Alberto Ritieni: “Un olio di questo tipo non si improvvisa. Gli imprenditori hanno imparato che devono badare molto alla qualità degli oli di semi di canapa e alle fasi di produzione”
Tre edizioni del Premio “Canapa è” per il Migliore Olio di Semi di Canapa in quel di Frattamaggiore e il cambiamento è estremamente evidente… in positivo. Questo punto viene ricalcato durante la videointervista (pubblicata qui sopra) al professore Alberto Ritieni del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. I produttori hanno imparato parecchio, hanno compreso che un prodotto del genere non si improvvisa. Sono sempre più coscienti che devono badare molto alla qualità degli oli di semi di canapa e alle diverse fasi di produzione, tutte da sorvegliare e dominare meticolosamente.
Aumentano le aziende che si mettono in gioco per il concorso organizzato dall’Associazione Fracta Sativa UniCanapa guidata dall’avvocato Nicomede Di Michele (link alla sua videointervista).
La sempre maggiore partecipazione al Premio, rappresenta un bene su più fronti: si amplia il panel di studio, si allarga la casistica, è più facile evidenziare cambiamenti, strategie produttive, capacità nel manipolare un elemento di base così delicato come il seme di canapa e l’olio da questo ricavato, altrettanto bisognoso di cure nell’imbottigliamento e conservazione.
Inoltre, diversi produttori ci stanno prendendo gusto nel creare blend mettendo insieme oli da diverse varietà di semi di canapa industriale. Da qui l’analisi sensoriale degli oli in concorso (valutazione delle note olfattive e di gusto) dando agli imprenditori altri strumenti di definizione per un prodotto di qualità. E a proposito di blend, è bene ripetere che uno di questi è il vincitore dell’edizione 2019 del premio nazionale, l’olio del Molino Crisafulli (videointervista), azienda di Caltagirone (Catania).
Sono tutti elementi che hanno fatto rilevare un innalzamento della qualità e una tendenza alla crescita di questo comparto, tanto che il professore Ritieni ha sottolineato come gli oli presentati a questa edizione del Premio siano “molto più vicini ai nostri parametri d’eccellenza” riferendosi anche agli altri suoi colleghi che con lui hanno analizzato ogni campione, il professore Raffaele Sacchi (link alla videointervista) e la professoressa Severina Pacifico (cliccare qui per la videointervista).
Un punto che ancora oggi deve essere migliorato più di altri? Il professore Ritieni sottolinea sia lo stoccaggio del prodotto, da curare maggiormente, visto che in questi oli l’acidità tende a essere un po’ alta. Qui entrano in gioco diversi fattori, legati alla delicatezza di questo prodotto, molto sensibile alle temperature.
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