La piemontese Cannabidiol Distribution cresce nella Cannabis Light-Legale
Non è semplice creare dal nulla una realtà di distribuzione-fornitura nel settore della Canapa, eppure in otto mesi il progetto ha preso vita e si è espanso parecchio. La piemontese Cannabidiol Distribution cresce nella Cannabis Light-Legale, rifornisce oltre 400 punti vendita.
La distribuzione avviene soprattutto in tabaccai dove l’azienda piazza le proprie confezioni, mentre ormai da mesi produce in proprio: sono colture indoor per 300 metri quadri e altri 600 in serra, tutti nel torinese. Nove i dipendenti e 21 gli agenti di commercio a caccia di nuovi clienti e punti commerciali su tutto il territorio italiano.
Al centro dell’attività la cosiddetta Cannabis Light-Legale in diverse varietà, tutta quindi di produzione italiana, cui si aggiungono olio e resine al CBD e altro ancora.
A capo di tutto Luca Fiorentino, quasi 23 anni, nato a Torino ma sangue siciliano.
“Le varietà vengono naturalmente scelte da sementi certificate. Primeggiano Carmagnola selezionata, Futura75, Kompolti – dice Luca Fiorentino – È stato un processo di scoperta graduale dopo diverse prove, un’esperienza sperimentale che ci ha indirizzato verso queste tre varietà come ottimali per la coltura indoor ottenendo il miglior rapporto qualità/quantità”.
La distribuzione si aggira sui 30 chili al mese circa con una tipologia di consumatori che riguarda età più avanzate invece che i giovani. “Con questo intendo comprendere persone dai 30 ai 50 anni anche se non mancano punte riguardanti anche sessantenni”, sottolinea Luca.
Continue le analisi di laboratorio a campione effettuate in due fasi differenti: “Durante la fioritura della Canapa e a prodotto finito nella confezione – racconta Luca – analisi effettuate all’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino nel suo centro antidoping”.
Cannabidiol Distribution cresce nella Cannabis Light-Legale: dall’esperienza catalana all’Italia
Esperienza già fatta in Spagna, a Barcellona, quindi non senza conoscenza della gestione e coltura della Canapa, “mai in passato avremmo pensato di tornare in Italia e far partire una simile iniziativa. Ma l’Italia è la nostra casa, il nostro Paese, si sono create le condizioni, c’è adesso un bel mercato: a noi come gruppo così esperto del settore, ci sembrava assurdo non tornare. Così ci siamo trasferiti a Torino”.
CO – A questo punto racconta l’inizio e l’evoluzione di Cannabidiol Distribution.
LF – “Con la distribuzione si è partiti in Piemonte e siamo stati proprio i primi. Ho iniziato da solo con la mia borsa andando nelle tabaccherie e nessuno ancora non ne sapeva nulla. Molti mi mandavano via credendomi pazzo, spesso al solo sentire la parola ‘Cannabis’. Molti altri hanno accettato il prodotto anche reagendo positivamente e di impulso. A Torino, caso emblematico, in una storica farmacia reagirono assai male, mi cacciarono letteralmente via al pronunciare il nome della pianta”.
CO – Dalla fase d’inizio l’azienda è poi decollata.
LF – “All’inizio compravo la canapa da un’associazione di Torino, avevo un piccolo locale commerciale per il confezionamento e poi ne curavo la distribuzione. Ordine dopo ordine, successo dopo successo, sono riuscito a strutturare il tutto: adesso lavoriamo in due locali commerciali da 120 metri quadri l’uno, coltiviamo indoor il prodotto e lo piazziamo in oltre 400 punti vendita”.
CO – Puntualizza sulla natura commerciale del fiore di Cannabis proposto come Light-Legale e sulla vostra proposta nei punti vendita.
LF – “Se il CBD ha riconosciute doti terapeutiche e ottime per la salute, riguardo ai fiori ad alto tenore di cannabidiolo il discorso cambia proprio nella proposta. Per situazione legislativa incompleta, la Cannabis Light può essere venduta specificando due diciture: per uso ‘tecnico’ o ‘collezionistico-florovivaistico’. Lo ripetiamo continuamente oltre che scriverlo. La nostra proposta è per il collezionismo. Ciò non toglie che sul nostro prodotto le analisi siano continue. Siamo gli unici che le facciamo anche sulla presenza di muffe e pesticidi per rimarcare la pulizia e la piena naturalezza di quanto proponiamo. Quindi, non facciamo solo analisi sul contenuto di THC e CBD” (a fine articolo le relazioni di alcune delle ultime analisi).
CO – Il tuo è un osservatorio privilegiato e diretto sul mercato della Cannabis Legale. Le tue considerazioni sulla situazione?
LF – “Molti si sono buttati su questo mercato in fortissima espansione, ma sono al 95 per cento circa imprenditori che provengono da altri settori. Al contrario, noi abbiamo sempre fatto Canapa, a cominciare, come già raccontato, da Barcellona. Conosciamo benissimo la pianta, le sue particolarità, le temperature ottimali, i livelli di umidità migliori per coltivarla e i periodi preferibili, i livelli di qualità del fiore. Nell’attuale boom di questo mercato italiano assistiamo a cose assurde dalle quali manteniamo la più assoluta distanza: parecchi vendono Cannabis Light vestendolo da prodotto terapeutico mentre non lo è, spesso è proposta da venditori come tisane, illegale a cominciare dal packaging fino a presunte analisi che vengono presentate al consumatore finale o al punto vendita. Senza considerare chi si rifornisce dalla Svizzera e poi vende il prodotto come italiano”.
CO – Soluzioni a questa sorta di situazione senza regole?
LF – “Occorre una grande pulizia e controllo nel settore, deve esserci un ente che faccia verifiche, non monopolio, ma che dia ordine al comparto. Però, allo stesso tempo, devono esserci norme chiare, una legge che non lasci punti equivoci e zone normativamente indeterminate come quelle in cui oggi siamo costretti a muoverci. Occorre sia fissata una destinazione d’uso precisa e univoca. La dicitura ‘uso tecnico’ per il fiore di Canapa, per esempio, a me fa paura: è una presa in giro, una terminologia che in Italiano non significa nulla. Meglio la dicitura ‘uso collezionistico‘ ancora più facile da far accettare a livello sociale”.
CO – Ma le criticità vanno anche oltre…
“Sì, problemi su come viene trattato il prodotto, pulito, tagliato, essiccato. Sono procedimenti delicati e oggi c’è molta approssimazione. Per questo ci siamo messi in gioco visto che già ci siamo fatti le ossa da tempo, comprendiamo bene la materia prima che andiamo a trattare, la qualità da mantenere al più alto livello. Dopo questa impennata del mercato rimarranno solo coloro che saranno stati capaci di assicurare qualità assoluta e serenità legale ai punti vendita e agli acquirenti”.
CO – Torniamo al vostro target, descrivi i punti vendita nei quali piazzate il vostro prodotto e gli obiettivi futuri.
LF – “Il 95 per cento dei punti che riforniamo sono tabaccherie, il resto sono erboristerie e negozi di settore. Ogni settimana registriamo sempre più nuovi clienti e cresce il numero degli ordini. Adesso stiamo strutturando la stessa distribuzione a Parigi, un paio di mesi di lavoro e lì faremo lo stesso lavoro. Un prodotto sempre entro lo 0,2 per cento di THC. Ci teniamo alla completa aderenza di quanto Cannabidiol Distribution propone rispetto alle normative vigenti tenendo stretta la collaborazione con alcuni avvocati”.
CO – Tanti clienti e tutti sparsi lungo l’intero territorio italiano?
LF – “Geograficamente nel suo pacchetto clienti Cannabidiol Distribution ha circa 220 punti vendita nel solo Piemonte. Stiamo allargando la rete di distribuzione, arriviamo fino in Sicilia con un forte partner. Per adesso il nostro prodotto manca solo in Abruzzo e in Emilia. Adesso usciremo anche con una nostra linea di vaporizzatori, preferiamo fare tutto di nostra produzione, con progettazione da laboratori a noi affiliati. Ma andremo ancora oltre ampliando l’offerta”.
Cannabidiol Distribution
(pagina Facebook)
via Cercenasco 1/m
zona Mirafiori – 10135 Torino
telefono: 3809021283
email: cbdistributionto@outlook.com
Ciao ho provato il vostro prodotto a Spotorno e devo dire che la Orange Bud e davvero la migliore nel settore che ho provato prezzo ottimo ma vorrei sapere se la posso provare in provincia di Pavia o se fare spedizioni
Per me che ho coltivato carmagnola thc 0.3 13 cbd. È di fatto un prodotto agricolo , come la patata