Chiarezza sulla Cannabis Terapeutica in Sicilia: la lettera delle associazioni
Una delibera di giunta del 2014 e poi il nulla o quasi. Le associazioni territoriali e i Radicali hanno inviato una lettera al presidente della Regione Siciliana per avere chiarezza sulla Cannabis Terapeutica in Sicilia e la mancata organizzazione nel territorio.
Lo scritto è stato spedito al presidente regionale Sebastiano-Nello Musumeci e al presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè.
Tra le altre firme, porta quella di Rossana Tessitore del Comitato “Esistono i Diritti”, di Fabrizio Fernandelli e Zelda Raciti dei Radicali Italiani, Giuseppe Brancatelli dell’associazione BisTer e Gaetano D’Amico di + Europa con Emma Bonino.
Chiarezza sulla Cannabis Terapeutica in Sicilia: la richiesta di un incontro per fare il punto
I firmatari chiedono un incontro per tracciare il punto della situazione sulla cannabis terapeutica. Tutto inizia da una storia che risale a ben quattro anni fa, a una delibera della Giunta regionale datata 2014 “sulla erogazione dei medicinali e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi”.
Quel documento di allora, votato dagli assessori e presidente dell’epoca, prevedeva anche di favorire la diffusione dei risultati scientifici, medici e terapeutici tra i medici e i farmacisti. Si dovevano anche valutare le possibilità di convenzioni con centri di ricerca autorizzati da coinvolgere nell’eventuale produzione dei farmaci (per adesso lo Stato tiene centralizzata questa possibilità al solo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze) in modo che si potesse dare più facilmente soddisfazione ai tanti malati interessati da terapie a base di Cannabis Terapeutica e che le casse della Regione Siciliana potessero ottenere un forte risparmio.
“Alla delibera fecero seguito le dichiarazioni roboanti del Presidente della Regione, Rosario Crocetta – raccontano i firmatari della lettera – il quale dichiarò essere la Sicilia, finalmente, all’avanguardia per le cure mediche alternative, superando tabù e preconcetti di natura ideologica che avevano impedito l’utilizzazione di una pianta demonizzata per tanti anni”.
“La delibera arrivava dopo poco più di un anno dalla presentazione di due disegni di legge molto simili – continua a descrivere la missiva inviata all’attuale presidente Musumeci – i cui primi firmatari erano, rispettivamente, i deputati Fabrizio Ferrandelli e Giancarlo Cancelleri. Era un traguardo insufficiente ma, almeno, un piccolo passo verso il diritto alla Libertà di cura”.
“Ad oggi, nulla è stato fatto per dare attuazione ai punti fondamentali della delibera – conclude il ritratto della situazione – e nulla è stato fatto da parte di chi avrebbe avuto il dovere politico di intervenire all’interno dell’Istituzione deputata, malgrado il disagio di tanti malati, molti dei quali sono ancora costretti a ricorrere alla morfina per la terapia del dolore subendo effetti collaterali pesantissimi”.
Chiarezza sulla Cannabis Terapeutica in Sicilia: a chi è indirizzato questo tipo di trattamento
Da rammentare che le terapia a base di cannabis è dedicata ad affezioni stabilite dal ministero della Salute ed elencate con precisione, senza dimenticare che questo settore sta aprendo sempre nuovi spiragli di cura e trattamenti.
I farmaci o preparati, quello italiano, l’FM2 (contenente THC 5% – 8% e CBD 7,5% – 12%) prodotto dallo stabilimento militare di Firenze o l’olandese della linea Bedrocan (in diverse varianti a seconda delle concentrazioni) o le infiorescenze fornite recentemente dalla canadese Aurora Cannabis Inc. (ACB) che ha vinto il bando italiano di fornitura (la materia prima in Italia manca in maniera cronica a fronte delle ampie esigenze sanitarie), sono a disposizione dei pazienti solo dietro prescrizione medica di struttura ospedaliera o specialista-neurologo.
Questi preparati si trovano negli ospedali e farmacie ospedaliere, oltre che nelle farmacie che ne curano preparazioni galeniche.
Fornitura a singhiozzo per mancanza di Cannabis Terapeutica che in molte regioni, Sicilia compresa, ha lasciato nei guai molti pazienti, per parecchi mesi, senza possibilità di continuità terapeutica.
Basta richiamare alla memoria l’evento (cliccare per leggere) organizzato per il 2 dicembre 2017 dall’Associazione Canapamo al Palazzo della Salute di Bastia Umbra.
Ad avere bisogno di questo trattamento sono persone affette da patologie farmacoresistenti (altri farmaci sono totalmente o in gran parte inefficaci). Senza i preparati a base di cannabis sono lasciate preda di tremori incontrollabili, attacchi epilettici (molti sono bambini), agli effetti devastanti dei dolori da chemioterapie per combattere tumori, alle conseguenze fisiche dei trattamenti contro il virus Hiv.
Artrite psoriasica, spasmi dovuti alla sclerosi multipla, pazienti affetti da Fibromialgia, tanto per fare pochi esempi.
Cannabis Terapeutica, le patologie contemplate dal ministero della Salute
Il quadro è descritto dal Decreto del ministero della Salute del 9 novembre 2015 che definisce sia la produzione che tutti gli aspetti legati al tema, comprese le preparazioni e conservazioni nelle farmacie.
Inoltre, stabilisce che la prescrizione di cannabis ad uso medico in Italia riguarda diversi impieghi come trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard e che la lista di patologie stabilita nel 2015 andrà aggiornata ogni due anni tenendo conto delle nuove ricerche ed evidenze cliniche.
Impiego, quindi, fissato inizialmente nel 2015 per:
- analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali;
- analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace;
- l’effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali;
- l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard;
- l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;
- la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.
La rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Regionale è subordinata alle indicazioni emanate da parte delle regioni o province autonome.
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