Il mondo della Canapa e l’incertezza sulle infiorescenze al Cannabis Social Forum di Roma: Di Michele e il suo bilancio
Netta la visione di Nicomede Di Michele, avvocato di Frattamaggiore, tra i più autorevoli attori del mondo della Canapa italiana, a proposito del tanto citato primo Cannabis Social Forum tenutosi a Roma il 22 dicembre scorso.
Il legale partenopeo ha messo nero su bianco l’evidenza sul settore con particolare riferimento all’equivoca situazione sulle infiorescenze prendendo spunto dall’occasione capitolina avvenuta presso l’Associazione Canapa Caffè, evento che ha visto riunite moltissime associazioni che hanno focalizzato i nodi critici, norme incomplete, regolamenti ancora mai emessi, spazi legislativi vuoti che lasciano troppo spazio alle più divergenti interpretazioni, senza dimenticare la gravissima carenza nazionale sulla Cannabis terapeutica.
Tra le tantissime associazioni presenti, anche tramite collegamento online, anche la Fracta Sativa UniCanapa presieduta proprio dell’avvocato Di Michele (realtà fautrice della Fiera Canapa è) o la Canapa Sativa Italia rappresentata dal presidente Davide Galvagno (link gruppo Facebook – associazione protagonista dell’invio di una serie di diffide contro il tristemente noto Adinolfi, questa volta in merito al suo attacco nonsense e integralista al mondo della Canapa italiana), insieme a singoli operatori e a imprenditori del settore.
L’intenzione finale dell’assemblea è stata quella di comporre un documento con i punti chiave da presentare ai ministeri competenti per il settore della Canapa, Sviluppo, Interni, Ambiente, Politiche Agricole, Salute. Un’utile base di confronto con le istituzioni.
Ciò che è emerso in modo prorompente al termine degli innumerevoli interventi -ha evidenziato Di Michele nella sua lettera inviata alla redazione di Canapa Oggi- è stata l’esigenza di una immediata regolamentazione del comparto, affinché il tanto profuso impegno da parte di molti nell’utilizzare una parte della pianta industriale, quindi come tale del tutto lecita, non venga gettato alle ortiche.
Cannabis Social Forum, i punti salienti secondo Di Michele
“Un diverso modo di coltivare la canapa, per un prodotto in cerca di autore, in questi due anni ha letteralmente ammaliato quanti pensavano di trarne il massimo profitto pur in mancanza delle giuste competenze – ha evidenziato il presidente di Fracta Sativa UniCanapa – L’attenzione dei media e a seguire delle Istituzioni è fonte oggi di grande preoccupazione per quanti hanno investito nel settore delle infiorescenze, rinunciando in alcuni casi il certo per l’incerto”.
“Un diverso modo di coltivare, produrre e trasformare la Cannabis sativa L tanto da divenire un tertium genus rispetto a quello industriale e terapeutico. Una pianta priva di semi e poco fusto, con una sola e ben (im)precisa modalità di impiego. Dai mille utilizzi, oggi è divenuta un inedito monouso. Un’involuzione o semplicemente un adattamento voluto da richieste di mercato, pur se dai toni ancora indefiniti?”.
“Un fenomeno, quello dell’infiorescenza – ha proseguito Di Michele – frutto di una modifica dell’originario testo della proposta di legge: la soppressione della lettera h) del secondo comma dell’art. 2 della Legge 242/2016, che contemplava, tra i vari utilizzi, anche quello delle “infiorescenze secche e fresche per uso erboristico”.
“Per timore che si verificasse ciò che poi nei fatti è avvenuto, in Commissione deliberante al Senato tra i soggetti interessati venne siglato un accordo non scritto – ha descritto l’avvocato – Da una parte, il ritiro di tutti gli emendamenti che volevano la reintroduzione della lettera h), dall’altra, l’approvazione del testo di legge come oggi lo conosciamo, con la promessa di ripescare quell’utilizzo con un diverso strumento regolamentare”.
“La storia insegna che nulla è più definitivo di ciò che avviene in via provvisoria – ha rimarcato – soprattutto quando la scelta e il processo formativo di una volontà legislativa è fortemente condizionato, anche in modo trasversale, da ideologie oscurantiste. L’aver stralciato quell’utilizzo tra l’elenco dei possibili e non tassativi impieghi della canapa, non ha significato affatto averlo vietarlo”.
“Che non vi sia una norma specifica che vieti la coltivazione, la produzione, la trasformazione e la commercializzazione della parte apicale della pianta di canapa industriale ottenuta da semi di varietà ammessa – ha precisato Di Michele – è dimostrato non solo dal contrasto giurisprudenziale, avendo gli Ermellini pronunciato sentenze del tutto discordanti e si auspica di avere a breve un intervento delle Sezioni Unite, ma anche dalla presenza in Parlamento di due Risoluzioni che, in posizione antitetica tra loro, prescrivono una normativa o che vieti o che ribadisca la liceità di tale utilizzo”.
Cannabis Social Forum, la sollecitazione ad agire
“Una cosa è certa in un tale panorama: la confusione più totale regna nel settore. Ora più che mai si chiede chiarezza – ha sottolineato il legale – ma soprattutto si confida nella lungimiranza dei politici affinché operino scelte scevri da meri pregiudizi e sulla base di dati scientifici, non senza trascurare e valutare il fenomeno delle infiorescenze per ciò che esso nella sostanza rappresenta: una vera opportunità economica”.
“I dati raccolti in questi ultimi mesi hanno evidenziato l’importanza di questo comparto del settore della canapa industriale, nato in modo spontaneo, ma non per questo meno legittimo – ha scritto Di Michele – Vanno adottate norme specifiche nell’interesse di tutti, produttori e consumatori; vanno stabiliti metodi di coltivazione, trasformazione, controlli e tutto quanto possa nella sostanza favorirne lo sviluppo”.
“La pratica ha già messo in campo importanti strumenti – ha concluso il presidente di Fracta Sativa Unicanapa – come il Disciplinare di produzione di Infiorescenze di Canapa Sativa L. in Italia, elaborato dal Tavolo Tecnico composto da Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori – CIA e Federcanapa. Spetta a chi di competenza regolamentarne l’utilizzo così da dare a questo comparto una piena dignità e soprattutto riconoscimento“.
Cannabis Social Forum, le realtà che la compongono fino a oggi
Tanto per dare un’idea del numero di associazioni che raggruppano canapicoltori e operatori del settore e che hanno sottoscritto l’evento: Piantagrane Social Club; Canapa Caffè; Gli Amici di Nonna Canapa; Orto e Canapa; Italsativa; Canapa Sativa Italia; Italian Cannabis Academy; South Hemp Tecno; Assocanapa; Federcanapa; Centro Operativo Canapa Del Sud; Pikkanapa; APROCAMA; Lazio Canapa; Calabria Sativa; Hesalis; Associazione Canapese; Hemp Farm Italia; Canapa della salute; Ecocanapa; Sardinia weed; AICAL (Associazione Italiana Cannabis Listt); Easy Joint; Roots; Museo della Canapa & Bioversi; UOSC grow shop Roma; La Conte Verde.
Associazioni di pazienti legati a terapie a base di canapa medica e altre realtà: Cannabis Medical center; Cartello Pazienti Unit; Associazione LaPiantamo; Associazione Cannabis ocial Club; Free Weed; Giuseppe Nicosia; Markab Mattossi; Franco Casalone; Valerio Zucchini; Rete Cannabis
Realtà legali che sostengono l’iniziativa – gli avvocati e le associazioni: Giacomo Bulleri; Massi Scarano; Elia De Caro Ass. Antigone; Nicomede Di Michele dell’Associazione Fracta Sativa; Associazione legale Canapa Futura; ASAC sindacato.
Campania sativa,,,, è stata la prima associazione formata da agronomi e presidenti di Pro loco campani a far conoscere la canapa ,e a girare per tutti i comuni campani,già nel 2012 e con relazione alla regione ed oggi al ministero.