Dalla Sicilia il Miglior Olio di Semi di Canapa produzione 2020. I vincitori e un prologo sullo stato dell’arte per il prodotto italiano
Il concorso nazionale per il Miglior olio di semi di Canapa produzione 2020 “Canapa è”, IV Edizione, ha dato il suo responso: per l’ennesima volta arriva dalla Sicilia ed è sempre l’olio prodotto dal Molino Crisafulli, azienda di Caltagirone, nella provincia metropolitana di Catania (link al video Facebook sull’intero evento).
Questo primo articolo è dedicato ai quattro premiati del Concorso Nazionale mettendo in risalto i punti vincenti e i racconti dei titolari. Un successivo scritto dipingerà il quadro esatto sullo status nazionale dell’olio di semi di canapa così come analizzato e illustrato durante l’evento dagli accademici che hanno composto la squadra scientifica del Premio.
A capo di tutto è stato l’Avvocato Nicomede Di Michele, presidente dell’Associazione Fracta Sativa UniCanapa, organizzatore da sempre di questo concorso che, nelle precedenti edizioni “in presenza”, si è sempre svolto a Frattamaggiore (in provincia di Napoli) Comune che nel suo statuto riporta la dicitura “Città della Canapa”.
Chi scrive questo articolo ha fatto da moderatore nel corso delle tre ore di diretta online del 6 febbraio 2021, un incontro estremamente interessante che ha visto una prima fase con accademici che si sono alternati dando il quadro dello stato dell’arte sul prodotto olio di semi di Canapa.
Quindi, dall’esame dei campioni fatti pervenire dalle aziende che si sono messe in gioco, dalle Alpi alle isole, ne è venuto fuori un responso chiaro sul fattore qualità (in salita), sulle problematiche ancora esistenti, i punti critici e di necessario miglioramento (il quadro acidità di questi oli), la mancanza di macchine appositamente studiate per la raccolta del seme (bisogna adattare quelle per altre colture) le sollecitazioni sensoriali e, come accento finale, la necessità di delineare un disciplinare che dia uno standard di produzione consentendo alle aziende di poter avere certezze piene e di gareggiare definitivamente sulla creatività al gusto, sui metodi che portano a profumi e sollecitazioni vincenti.
I risultati delle analisi sono stati illustrati dal professore Alberto Ritieni, del Dipartimento di Farmacia dell’Università “Federico II” di Napoli e dalla professoressa Severino Pacifico del Dipartimento di Scienza e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Le analisi organolettiche e il panel test, sono stati appannaggio del professore Raffaele Sacchi del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II”.
Sui processi di estrazione dell’olio dai semi di Canapa, il professore Salvatore Faugno del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II”.
Sui nodi che riguardano la costituzione del Disciplinare di produzione, è intervenuto il dottor Beppe Croce, presidente di Federcanapa.
Sull’aspetto medico-terapeutico come ipotesi da approfondire e da studiare, il dottor Aldo Filossa.
Sui metodi di conservazione applicabili, Daniela Ruosi di Air Liquide.
Video qui in basso: Molino Crisafulli, Società Cooperativa Agricola vincitrice (per la terza volta) del Concorso Nazionale Migliore Olio di semi di Canapa. Immagini girate e montate a settembre 2019 andando a trovare direttamente l’azienda in quel di Caltagirone (Catania)
Quattro premi, quattro eccellenze per il Miglior Olio di Semi di Canapa produzione 2020
Ecco i protagonisti di vertice in questa quarta edizione del Concorso nazionale ideato dall’Associazione Fracta Sativa Unicanapa, elencati in ordine inverso, dal quarto al primo posto:
- Premio speciale “Anche il Gusto vuole la sua parte”, assegnato all’olio che ha fatto segnare un altissimo gradimento sensoriale nel rispetto di buoni indici qualitativi: Azienda Agricola Pistis Sophia S.M.S. realtà di Ortona, in provincia di Chieti. A ricevere il premio sul palco virtuale è stato David Seccia. L’azienda è dedita alla coltura della Canapa industriale dal 2016 ultimando l’intero circolo produttivo dell’olio di semi di Canapa dal 2019, quindi dalla raccolta del seme, alla spremitura e imbottigliamento (oltre tre ettari dedicati – a seconda delle stagioni, dai 20 a 30 quintali di seme pulito, buono e utilizzabile). Come per la loro produzione di uva e vino, seguono disciplinari naturali. “L’Importante è fornire un prodotto sempre fresco e quindi di qualità – ha sottolineato David Seccia – e per fare questo, a differenza delle annate iniziali, utilizziamo e passiamo alla spremitura del seme di volta in volta, in modo da non andare incontro a problemi di conservazione dell’olio se spremuto tutto in una volta“.
- Terzo in classifica un prodotto che ha dimostrato di avere il più basso valore di acido cannabidiolico al quale si aggiunge un buon quantitativo di Tocoferolo (nutriente vitaminico estremamente importante per la salute dell’uomo, nonché potente antiossidante liposolubile): è il prodotto ideato e realizzato dalla Società Agricola Canapa delle Marche (link). A ricevere virtualmente in premio, Matteo Venturini, veterano e fedelissimo concorrente di questo Concorso nazionale, tanto da esserne stato il vincitore alla prima edizione del 2017.
Rivolto agli organizzatori e ai relatori, Venturini ha sottolineato come sia stato organizzato “un evento importante non solo per migliorare la produzione e portare un prodotto di qualità ai consumatori, ma per dare indicazioni fondamentali a noi produttori. Le difficoltà sulla canapa sono tante, quindi avere un confronto di questo tipo è veramente importante”. Canapa delle Marche ha iniziato a coltivare Canapa industriale da tempo, già dal 2011-2012. Nel frattempo ha attivato un’associazione nelle Marche che ha diffuso la conoscenza di questa realtà. Alla Canapa dedicata all’alimentare, hanno dedicato tra i 20 e i 25 ettari ogni anno. Contrazione della produzione proprio nel settore alimentare per i limiti prettamente italiani ai limiti di THC. Da qui la necessità che il legislatore dia dei parametri non assurdamente restrittivi e allineati con quelli che hanno preso vita o stanno entrando in vigore in Europa.
- Secondo posto per un olio capace di rivelare un ottimo rapporto tra acidi grassi polinsaturi Omega 6 e Omega 3, basso valore di acidità oltre a un ottimo contenuto di α-Tocoferolo (la forma vitaminica più attiva e potente): si tratta dell’olio di semi di Canapa prodotto dall’Impresa Agricola Colle Elisa (link pagina Facebook), per la prima volta partecipante al Concorso.
Azienda veneta, “produciamo olio di Canapa dal 2016 – sottolinea Elisa Colle – facciamo agricoltura di montagna, dedichiamo un ettaro. Siamo in provincia di Belluno, precisamente a Borgo Valbelluna, a otto chilometri da Feltre. Coltiviamo canapa in zona collinare, intorno ai 400 metri d’altezza. Non irrighiamo in campo, portiamo avanti un’essiccazione naturale del seme. Il nostro punto di forza è che sappiamo di trattare il nostro seme in maniera amorevole. Poi un laboratorio di trasformazione ad alta specializzazione a noi vicino, in breve, abbiamo una filiera che si chiude entro i 30 chilometri. Siamo frastornati per questa vittoria perché è un lavoro di famiglia, di questa piccola filiera in cui anche il trebbiatore ha modificato la macchina da frumento per la raccolta, sconvolgendo di conseguenza la sua vita dedicandosi a noi, ma consentendoci di raccogliere un seme veramente pulito: lo dobbiamo ringraziare tanto”.
- Posto più in alto sul podio e quindi vittoria assoluta per un prodotto che ha dimostrato di avere il miglior equilibrio tra il rapporto di acidi grassi polinsaturi, fattore che si combina con il più basso valore di acidità riscontrato tra i partecipanti al Concorso, oltre ad avere un buon rapporto tra clorofilla e carotenoidi. L’olio di Semi di Canapa del Molino Crisafulli Società Cooperativa Agricola (link), vincitore per la terza edizione consecutiva di questa manifestazione.
Realtà siciliana di Caltagirone e a ritirare idealmente il premio è Giuseppe Sammartino, presente “in fisico” nelle precedenti edizioni: “Gestiamo questa realtà dal 1988 in famiglia, quindi oltre me, mio fratello Francesco e mio padre Gaetano. Dal 2016 abbiamo iniziato a coltivare Canapa con l’intento di chiudere subito la filiera dell’alimentare. Abbiamo ragionato sulla cosa e abbiamo fatto alcuni investimenti sul progetto. Oltre all’olio facciamo la farina, la pasta e anche la birra. Con l’olio abbiamo sempre cercato di dare il meglio sin dal primo anno”.
“In questa occasione vorrei fare alcune considerazioni sulla presenza di THC negli alimenti da Canapa – ha concluso Sammartino – controlliamo periodicamente il livello di presenza di questa sostanza nei nostri prodotti. Nelle ultime analisi fatte sull’olio, abbiamo registrato un valore 1,7 ppm quando il limite è a 5. Siamo ampiamente sotto il limite. In più siamo assegnatari di una Misura 16.1 (ndR.: innovazione per produttività e sostenibilità dell’agricoltura) e come capofila con il Gal Kalat, in questo caso proprio per il controllo di THC negli alimenti in modo da definire delle linee guida e un protocollo di trasformazione in modo che, appunto, non si vadano a sforare i limiti massimi di THC negli alimenti da Canapa. Con noi la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia di Caltagirone, ente regionale che ha sempre curato la conservazione di grani antichi in Sicilia e che quest’anno ci seguirà nel comparto della Canapa. Da quest’anno il Crea di Acireale e come consulente esterno l’Università statale di Milano. Stiamo cercando di creare una grande squadra”.
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