Sospensione del decreto che aveva inserito il CBD nella lista farmaci del Testo unico sugli stupefacenti
Non è stato cancellato. Il ministro della Salute ha disposto la sospensione del decreto che aveva inserito il CBD nella lista farmaci del Testo unico sugli stupefacenti.
Il ministro della Salute Roberto Speranza aveva stabilito la nuova misura che, come conseguenza, limitava l’uso e la vendita di preparati con estratti naturali di Cannabidiolo. Il tutto in un suo decreto del primo ottobre (link all’articolo di Canapa Oggi), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 255 del 15 ottobre 2020 (link per la lettura del Decreto in Gazzetta).
Il provvedimento ministeriale doveva essere attivo il 30 ottobre, ma è giunto lo stop proprio dallo stesso dicastero.
Il ministro ha firmato la sospensione il 28 ottobre, ma adesso ha disposto che un’apposita commissione si confronti sul tema invitando invita l’Istituto superiore di sanità e il Consiglio superiore di sanità a esprimersi. Sarà fatta una rivalutazione complessiva sull’aggiornamento delle tabelle degli stupefacenti valutando “se gli effetti della sostanza attiva cannabidiolo rimangono immutati a prescindere dalla percentuale di utilizzo della stessa“.
Tutto questo vuol dire che l’emanazione del decreto all’inizio di ottobre è stata decisa senza avere prima sufficienti evidenze scientifiche che la giustificassero.
“Questo è molto, molto preoccupante. La vicenda conferma di nuovo che vengono presi provvedimenti incauti, anche dal ministero della Salute, senza avere delle solide basi scientifiche e soprattutto senza che ci sia un dialogo tra i ministeri di competenza sul tema“, ha scritto in un suo messaggio Luca Fiorentino di Cannabidiol Distribution, imprenditore che aveva evidenziato la contraddittorietà e l’inconsistenza del decreto ministeriale.
In più Fiorentino si è attivato anche legalmente contro la determina 350874 del 13 ottobre 2020, sottoscritta e voluta da Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, un dispositivo che “introduce un obbligo di autocertificazione, con l’impegno a non detenere e vendere prodotti derivati dalla coltivazione di canapa sativa”, evidenziando l’illegittimità di questo atto e la violazione dei termini di legge.
Tornando al Decreto sul CBD sottoscritto e ora sospeso da Roberto Speranza, ministro della Salute, la vicenda non è affatto finita. Bisognerà vedere quali saranno le conclusioni finali al tavolo di confronto convocato dal capo dicastero.
Tutto questo a prescindere da quanto sta avvenendo a livello europeo sull’elenco dei Novel Food (iter per adesso sospeso proprio per valutazioni aggiuntive da fare sul CBD).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il CBD non deve essere iscritto in alcun elenco o tabella speciale, mentre più di un anno fa lo stesso organismo riconobbe le proprietà mediche della Cannabis raccomandandone l’esclusione dalle liste di sostanze pericolose, il tutto da ratificare, entro il 2020, con voto della nazioni che compongono lo stesso OMS.
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