Cannabis Light Legale nel circuito dei tabaccai, l’esempio di Mr. Myld neonato distributore del settore
La tendenza del mercato è sempre più marcata, la Cannabis Light Legale nel circuito dei tabaccai. Quindi, oltre che essere un comparto di sempre maggiore successo, diventa più comune la diffusione in questa rete commerciale. L’esempio di Mr. Myld raccontato da Michele Raciti, amministratore unico della società.
Il passaggio da chef di grande esperienza al mercato della Cannabis Legale.
La scelta della rete distributiva dei tabaccai per la maggiore garanzia di correttezza nei comportamenti.
Cannabis Light solo dalla Svizzera e nel rispetto dei dettami delle leggi italiane (a cominciare dalla concentrazione di THC – insieme al THCA è al di sotto dei limiti stabiliti per legge), materia prima selezionata, assenza di nicotina, conservanti e pesticidi, confezionata oltralpe con il marchio Mr. Mild, ogni confezione numerata per consentirne la tracciabilità, quindi da colture biologiche e da chi ha una lunga esperienza nel settore.
Prevista per il cosiddetto utilizzo tecnico.
Concentrazione di CBD Cannabidiolo dall’11 al 22% (questo cannabinoide è tra i circa 110 rilevati nella Cannabis, ma vero toccasana come integratore, antiossidante, rilassante senza intaccare lo stato mentale visto che non è un elemento psicotropo come il THC, più una miriade di altre proprietà).
Cannabis Light Legale nel circuito dei tabaccai, l’esempio di Mr. Myld: l’intervista
Canapa Oggi – La tua Michele è un’esperienza nuova del settore. Quando ha preso vita Mr. Myld? Da quale tradizione lavorativa giungi?
Michele Raciti – Siamo diversi soci, compresa mia moglie, come Mr. Myld siano nati il 24 di novembre 2017. Prima abbiamo fatto vari incontri per capire, focalizzare sul prodotto girando l’Europa per selezionare la materia prima migliore, concludere la parte burocratica. Io sono uno chef, ho girato tutta l’Italia nel settore della ristorazione, da nord a sud compresa Sardegna, Sicilia, Toscana. Avevo una grande passione per la cucina e da giovane dalla gestione amministrativa mi trasferii in Sardegna per imparare il lavoro ai fornelli. Poi, crescendo, è arrivato l’impegno in strutture con chef stellati dove ho continuato a imparare tantissimo. Ora sono e siamo ad un’altra svolta già avviata e tutta da scoprire.
CO – Come mai il passaggio alla Cannabis Light Legale?
MR – È stato un caso, con il pc sono entrato nel sito di un venditore di canapa. Incuriosito dalla cosa, dalla Cannabis Legale, ho acquistato il prodotto e da lì è nato tutto: la bustina da tre grammi è arrivata a casa e la sera sono andato al ristorante parlandone al titolare Yoe Zhang. Da lì la profonda riflessione, siamo entrati in società inventandoci la nuova formula.
CO – Il vostro prodotto è solo proveniente dalla Svizzera?
MR – Si, importiamo solo dalla Svizzera, prodotto di primissima qualità, lì confezionato a garanzia delle proprietà e metodi naturali di coltura, poi importato in Italia. Come prodotto italiano invece trattiamo quello di alcuni coltivatori, ma venduto con il loro marchio.
CO – Nel vostro caso la distribuzione del prodotto avviene tramite le tabaccherie. Perché questa scelta?
MR – Si, fino a oggi abbiamo sotto mano trentacinque punti dove distribuiamo il nostro prodotto. Sono quasi esclusivamente tabaccherie. È stata una scelta consapevole, per quanto sia più difficile, quella di lavorare con le tabaccherie. Il settore non è normato con chiarezza. Mi è capitato di vedere in alcuni store anche dei minorenni, oppure testate locali che velano il settore di non completa legalità. Ci dissociamo da tutto questo, separiamo il marchio Mr. Mynd da tutto questo affidandoci a una rete di vendita, i tabaccai, abituati a fare da argine al consumo di minorenni, a osservare argini ben precisi e regole certe. Sono molto affidabili e noi diamo loro assolute raccomandazioni, prima di tutto la proibizione di vendita a chi non ha raggiunto la maggiore età.
CO – Sulla questione infiorescenze, nonostante l’affermazione del comparto, manca ancora chiarezza.
MR – Ci sono troppi elementi di confusione sulla questione infiorescenze. Ho cercato di spiegarlo anche a miei competitor che oggi occorrerebbe sederci attorno a un tavolo, dare vita a nuove regole per tutelare far crescere il settore nella maniera più sana e più giusta. Confrontarci con le autorità che devono emanare le norme, parlare con il Monopolio, la Federazione Nazionale Tabaccai. Una persona da sola non fa nulla. Andare in ordine sparso non serve a nulla. Noi stessi del comparto facciamoci una federazione!
CO – A oggi in quali aree sono collocate le tabaccherie e gli altri punti che vendono il vostro prodotto?
MR – I punti che distribuiscono Mr. Myld sono a Milano, nella provincia di Brescia, in quelle di Bergamo, Cremona, Lodi e Mantova. Della parte commerciale me ne occupo direttamente creando un’insieme di addetti e facendo meticolosa selezione, compito per nulla semplice ma finalizzato ad avere rappresentanti di ottimo livello, preparati, capaci di creare rapporti profondi con i punti vendita nuovi e con quelli già appartenente alla nostra rete.
CO – Per adesso i punti di distribuzione sono al Nord. L’evoluzione futura?
MR – La nostra maglia di vendita è in continua e forte espansione, entriamo nelle attività, spieghiamo cosa è il nostro prodotto e chiediamo loro se vogliono collaborare con noi. Adesso stiamo avendo contatti con realtà di vendita più a Sud, li stiamo sviluppando, abbiamo fatto vendite a Roma e stiamo curando l’online per dargli il via definitivo. Di sicuro la discesa a punti di distribuzione che si trovano a latitudini più basse sarà fatta inizialmente con maggior forza fino a Firenze.
CO – Qual è la situazione alla dogana, visto che importate dalla Svizzera?
MR – Le condizioni sono piuttosto confuse. La decisione di rafforzare la maglia e fare controlli maggiori la comprendo e la condivido in pieno perché nell’importare molti fanno qualche pasticcio. Se, da una parte, c’è una sofferenza delle strutture statali nell’utilizzare i giusti metodi di analisi per misurare la presenza di THC nel prodotto che è in entrata in Italia, dall’altra c’è chi tra gli italiani gioca slealmente.
CO – In fase di importazione c’è quindi chi gioca slealmente… in che senso e come?
MR – In dogana ci sono stato di persona. Arriva per esempio il pacco con il codice che indica che può esserci presenza di pianta da canapa. E non passa, deve essere controllato prima. Poi ne arriva un altro che ha invece il codice che è la voce doganale per tessuti a base di canapa… e questo passa liberamente. Magari però dentro quest’ultimo c’è canapa come nel mio pacco e non tessuto, ma ci sono infiorescenze. Un sistema non può funzionare così premiando alcuni furbetti. Occorre un controllo con test a campione e l’apertura delle confezioni a prescindere dei codici riportati nei cartoni. Non è possibile cambiare un numero, metterci quello “giusto” per non incontrare ostacoli e far passare di tutto. È tristissimo da raccontare, ma è così. Arriva a passare prodotto svizzero che supera abbondantemente anche lo 0,6% di THC.
Mr. Myld Cannabis Light Legale nel circuito dei tabaccai: i prodotti distribuiti
Per quanto riguarda la Cannabis Legale Mr Myld ha due linee di prodotto: Sweet Dream e Green Devil.
La prima, Sweet Dream, con CBD in concentrazione di circa l’11%, infiorescenza di canapa da seme certificato, fiori interi puliti a mano e imbustati all’origine, buste da 2,8 grammi.
La Green Devil, prodotto di qualità superiore, sempre a pieno trattamento Bio, CBD Cannabidiolo a circa il 22%, confezioni da 1,5 grammi.
Mr. Myld s.a.s.
Sede legale a via Giacomo Franchi, 4
27100 Pavia – Italy-Italia
gruppo Facebook: www.facebook.com/mrmyldOfficial/
e-mail: info@mrmyld.com
…. penso sia un grosso se non enorme errore, entrare nel settore tabaccai, in quanto questa mossa non sfuggirà allo Stato, sempre pronto a monopolizzare qualsiasi settore a lui già collegato.. vedi x il vape delle e-sigarette. Il settore della canapa nn industriale come tale, è e deve essere solo ed esclusivamente commercializzata attraverso grow-shop e simili, senza entrare nel business di altri..!!
D’altronde nell’etichetta delle infiorescenze c’è scritto di non fumarle…. cosa le vendi a fare ai tabaccai, mettendo a repentaglio il lavoro italiano di tanti piccoli produttori..?
… ma bravo che sei…
E voi di canapa oggi lo intervistate…
Bravi, Voi si che siete pro’ canapa…
… commenti zero…?
eppure sono sicuro che ne avevo lasciato uno… e nn vi è piaciuto..ehh.Anche qui la trasparenza o l opinione altrui nn piace.Come la critica al vostro sponsor…immagino, così censurate….
incapaci oltretutto di non accettare critiche verso di voi..
… amici del denaro nn della canapa..
assomigliate sempre più a quei ragnetti rossi per la Canapa….
Buon pomeriggio! Chi sarebbe nostro sponsor? Non l’azienda oggetto dell’articolo. In stile puramente cronachistico e giornalistico si racconta la realtà del settore canapa italiano (e non solo d’Italia). Ci sono aziende che distribuiscono nei tabaccai perché si dicono più sicure che i titolari di questi negozi sorvegliano meglio che il prodotto non vada in mano a minori? Bisogna scriverlo. È la soluzione migliore dal punto di vista distributivo? Quali conseguenze? Si è aperti al dibattito e al confronto. Sono i lettori a dover dare la risposta. Canapa Oggi e io in primo piano, Giuseppe Grifeo, giornalista professionista da oltre 25 anni, devo osservare, fare domande e poi raccontare. Il parere a chi legge e commenta. Canapa Oggi narra lo stato dei fatti della Canapa Industriale e dei settori connessi o paralleli… altrimenti di molte cose non si avrebbe notizia e nemmeno un minimo di ritratto.
Come e dove si acquista ?
Buon pomeriggio, l’azienda che è stata oggetto di analisi giornalistica ha descritto per bocca del suo amministratore unico che in gran parte vende in tabaccherie del Nord… ma non solo. Nell’ambito dell’articolo ci sono link al sito di Mr. Mild che ha una sezione dove inserire il proprio Cap: in questo modo la pagina web dell’azienda darà una risposta sia grafica in mappa, che scritta con indirizzo del punto vendita più vicino.
A presto!
buongiorno, dal 2000 mi occupo di Canapa a livello di primo lavoro ( mi sono licenziato da Dir. Acquisti in importante azienda per entrare in questo mondo ) , da sempre sono convinto ( forse per la mia mentalità commerciale ) che se vogliamo che la Canapa ritorni alla grande necessariamente bisogna creare un giro virtuoso economico, altrimenti…tanti come me hanno dovuto abbandonare o implementare la propria attività perchè se la Canapa non rende, tante belle parole ma alla fine del mese si deve fare i conti col vil denaro…anch io inizierò commercializzazione di Canapa legale nel circuito erboristico e ..tabacchi se troverò giusto partner. In ogni caso ad ognuno la libertà massima di esprimere le proprie idea ma con i soli ideali non si mangia..
Ora che le dogane a quanto pare costeranno l’importazione come vi state ponendo?
Ritengo anche io la mera commercializzazione il più grave danno in ottica di recupero del patrimonio e il lavoro in Italia.
Uno chef che compra in Svizzera e vende in Italia non da nulla al nostro paese ma solo al proprio portafoglio. Tali attegiamenti oltre a risultare in una concorrenza scorretta nei confronti di chi coltiva secondo normative europee, sono in grado di ingenerare equivoci e rendere più rigide le già rigide normative italiane.
Una testata che si chiama canapa oggi dovrebbe essere maggiormente critica sull’import da paesi con normative non equivalenti.
Sono dell’idea che vada ampliata ampliata ove possibile favorita, la filiera italiana a tutti vantaggio della nostra economia, del lavoro, della sensibilizzazione e fiducia dell’opinione pubblica.
Ora che le dogane a quanto pare costeranno l’importazione come vi state ponendo?
Ritengo anche io la mera commercializzazione il più grave danno in ottica di recupero del patrimonio e il lavoro in Italia.
Uno chef che compra in Svizzera e vende in Italia non da nulla al nostro paese ma solo al proprio portafoglio. Tali attegiamenti oltre a risultare in una concorrenza scorretta nei confronti di chi coltiva secondo normative europee, sono in grado di ingenerare equivoci e rendere più rigide le già rigide normative italiane.
Una testata che si chiama canapa oggi dovrebbe essere maggiormente critica sull’import da paesi con normative non equivalenti.
Sono dell’idea che vada ampliata ampliata ove possibile favorita, la filiera italiana a tutti vantaggio della nostra economia, del lavoro, della sensibilizzazione e fiducia dell’opinione pubblica.
Buon giorno, ha usato proprio il termine giusto, “testata”. Il che vuol dire che, come da giornalismo puro, si racconta la realtà che ci circonda, in questo caso quello della Canapa industriale in genere.
Canapa Oggi si rivolge al mercato professionale in primis, quindi deve parlare delle varie forme che stanno prendendo piede nel settore, colture, distribuzione, sperimentazione e altro.
La critica o le distanze non si prendono con articoli “di cronaca”, quelli che raccontano cosa accade (e devono farlo asetticamente, umanamente parlando), ma si attuano con editoriali che sono articoli/approfondimento nei quali si ragiona, si riflette.
Detto questo, anche in un articolo di riflessione (non è questo qui pubblicato) il massimo che si potrebbe fare è mettere in evidenza l’import di materia prima con Paesi che hanno diverse norme sulle caratteristiche del “materiale” oggetto di scambio, quindi sui controlli in Italia per far rispettare le nostre leggi.
Poi anche una riflessione sulla distribuzione tramite i tabaccai, ragionamento non secondario, che oggi vede diverse prese di posizione, anche sullo stesso fronte dei tabaccai.
Comunque, nel caso specifico dell’import dalla Svizzera, sempre a livello di cronaca, abbiamo scritto un articolo che mette in campo diverse contraddizioni: le autorità potevano fare di meglio e senza prestare il fianco su cose che, probabilmente, non conoscono bene. Questo è il vero guaio che inficia qualsiasi controllo, la capacità di farlo e di proteggere la realtà italiana. Da leggere al link: http://www.canapaoggi.it/2018/03/09/importazioni-di-cannabis-light-legale-confusione-svizzera-meglio-italiana/
Ma non diciamo eresie!
Utilizzare soltanto tabaccai come rivendita autorizzata sarebbe la morte di questo nuovo comparto.
Verrebbe incrementata la tradizione tutta italiana di creare caste per chiudere la porta in faccia a tanti imprenditori che potrebbero nel loro piccolo creare migliaglia di nuovi posti di lavoro.
E non siate ipocriti parlando di vendite “corrette” avendo maggiore controlli sui minorenni, spingete per una correzione della legge, ma non BLOCCATE il mercato, sarebbe una sconfitta per tutti, produttori, negozianti e consumatori , i quali andrebbero a pagare di tasca loro i costi maggiorati di questa ASSURDA politica di nepotismo e farebbe guadagnate soltanto la casta dei Tabaccai.
Buongiorno.
Perché il mio commento non è stato inserito? La verità fa’ male? La democrazia è libertà di espressione cara canapaoggi!!!!
Nessuna censura, Guido. Semplicemente, ce ne siamo accorti solo adesso. Ci sono centinaia di commenti che vanno autorizzati e poco tempo per farlo.