Alessandro, malato di sclerosi multipla e la Cannabis terapeutica in Italia: mancanza di materia prima, disperazione dei malati
Una condanna e senza appello. Questa deve apparire ad Alessandro, malato di sclerosi multipla e la Cannabis terapeutica che gli è negata. Un ragazzo di Siracusa che non riesce a alleviare la sua affezione utilizzando questa materia prima. Una situazione comune, troppo comune per troppi malati in Italia, a cominciare da quelli siciliani. Gli isolani si trovano comunque in numerosissima compagnia.
Già diverse volte Canapa Oggi ha affrontato questo tema così penoso, con uno Stato che prevede l’uso della Cannabis come rimedio terapeutico in vari casi, ottimo per le terapie del dolore. Purtroppo l’unico ente preposto a produrre il preparato è lo Stabilimento Farmacologico Chimico Militare di Firenze che non può e non potrà mai soddisfare la domanda nazionale. Da qui le gare per l’acquisto di materia prima dall’estero.
In questo 2019 e nel precedente anno, i bandi per la fornitura sono stati vinti da aziende di proprietà canadese, nazione con grande esperienza nel campo e grande produttrice, anche di farmaci rivoluzionari a base di Cannabis).
Quel che si vorrebbe capire è perché regalare denari all’estero quando il nostro Paese sarebbe capace di produrne di qualità ben maggiore (per condizioni paesistiche e climatiche) se solo se si volessero aprire più centri lungo la Penisola, naturalmente con i controlli e le tutele del caso. La ricerca medica mondiale fa passi da gigante sull’uso di questa pianta in campo terapeutico-medico, ma l’Italia resta al palo con i suoi specialisti costretti a più ampie e libere collaborazioni con altre nazioni, Israele, Canada e in Europa.
Tornando al giovane siracusano, Alessandro Raudino, presidente del gruppo Cannabis Cura Sicilia Social Club (pagina Facebook) realtà associativa che nasce dall’esigenza di informare, malati e medici, delle molteplici proprietà terapeutiche della Cannabis, ha dovuto sospendere la terapia a base di Cannabis che il ragazzo segue da anni per averla vinta sulle convulsioni provocate dalla sclerosi multipla che lo tormenta.
Problemi legati alla Cannabis che il ragazzo riesce a produrre, per cause legate al clima e ad altri elementi: la materia prima è mancata e dopo solo cinque giorni senza terapia, la situazione clinica era peggiorata a dismisura: il suo post “Game Over” su Facebook aveva fatto capire immediatamente che andava male, quindi si è mosso tutto il gruppo e coloro che lo conoscono per avere della Cannabis con la quale proseguire a calmare le dolorosissime e inabilitanti convulsioni.
“Non ho mai voluto postare o pubblicare il mio malessere, ma oggi si – ha scritto Alessandro in un suo post su Facebook corredato da un video (link) – Dopo 5 giorni altalenanti, dopo questo giorno infernale per me, che oramai non provavo da anni, ho deciso di farvi vedere come si ci sente prima e dopo. Può sembrare assurdo ma in soli pochi minuti la mia vita è tornata NORMALE. Questo grazie voi che mi siete stati vicino, dopo il mio post di ieri dove, con molta malinconia, ho scritto GAME OVER si è scatenata una bellissima solidarietà. Devo dire, con molta felicità, avere capito che il movimento c’è ed esiste, dobbiamo solo essere più uniti e fortificare la nostra libertà di cura”.
In breve, la rete di solidarietà ha donato ad Alessandro la materia prima per tornare a vivere senza il tormento delle contrazioni muscolari, niente convulsioni. I suoi muscoli hanno smesso di tremare e contrarsi alla prima somministrazione.
A questo punto viene subito da domandarsi, possibile che ci si debba affidare a parenti e ad amici per avere la corretta assistenza mirata al proprio caso?
Non è possibile che Alessandro come tanti altri, oltre alle prescrizioni che il Sistema Sanitario Nazionale può fare e oltre all’acquisto nelle farmacie che trattano il prodotto, sia poi costretto a rivolgersi anche al mercato illegale per trovare la materia prima quando questa manca in via ufficiale.
Oltre a eventuali problemi giudiziari, c’è quello della qualità del preparato: il prodotto offerto nelle farmacie è strettamente controllato anche nel suo dosaggio, quello prescritto malato per malato; proviene da coltivazioni e materia prima controllati.
I costi incidono parecchio. “La Regione Sicilia non ha i fondi per garantire a tutti i malati la cannabis terapeutica, quando viene prescritta dal medico – racconta Alessandro – Così chi ne ha bisogno è costretto a comprarla contando solo sulle proprie tasche. Se io dovessi comprarla, dovrei acquistarla a 11-12 euro al grammo. Per il mio male devo prenderne 5 grammi, il che si traduce in una spesa di 60 euro al giorno. Con il mio lavoro io guadagno appena 42 euro”.
Per quanto riguarda la sola Regione Sicilia rimane il miraggio del’istituzione di un tavolo per affrontare il problema Cannabis Terapeutica o meglio, il miraggio delle decisioni o indirizzi che il tavolo dovrebbe partorire: già nato circa un anno fa è ancora privo di risultati concreti.
Del resto si sa che le regioni stanno cercando soluzioni, ma è la normativa nazionale che detta i crismi e non si può scavalcarla. A produrre, per adesso, la Cannabis terapeutica è preposto solo lo Stabilimento militare di Firenze che non può coprire il fabbisogno nazionale. E non ci si riesce neppure con i bandi nazionali d’acquisto dalle aziende estere.
Il governo nazionale, qualsiasi sarà nei prossimi tempi e il Parlamento, dovranno decidere al più presto… crisi politica permettendo e volontà politica se mai presente tra i banchi di Camera e Senato.
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