Carcinogenesi del Colon inibita dal CBD Cannabidiolo e dal CBG Cannabigerolo
Di ricerche ne sono state pubblicate molte negli anni, nell’ultimo periodo si può partire dalla ricerca italiana del 2014. In breve, si tratta della Carcinogenesi del Colon inibita dal CBD Cannabidiolo e dal CBG Cannabigerolo, cannabinoidi non psicoattivi della Cannabis. In parole povere, sono antagonisti della formazione di tumori nel Colon.
Le sperimentazioni erano partite già due anni prima, come nel 2012 con alcuni dei protagonisti della ricerca conclusa nel 2014. I risultati avevano già portato alle stesse conclusioni.
La ricerca del 2014 sulla Carcinogenesi del Colon inibita dal CBD Cannabidiolo grazie a un estratto ad alta concentrazione
Gli studi danno tutti conferma di questo effetto clinico. A cominciare proprio dalla ricerca del 2014 (vedi a questo link su NCBI, National Center for Biotechnology Information/Centro Nazionale per le Informazioni Biotecnologiche – Biblioteca nazionale americana di medicina dell’Istituto per la salute statunitense, che raggruppa studi da tutto il mondo)
La ricerca fu portata avanti da un gruppo dell’Università Federico II di Napoli insieme all’Università di Aberdeen.
Autori i dottori Barbara Romano, Francesca Borrelli e il professore Angelo Antonio Izzo del Dipartimento di Farmacia, ricerca di Farmacologia – Gruppo di ricerca sugli endocannabinoidi, poi Richard E. Pagano e Roger E. Pertwee della Scuola di Scienze Mediche, Istituto di Scienze Mediche, Università di Aberdeen.
Per il loro studio i ricercatori utilizzarono un estratto standardizzato di Cannabis sativa ad alto contenuto di Cannabidiolo che nello studio gli specialisti denominarono CBD BDS (sostanza botanica del farmaco CBD).
Fu monitorata la proliferazione nel carcinoma colorettale e nelle cellule del colon sano secondo dosaggio MTT (valutazione del livello di danno mitocondriale). Come descritto nella ricerca, “in vivo, l’effetto del CBD BDS è stato esaminato sulle lesioni preneoplastiche, polipi e tumori indotti dall’azoto cancerogeno azoxymethane (AOM) e in un modello di xenoinnesto del cancro del colon nei topi“.
L’osservazione permise di stabilire che CBD BDS e CBD ridussero la proliferazione delle cellule tumorali, senza intaccare quella delle cellule sane. In vivo, il CBD BDS ha ridotto le lesioni e i polipi preneoplastici indotti dall’azoto cancerogeno azoxymethane, nonché la crescita del tumore nel modello di xenoinnesto del cancro del colon.
Il rallentamento della proliferazione di cellule del cancro colorettale era avvenuta grazie all’attivazione del recettore CB1 e CB2.
Seconda fase della ricerca che ha messo in luce le proprietà del CBG Cannabigerolo
Successivamente furono pubblicati altri risultati. Attorno allo stesso team di studio fecero quadrato altri ricercatori.
Si andò più nello specifico evidenziando come un ruolo primario nel frenare la proliferazione di cellule tumorali, fosse svolto dal CBG Cannabigerolo (link di riferimento).
Quale tipo di azione è stata osservata?
Il CBG agisce con fattori coinvolti nella genesi dei carcinoma. Blocca con forza “il potenziale del recettore transitorio (TRP) M8 (TRPM8)”, il così definito recettore del freddo e mentolo, proprio per il ruolo nel sistema nervoso come trasmettitore di sensazioni, attiva invece altri canali recettori delle cellule, come i “TRPA1 (ndR: specifico nel segnalare sensazioni da azioni infiammatorie degli agenti irritanti ambientali e stimolanti del dolore come allil-isotiocianato della mostarda e l’allicina dell’aglio che si legano al recettore), TRPV1 (ndR: recettori della capsaicina, componente attivo dei peperoncini) e TRPV2 (ndR: canale che consente alla cellula di comunicare con il suo ambiente extracellulare attraverso il trasferimento di ioni, risponde a stimoli ormonali, fattori di crescita, calore oltre i 50 gradi, lisofosfolipidi e cannabinoidi) e inibisce la ricaptazione degli endocannabinoidi.
Sono tutti meccanismi cellulari di recezione e risposta a stimoli coinvolti anche nella presenza di disequilibri presenti in caso di tumori.
La conclusione sulla Carcinogenesi del Colon inibita dal CBD Cannabidiolo e in special modo dal CBG
Come sottolineato dai ricercatori, “I fitocannabinoidi sono attualmente discussi come potenziali nuovi farmaci antitumorali. Oltre alla robusta evidenza sperimentale che indica un’azione diretta antitumorale, la mancanza di gravi effetti collaterali negativi di molti fitocannabinoidi rispetto ai farmaci chemioterapici convenzionali ne supporta fortemente l’uso”.
“In questo studio – hanno concluso – abbiamo dimostrato che il CBG, un fitocannabinoide non psicotropico sicuro in grado di bloccare i canali TRPM8, esercita effetti pro-apoptotici (morte indotta e programmata di una cellula)” in quelle tumorali del Carcinoma al Colon. In più il CBG ha evidenziato “modelli chemiopreventivi (modello AOM) e curativi (modello xenograft) in modelli sperimentali del Cancro al Colon in vivo”.
Per finire, la ricerca del 2018 che dà ulteriori conferme sull’azione del CBD che porta alla morte delle cellule tumorali del Colon
Questa volta lo studio è tutto israeliano. In quella Nazione ci hanno abituati ai traguardi continuamente superati nell’ambito della ricerca medica sulle proprietà della Cannabis e dei suoi derivati.
Dodici i ricercatori, i dottori e professori Nallathambi, Mazuz, Namdar, Shik, Namintzer, Vinayaka, Ion, Faigenboim, Nasser, Laish, Konikoff e Koltai.
Fanno parte di diversi organismi, l’Organizzazione di ricerca agricola-Volcani Center-Bet Dagan, il Mina e Everard Goodman Facoltà di scienze della vita-Bar-Ilan University-Ramat Gan, l’Unità di Strumentazione Analitica Analitituzionale (UI)-ARO-Volcani Center-Bet Dagan.
Lo scopo della ricerca era scovare ed evidenziare l’effetto citotossico (attività biologica che porta alla morte per apoptosi di cellulemalate) svolto dagli estratti di Cannabis Sativa su cellule di cancro del colon e su polipi adenomatosi mediante identificazione di composti attivi e caratterizzazione della loro interazione.
Per gli aspetti più tecnici e per leggere particolareggiatamente sui meccanismi e analizzare i risultati, rinviamo a questo link (ricerca pubblicata sempre su NCBI, National Center for Biotechnology Information).
Tra gli estratti della pianta, quelli che hanno destato forte interesse per il loro antagonismo a questa forma di tumore, sono gli estratti di cannabis non riscaldati (C2F), la frazione 7 (F7) e la frazione 3 (F3).
Nelle parte finale dello studio il gruppo di ricercatori evidenzia che i composti di Cannabis Sativa interagiscono sinergicamente per l’attività citotossica che uccide le cellule del Cancro del Colon. Inoltre, inducono l’arresto del ciclo cellulare, la morte cellulare apoptotica e la loro moltiplicazione genetica. Le frazioni di estratti da Cannabis F3, F7 e F7 + F3 “sono anche attive su polipi adenomatosi, suggerendo un possibile valore terapeutico futuro”, aggiungono concludendo la relazione.
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