Dopo quattro anni Canapa Sativa Italia è Associazione, l’unica a unire tutti, dagli agricoltori ai commercianti ed esperti
Hanno osservato, si sono confrontati con gli operatori della filiera della Canapa industriale, hanno dato vita per questo a una nota pagina Facebook colma di documenti, consigli, migliaia di iscritti (sono arrivati a 13.016 il 18 luglio 2018) che si incontrano e si scontrano sui temi che fanno da fermento in questo settore in forte evoluzione dell’agricoltura, del commercio e della produttività italiana. In Breve, Canapa Sativa Italia oggi ha una nuova veste, quella di vera e propria associazione.
È l’unica associazione (link alla pagina Facebook) che segue una vasta pluralità di soggetti, “tutti coloro che sono coinvolti nei vari comparti della Canapa, dal seme al prodotto scontrinato dei negozi”, sottolineano coloro che le hanno dato vita.
È anche un sistema economico, un terzo degli aderenti sono coltivatori, gli altri rappresentano tutti i comparti del settore compresi esperti e tecnici.
Il “come è” dell’Associazione Canapa Sativa Italia
Il progetto di trasformazione di CSI (Canapa Sativa Italia) in associazione è iniziato a ottobre 2017, cammino non brevissimo ma necessario per dare un’articolazione piena, efficiente e fattiva al nuovo organismo.
Un quintetto di operatori della Canapa ed esperti compone il consiglio direttivo: Davide Galvagno, presidente, poi tre vicepresidenti ognuno con la propria area di intervento, Stefano Zanda, Matteo Calzuola, Massimo Cossu, mentre Andrea Spurio ha il ruolo di direttore generale.
Tutti ben noti per il loro impegno come tecnici e come titolari di realtà produttive della Canapa, hanno fondato l’Associazione.
Per dare un’idea delle dimensioni e della tipizzazione associativa, “Siamo dotati di una moderna piattaforma di comunicazione – sottolineano i cinque fondatori – che ci permette di condurre assemblee quotidiane con aggiornamento costante, riunioni vocali due volte al giorno fra tutti gli associati. È l’unica associazione in cui gli associati sono il cuore”.
Chiunque desideri essere aggiunto alla piattaforma di comunicazione CSI deve solo compilare il form di adesione alla rete https://goo.gl/forms/I32OKCXStrzhDBj12. Successivamente si riceverà l’invito a entrare nel server interno del gruppo (Discord) nel quale è possibile interagire liberamente non solo con gli associati.
“Abbiamo una media di 55.000/60.000 interazioni al giorno sul web – proseguono – un laboratorio di idee costantemente operativo. Un tezo dei soci sono coltivatori, mentre il resto è rappresentato da trasformatori, distributori, tecnici, commercianti. Prima ancora della costituzione abbiamo avuto oltre 500 preadesioni. Più di 8.000 i negozi in Italia rivendono i prodotti coltivati dai soci di Canapa Sativa Italia”.
Proprio Andrea Spurio definisce come “fulcro dell’azione” di questa nuova associazione i venti punti che i fondatori insieme ad associati e iscritti allo spazio Facebook hanno individuato per dare la giusta rotta di sviluppo al settore agricolo e commerciale, oltre che scientifico.
L’esigenza di un gruppo organizzato che partisse da esperti e produttori, è nata dall’osservazione di quanto avvenuto negli anni oltre che nella realtà odierna, dalla necessità che il comparto agisca unito, coordinato e non dilaniato da rivalità manifeste e da mancanza di guide chiare.
Serve una rotta limpida che raggiunga obiettivi ben definiti anche per diffondere conoscenza e preparazione, oltre che portare la voce di tutti gli operatori del settore ai tavoli delle decisioni, farlo con autorevolezza e professionalità, con quella forza che solo questi fattori possono conferire.
Stessi elementi che servono per essere sui campi a sostenere tutte quelle attività che si affacciano per la prima volta al mondo della Canapa Industriale o che, pur con una storia maggiore alle spalle, si trovano in situazioni cruciali nel decidere scopi imprenditoriali, definizioni di prodotto, dei processi di coltura.
Canapa Sativa Italia, i venti punti che ne compongono il piano d’azione
Venti punti frutto di duro lavoro in confronti che spesso sono stati tutt’altro che semplici e pacifici, ma che hanno portato a risultati netti.
Come sottolineano i fondatori, “discussioni e confronti all’interno dei canali di comunicazione del gruppo Canapa Sativa Italia nato su facebook nel 2014 e culminato nella costituzione dell’appena nata Associazione”.
- Creare le condizioni per garantire la reperibilità di sementi certificate sia italiane che estere in tutti i periodi dell’anno e in quantitativi adeguati alle diverse esigenze dei coltivatori;
- Sostenere attivamente la selezione e la ricerca di nuove varietà/fenotipi in partnership con enti di ricerca pubblici e privati, università, agenzie regionali, nazionali e comunitarie; Partecipare e promuovere la ricerca e sperimentazione di usi innovativi della pianta e dei suoi derivati. Adoperarsi per attivare forme di finanziamento per la certificazione di varietà italiane con la qualifica di detentore/costitutore, con l’obiettivo di concedere i diritti di riproduzione al costo industriale ai propri associati con le modalità che gli stessi stabiliranno;
- Promuovere la tutela dei prodotti italiani dal seme ai trasformati con particolare attenzione ai settori della filiera (agricoli/florovivaistici), tessile, nutraceutico, erboristico, alimentare, energetico, edilizio, industria cartaria, bio plastiche, terapeutico ecc. – attraverso la realizzazione di un marchio/bollino di qualità “made in Italy” e svolgendo attività di lobbying presso le sedi istituzionali e non;
- Elaborare un protocollo di autoregolamentazione inerente gli utilizzi alimentare e tecnico, con particolare attenzione alla salubrità dei prodotti in senso ampio (per verificare la presenza di agenti inquinanti anche se non individuati nelle norme) e non solo ai principi attivi;
- In sinergia con le istituzioni, le forze dell’ordine e i loro sindacati trovare soluzioni interpretative e di metodo da adottare in occasione di verifiche e controlli;
- Nel rispetto delle normative vigenti, sostenere il più ampio utilizzo delle infiorescenze lasciando agli operatori la libertà di soddisfare le richieste del mercato. Promuovere la diffusione della cultura della canapa;
- Attivare canali di comunicazione con le istituzioni e con gli stakeholder nazionali ed internazionali, al fine di promuovere il settore e portare avanti obiettivi comuni in modo sinergico. Le proposte verso le istituzioni avranno l’obiettivo di rendere più eque e funzionali le eventuali leggi che regolamentano gli utilizzi della canapa;
- Adoperarsi per la creazione di gruppi di lavoro per favorire la nascita di infrastrutture e la ricerca di terreni agricoli da destinare alla lavorazione della canapa anche con la collaborazione di enti locali;
- Favorire la creazione di impianti di lavorazione e trasformazione di tutte le parti della canapa e l’utilizzo di macchinari innovativi;
- Adoperarsi per la creazione di gruppi di consulenza per l’ottenimento di finanziamenti e sovvenzioni alle attività di produzione e non;
- Favorire la consulenza burocratica/fiscale per l’attività del settore e del suo indotto;
- Promuovere attivamente la ricerca e sollecitare la sperimentazione nel settore terapeutico, anche attraverso lo stretto contatto con le associazioni dei pazienti e il mondo medico;
- Attivarsi per la stipula di convenzioni con consulenti legali per la tutela dei componenti della filiera, dal produttore/agricoltore al rivenditore e cliente finale;
- Favorire convenzioni assicurative per le attività svolte atte a garantire i prodotti e le azioni degli operatori del settore;
- Promuovere la creazione di reti di impresa per i servizi alla produzione quali coltivazioni conto terzi, vivai convenzionati e strutture per le varie fasi di lavorazioni e quant’altro. Reti di impresa che possono essere stipulate con tutti gli operatori del settore;
- Organizzazione di corsi professionali;
- Stipulare convenzioni con laboratori di analisi per favorire l’accessibilità dei test su prodotti, piante, acque e terreni;
- Favorire il ritiro della materia prima (semi, fibra, infiorescenze) offrendo supporto alla valutazione e vendita del prodotto finito;
- Favorire convenzioni con i soggetti pubblici e privati autorizzati all’estrazione dei principi attivi;
- Favorire la creazione e lo sviluppo di una filiera di trasformazione della canapa in tutte le sue parti (semi, foglie, fibra, infiorescenze, canapulo, co-prodotti e quant’altro).
Nodi conclusivi dell’Associazione Canapa Sativa Italia
È proprio il confronto con la realtà quotidiana e la conoscenza delle diverse esperienze a dare la giusta chiave di lettura della filiera definendo i programmi di sviluppo a medio e a lungo termine.
“Grazie ai molteplici case history stiamo elaborando una proposta completa – raccontano i fondatori dell’associazione – Da qui la definizione di punti strategici netti dettati dalle esigenze di oggi”.
- Promozione di leggi chiare, limpide, quindi seriamente funzionali e senza punti oscuri che lascino troppo alle diversissime interpretazioni che oggi alimentano l’incertezza;
- Contro la paura: differenza tra hemp e cannabis, l’associazione agisce nel totale rispetto delle leggi, pretendendo norme chiare, anche perché la paura crea incertezza (elemento critico che ritorna);
- Crow founding per finanziare la ricerca di nuove varietà italiane, quindi tutela del Made in Italy e riduzione dell’odierna dipendenza dall’estero così estrema e assurda per un Paese come l’Italia capace di creare prodotti d’eccellenza, colture di prim’ordine, ma anche per richiamarsi ai primati mondiali che il Bal Paese aveva fino agli anni 50 nel settore della Canapa;
- Non di solo fiore si vive, ma deve essere dato forte impulso all’alimentare, alla cosmetica e al CBD nei suoi utilizzi salutari;
- Una necessaria autoregolamentazione del settore che coincide con un vademecum legato all’azione delle Forze dell’Ordine e al raffronto con queste.
Associazione Canapa Sativa Italia
Circonvallazione Clodia, 163/167
00195 Roma (RM)
tel: 0662284120
fax: 0662202048
gruppo Facebook
sito web: www.canapasativaitalia.org
email: info@canapasativaitalia.org
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