Canapa Mundi cresce ancora, edizione 2018 oltre 30.000 visitatori
Canapa Industriale, Grow, conferenze e approfondimenti, realtà associative, Canapa Mundi cresce ancora, la quarta edizione in questo 2018 va oltre i 30.000 visitatori.
Il numero è ancora da definire con precisione, si stanno analizzando tutte le presenze per avere un numero preciso. Comunque, rispetto agli oltre 23.000 dell’edizione 2017, il trend è in ineluttabile salita.
Venerdì 16 e sabato 17 febbraio sono stati molto partecipati, ma domenica 18 è stato pienone assoluto: fra i corridoi e padiglioni sembrava, a volte, di essere quasi dentro un bus affollato.
Questo articolo riguarda una panoramica “sensoriale” nel segno delle impressioni lasciate da questa grande manifestazione romana.
Seguiranno altri servizi tematici su novità, presenze e approfondimenti, oltre a una galleria foto tutta dedicata a Canapa Mundi.
Canapa Mundi, tipologie di visitatori e poi lei, la regina… la Cannabis Light Legale
Tanta curiosità tra la gente, famiglie, gruppi di amici e molti “over” alla loro prima esperienza in una fiera di questo tipo, incantati da abbinamenti a cominciare dal settore alimentare, come le tavolette di cioccolato alla canapa o il vino alla canapa. Occhi spalancati su prodotti di tutti i tipi.
“Ma tu guarda una crema come la Nutella con dentro anche la canapa – ha detto una signora di oltre 65 anni al marito – Che facciamo, la proviamo?“.
Questa domanda la dice tutta sul bagaglio culturale che da generazioni ci portiamo dietro, dopo decenni di demonizzazione totale della pianta di Cannabis. Un segno che ha lasciato una sensazione ben annidata nei meandri della nostra mente.
Condizione che fa avvicinare con titubanza a queste novità odierne, come gli uomini dei primordi si accostarono timidamente al fuoco. Circospezione iniziale verso un prodotto alimentare con Canapa che è capace di accendere il desiderio e la curiosità, che avvince subito quando olfatto e palato hanno modo di provarlo.
Così le mani della coppia tanto incuriosita da quel cioccolato alla canapa si sono mosse.
Dagli occhi sono passati all’assaggio e all’acquisto dopo un’accennata ‘spintarella’ psicologica data loro da chi scrive questo articolo: “Provate, provate, l’ho gustata in più fiere. È proprio ottima“.
I due sono subito passati all’azione… con gusto.
Inutile qui ripetere le tante proprietà di semi e olio di Canapa, delle farine, dei prodotti concentrati al CBD concentrato.
Comunque a Canapa Mundi la regina delle aree Hemp e Grow quest’anno è stata la Cannabis Light Legale. Stand specifici molto presenti, diffusi quelli dei produttori del comparto, inoltre il prodotto era ormai offerto in tantissimi spazi allestiti da varie aziende.
La Cannabis Light ha monopolizzato molta dell’attenzione generale. È indubbio.
Oltretutto, si trova al centro di un’attività che, a chi la pratica, sta dando parecchi proventi.
Il problema è nato quando tra i visitatori della Fiera si è constatato il livello di conoscenza del settore, quanto sanno della Canapa, come portarla in campo, come avviare i propri terreni, lavorarci sopra, cosa stavano osservando e acquistando negli stand, da dove arrivava quella merce.
Canapa Mundi cresce ancora, ma non la consapevolezza di tanti che si accostano al settore. Diffondere informazione corretta: l’importanza di una fiera
Tantissima gente, molti con la voglia di provare a “fare canapa” cominciando dalla base, mettendo a frutto il proprio appezzamento. Proprio qui è “cascato l’asino”.
Tra i visitatori c’è stato chi ha persino chiesto come fare per coltivare la Cannabis Terapeutica visto che lo Stato ha emanato un bando per la fornitura… domanda fatta (a Serena Caserio di Nonna Canapa, tanto per fare un esempio) senza avere alcuna idea sulla regolamentazione in Italia: l’unico produttore ammesso per la Cannabis Terapeutica è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Il resto della materia prima si deve importarla dall’estero. Almeno finché non cambierà la norma.
Oppure, come raccontato da altri espositori e da rappresentanti di associazioni presenti in Fiera, diversi hanno chiesto di volere semi per una varietà di Cannabis “che nessuno qui dentro ha!“.
Altra osservazione, la presenza in alcuni stand di prodotti in vendita senza conoscerne provenienza o l’uso, tanto che diversi visitatori sono passati dalle associazioni per avere chiarimenti sui prodotti acquistati al padiglione Carmagnola.
Operatori ed esperti a tirare le somme e a riflettere immersi nel mondo di Canapa Mundi
Tra gli operatori del settore e tecnici è serpeggiato il desiderio di dare “più aria” alla fase produttiva della Canapa rispetto all’attuale esposizione spinta verso la commercializzazione. A sottolinearlo anche un professionista del settore, Andrea Spurio.
Su questo punto le esigenze di nuovi spazi nonché organizzative si scontrano con le possibilità di accontentare le tante sfaccettature del settore Canapa.
Probabilmente servirebbe un altro padiglione (con conseguente innalzamento dei costi per gli organizzatori) o un appuntamento appositamente dedicato. C’è da fare chiarezza mentale e, soprattutto, comprendere se dal punto di vista logistico sia possibile organizzare una fiera così multiforme.
Meno semi da collezione? Meno florovivaismo?
C’è da ribadire che, fino a oggi, la manifestazione capitolina Canapa Mundi è quella che ha regalato una panoramica più ampia. Uno spazio per convegni e approfondimenti più ricco e autorevole spaziando dalle tecniche di coltura, convenienza finanziaria e resa prodotto, panoramiche sulle macchine di lavorazione.
Il tutto fino alla Cannabis Terapeutica e alle sfilate di moda per abiti in tessuto di Canapa.
In più, da apprezzare è la volontà degli organizzatori di crescere per dare visibilità a tutti.
Dalla coltivazione/trasformazione, al Grow passando per il settore strettamente alimentare, quest’ultimo un po’ compresso per la verità, ma in una precedente intervista (clicca qui per leggerla) il motivo è stato ben spiegato da Gennaro Maulucci, presidente dell’Associazione Culturale Tuanis che organizza Canapa Mundi.
L’interesse per questa Fiera Internazionale della Canapa a Roma è del tutto evidente, era presente anche una giornalista del New York Times.
Nei padiglioni anche realtà statunitensi della canapa, una in particolare, a curiosare tra gli stand.
C’è chi come Alessandro Palumbo di Hemp Farm Italia, ha visto questa presenza a stelle e strisce come prodromica a un’invasione di prodotti Usa a basso prezzo, come già avvenuto in Svizzera.
Canapa Mundi: si fanno più urgenti le esigenze di un settore ancora abbozzato
Necessario quindi sviluppare la produzione italiana, darle qualità, ampliare col tempo le genetiche nostrane praticamente decimate dopo decenni di messa al bando.
Oggi mancano selezioni mirate e sono difficili da trovare gli stessi semi per avviare le stagioni agricole con conseguente affannosa ricerca nel mercato estero, in special modo in quello francese. Altrimenti si rischia di rimanere con i propri campi vuoti e improduttivi.
Aspetto di primaria importanza e non secondario ai precedenti, quello di organizzare unitariamente agricoltori, trasformatori, produttori.
Che la Canapa italiana a chilometro zero possa essere vicina oltre che per il settore alimentare? Il primo riferimento è sempre alla Cannabis Light che oggi in Italia porta in buona parte il bollino svizzero (forse ancora per poco visti i blocchi alle dogane).
Se questo settore della Cannabis Light sarà regolamentato ad arte, primeggerà solo se italiano.
Per tutte le altre considerazioni si rimanda a successivo articolo.
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