Estratto di olio da Cannabis Sativa antagonista della Bpco-Broncopneumopatia cronica ostruttiva?
A illustrare questa possibilità e alcuni passi della ricerca è il Journal of Cannabis Research. I primi risultati evidenziano un punto: Estratto di olio da Cannabis Sativa antagonista della Bpco-Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Probabilmente lo stesso tipo di preparato è però da evitare quando c’è una cosiddetta risposta aberrante del sistema immunitario, quindi asma e allergie. L’articolo è stato pubblicato il 31 gennaio.
L’estratto di olio di Cannabis impiegato in questi esperimenti è stato fornito da Federico Ferri, fondatore di NCM Biotech, azienda statunitense che ha sede a Newport, Bellevue Avenue 270, Rhode Island, Stati Uniti. L’impresa è dedita alla ricerca, alle soluzioni e al sostegno per pazienti che soffrono di PTSD-Disturbo da stress post-traumatico, Bpco-Broncopneumopatia cronica ostruttiva, forme tumorali, convulsioni e altri sintomi da malattie croniche.
Autori di questo studio, Stephen William Mamber, Volkan Gurel, Jeremy Lins, Sarah Beseme, John McMichael (fondatore e presidente) del Beech Tree Labs Inc. di Providence, Rhode Island, dedito alla scoperta e allo sviluppo iniziale di agenti terapeutici per i disturbi cronici. Gli stessi Mamber e McMichael sono presenti nella ricerca anche per l’Istituto per la scoperta terapeutica a Delanson (NY).
Cosa è la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)
I ricercatori che si sono occupati di questo studio, hanno sottolineato come la Bpco-roncopneumopatia cronica ostruttiva sia comunemente associata a una risposta immunitaria pro-infiammatoria e dei linfociti T-helper 1 (Th1): questi sono un gruppo di leucociti con molecole di geni MHC di classe II attivati solo dalle cellule APC (Antigen-Presenting Cell), geni preposti al riconoscimento degli antigeni da parte del sistema immunitario e, in questo caso particolare, di segnalare gli antigeni provenienti dallo spazio extracellulare. Quindi si scatena una produzione di citochine (molecole proteiche) che modificano il comportamento delle cellule che le ha prodotte o quello delle cellule adiacenti, oppure andando a colpire e a mutare il comportamento di cellule distanti.
L’estratto di olio da Cannabis Sativa stimolerebbe una risposta immunitaria antinfiammatoria dei linfociti Th2 che producono citochine quali IL-4, IL-5, IL-6, IL-9, IL-10 e IL-13 per un “efficiente controllo sulle risposte immuni di tipo umorale – sta scritto alla voce Treccani – favorendo la produzione degli anticorpi non solo di tipo IgE, ma anche degli anticorpi di tipo IgG1, fondamentali per la difesa nei confronti di agenti esterni (batteri)”. Producendo fattori di crescita per i mastociti e gli eosinofili, “favoriscono inoltre le difese a livello delle mucose respiratorie e gastrointestinali e facilitano la sintesi degli anticorpi IgA“, altra prima barriera all’ingresso nell’organismo di agenti estranei.
Come descritto dall’Istituto Superiore di Sanità (dal suo portale web Epicentro), la Bpco è una malattia “dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile a seconda della gravità. La malattia (nota in lingua inglese come Copd, Chronic obstructive pulmonary disease) è solitamente progressiva ed è associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare. La conseguenza a lungo termine è un vero e proprio rimodellamento dei bronchi, che provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria“.
“Ad aggravare questo quadro clinico è l’aumento della predisposizione alle infezioni respiratorie di origine virale, batterica o fungina. Non esiste al momento una cura efficace, ma sono disponibili diversi trattamenti per controllare i sintomi e per evitare pericolose complicanze. Fondamentale è invece la prevenzione, per ridurre al minimo i fattori di rischio (fumo di sigaretta in primis)”.
Prima della diagnosi, i due sintomi principali della Bpco sono la tosse e la dispnea, qualche volta accompagnati da respiro sibilante. Spesso la tosse è cronica, più intensa al mattino e caratterizzata dalla produzione di muco. La dispnea compare gradualmente nell’arco di diversi anni e nei casi più gravi può arrivare a limitare le normali attività quotidiane. In genere, queste persone sono soggette a infezioni croniche dell’apparato respiratorio, che occasionalmente provocano ricadute accompagnate da una sintomatologia aggravata. Con il progredire della malattia questi episodi tendono a divenire sempre più frequenti.
La diagnosi
Il principale strumento diagnostico per la Bpco è la spirometria che permette di misurare la capacità polmonare residua. La malattia è stata classificata in quattro diversi livelli di gravità:
- stadio 0: soggetto a rischio, che presenta tosse cronica e produzione di espettorato. La funzionalità respiratoria risulta ancora normale alla spirometria
- stadio I: malattia lieve, caratterizzata da una leggera riduzione della capacità respiratoria
- stadio II: malattia moderata, caratterizzata da una riduzione più consistente della capacità respiratoria e da dispnea in caso di sforzo
- stadio III: malattia severa caratterizzata da una forte riduzione della capacità respiratoria oppure dai segni clinici di insufficienza respiratoria o cardiaca.
L’estratto di olio da Cannabis Sativa a contrasto della Bpco
Il Journal of Cannabis Research ha descritto che questo “estratto, una formulazione proprietaria coperta dal brevetto USA 9.199.960, conteneva circa 95 mg/ml di cannabinoidi totali in etanolo. La miscela era composta da 55 mg/ml di CBD-cannabidiolo più acido cannabidiolico e circa 40 mg/ml di tetraidrocannabinolo più acido tetraidrocannabinolico. Il preparato non conteneva cannabinolo. Non è stata condotta un’analisi per terpeni o flavonoidi: i primi, ma non i secondi, erano probabilmente presenti nella preparazione”.
E ancora, “La soluzione madre è stata diluita 1:100 in etanolo e conservata a 4°C. Questa preparazione è stata ulteriormente diluita 1:100 in terreni di coltura cellulare e testata per gli effetti citotossici contro le cellule HSAEpC primarie (ndR: Cellule epiteliali delle piccole vie aeree umane) in vitro”.
“È stato riscontrato che le diluizioni di estratto a 1:400 e superiori non erano citotossici. L’etanolo (non citotossico a una concentrazione finale dello 0,25% [2,5 ul/ml]) era il controllo negativo. Né l’etanolo da solo né la combinazione di estratto in etanolo, hanno mostrato effetti citotossici con una diluizione 1:400 in terreni di coltura cellulare. Di conseguenza, diluizioni di estratto di stock 1:400, 1:800 e 1:1600 (corrispondenti alle concentrazioni finali di 1:40.000, 1:80.000 e 1:160.000, ovvero circa 2,4, 1,2 e 0,6 μg/ml di cannabinoidi totali nella coltura cellulare media) sono stati selezionati per ulteriori test”.
Trattamento delle cellule con estratto di olio di cannabis
Le HSAEpC-Cellule epiteliali delle piccole vie aeree umane, “sono state poste in piastre di coltura cellulare a 6 pozzetti con una densità di 200.000 cellule per pozzetto. Dopo l’adesione durante la notte, le cellule sono state trattate per 24 ore con mezzi contenenti estratto di olio di cannabis (diluizioni 1:400, 1:800 e 1:1600). Le cellule di controllo negativo sono state trattate con un volume equivalente di soluzione salina tamponata con etanolo o fosfato (PBS) (diluizione 1:400 per una concentrazione finale dello 0,25%). Ogni diluizione del trattamento aveva quattro replicati, mentre le condizioni di controllo (etanolo e PBS) avevano 6 replicati”.
Successivamente i ricercatori sono passati all’estrazione di RNA e trascrizione inversa e a saggi quantitativi di reazione a catena della polimerasi (qPCR) focalizzati sul percorso.
I risultati quantitativi della PCR sono stati analizzati con il metodo della soglia del ciclo delta (Ct), con le cellule trattate con etanolo allo 0,25% come controllo, utilizzando il Centro risorse dati (www.Qiagen.com).
Risultati
L’estratto di olio di cannabis può alleviare i sintomi della Bpco suscitando una risposta immunitaria Th2 antinfiammatoria studiandone gli effetti sull’espressione di 84 linfociti Th2 e sui relativi geni di risposta immunitaria nelle Cellule epiteliali delle piccole vie aeree umane.
La maggior parte dei geni up-regolati, come IL4, CCL22 e TSLP, codificano citochine e chemochine che sono coinvolte sia nella risposta immunitaria antinfiammatoria che di tipo Th2.
In breve, questi risultati preliminari suggeriscono che l’estratto di olio di cannabis ha il potenziale per aiutare a ridurre l’infiammazione, ripristinare un equilibrio Th1 / Th2 o migliorare altri sintomi nella BPCO e possibilmente fare lo stesso nelle malattie autoimmuni o di altra natura che hanno un profilo di risposta immunitaria mediato da Th1 iperattivo. D’altra parte, i dati suggeriscono che l’estratto di olio di cannabis sarebbe controindicato nelle malattie caratterizzate da un profilo aberrante di risposta immunitaria Th2, come l’asma e le allergie.
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