino
- Quattro in Friuli
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