Federcanapa e Agrinsieme, linee guida per produzione e trasformazione della canapa da estrazione
Occorrevano al più presto, i tempi ormai sono ben più che maturi. Bisogna attestare qualità, sicurezza, uniformità nella lavorazione e sviluppo del comparto. Servivano e servono quindi delle linee guida per guidare la produzione e la trasformazione della pianta di canapa per estrazione giungendo a un Disciplinare nazionale. Un passo, una proposta analitica presentata l’11 maggio 2021 da Federcanapa e Agrinsieme (Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) in un convegno virtuale su piattaforma GoToMeeting.
“Linee Guida per la coltivazione della Canapa Industriale da estrazione“, questo il titolo emblematico dell’appuntamento e del documento ormai vitale per la migliore regolamentazione del settore. Un “vademecum” stilato dalla Federazione (link Federazione italiana canapa) e da Agrinsieme (link), un “percorso” sul sistema produttivo e sulle norme che per essere definito ha visto lavorare insieme esperti universitari, legali, agricoltori e trasformatori della canapa da estrazione.
Per scoprire il contenuto di questo documento corale basta cliccare a questo link in modo da visionarlo e scaricarlo in formato pdf. In tutto sono 35 pagine, compresi gli allegati. Tre i capitoli principali:
- Indirizzi normativi
- Fase agricola
- Fase di trasformazione
“Cresce il numero delle aziende del settore della canapa industriale e in particolare di quelle legate alla filiera dell’estrazione – questo lo scenario di sfondo al settore emerso durante l’incontro – Il mercato mondiale dell’olio di CBD cresce ogni anno di oltre il 30% (1,2 miliardi di dollari nel 2019) e un’accelerazione ancora più forte è prevista nei prossimi 5 anni per il mercato europeo degli estratti di canapa; questi prodotti, infatti, trovano un crescente interesse non solo nel settore farmaceutico, il principale, ma anche nella cosmesi, nell’alimentare, nel pet food e nei succedanei del tabacco. Tra le novità anche il fatto che la Francia, che rappresenta il 37% della coltivazione di canapa industriale in Europa, stia discutendo su una specifica norma sull’infiorescenza per estrazione”.
“Dopo questa presentazione – sottolineano Federcanapa e Agrinsieme – incalzeremo il Parlamento perché definisca una volta per tutte quelle regole che consentano, anche agli operatori italiani, di confrontarsi ad armi pari sul mercato internazionale”.
La presentazione iniziale è stata curata da Rachele Invernizzi, vicepresidente Federcanapa e da Roberta Papili di Agrinsieme. A seguire il tema “Canapa industriale e cannabinoidi” a cura di Giuseppe Cannazza dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
All’incontro era presente anche l’avvocato Giacomo Bulleri per un contributo determinante sulla linea interpretativa riguardo le norme di legge e regolamenti, Dylan Parentela per Enecta sull’aspetto della coltivazione e Daniela Ruosi per Air Liquide per le applicazioni che nella fase di conservazione soprattutto prevedono l’uso di gas (azoto, argon, ossigeno, diossido di carbonio e loro miscele).
A guidare l’incontro e a introdurre i relatori, Beppe Croce, presidente di Federcanapa.
Hanno partecipato anche Lorenza Romanese, direttrice EIHA (link)-Associazione Europea della Canapa Industriale, Ludovic Rachou, presidente della francese UIVEC (link) e Arthur Vidal del Syndicat Professionnel du Chanvre (link).
Lo scopo nel dare forma a questo scritto è quello di proporre una precisa rotta che garantisca ai produttori di essere in linea anche con quanto accade in Europa, che stabilisca una base d’appoggio sulla legalità e sulle norme, su come agire per garantire la crescita di questa filiera così innovativa, una guida esatta sull’aspetto tecnico-agronomico.
Come rimarcato da Rachele Invernizzi, il documento è un work in progress, quindi aperto a a qualsiasi elemento migliorativo e alla collaborazione di tutti gli interessati.
Roberta Papili, responsabile Clima ed energia di Confagricoltura e, per l’occasione, “voce” di Agrinsieme, ha tenuto a sottolineare le grandi potenzialità della coltura della Canapa e in un percorso di innovazione e di sostenibilità cui è chiamata la stessa agricoltura, la Canapa industriale non può non far parte di questo processo.
Da qui la condivisione con Federcanapa per definire le linee guida. Nel segno anche dell’eliminazione di quelle criticità che derivano dalla non esatta definizione non tanto della coltivazione ma dei processi di trasformazione e di finalizzazione in alcuni mercati. Il tema centrale è quello dell’indirizzo normativo. Proprio l’incertezza normativa costituisce il primo limite, il primo deterrente per le imprese all’accesso verso questo tipo di coltivazione.
Da sottolineare – novembre 2020 la Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza che ha dichiarato come il CBD Cannabidiolo non è una droga imponendo al Governo Francese il dissequestro di una partita di sigarette elettroniche al CBD, commercializzate in Francia e legalmente prodotte in altro Stato europeo.
Infine, un concetto da ribadire ancora e ancora: tutto questo riguarda la coltivazione e la lavorazione della Canapa nelle sue varietà a basso contenuto di THC (entro lo 0.2%) coltivate secondo i requisiti stabiliti dalla normativa comunitaria e della Legge 242/2016 (link ad articolo Canapa Oggi), destinate alla produzione di semilavorati, quali estratti a base di CBD, terpeni, flavonoidi e altri cannabinoidi non stupefacenti, da impiegare in successive lavorazioni industriali e artigianali.
Sulle linee guida di Federcanapa e Agrinsieme
Per la visione completa del documento di Federcanapa e Agrinsieme basta cliccare a questo link. Si aprirà un file formato .pdf già da subito leggibile, ma anche scaricabile.
La premessa alle linee guida è netta nell’inquadrare la proposta nella sua interezza:
Questo documento definisce le linee guida per la produzione e la trasformazione della pianta di canapa per estrazione, prodotta secondo i requisiti della normativa comunitaria e della L. n. 242/2016, al fine di ottenere i prodotti previsti dall’art. 2, c. 2 della L. n. 242/2016 e in particolare: “semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori”.
È un contributo alla promozione di filiere territoriali della canapa, in quanto coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, al miglioramento dei suoli e all’incremento del reddito agricolo.
Il documento è stato redatto da un gruppo interdisciplinare di esperti universitari, legali, agricoltori e trasformatori della canapa da estrazione. Le linee guida proposte si basano ovviamente sullo stato attuale delle conoscenze, ancora lacunose sui comportamenti delle varietà nei diversi contesti pedoclimatici e su altri aspetti della filiera. Pertanto va considerato un lavoro in progress che potrà ricevere ogni anno utili aggiornamenti dalla ricerca scientifica e dall’esperienza degli agricoltori, con l’obiettivo di arrivare a definire un Disciplinare vero e proprio per la filiera della canapa da estrazione.
Punti nodali iniziali
- Per ‘estratto’ vegetale o fitocomplesso si intende un prodotto ottenuto sottoponendo tutta la pianta o parti di essa a un processo di estrazione utilizzando appropriati solventi. Gli estratti possono essere fluidi, semifluidi o solidi.
- Nel documento sulle linee guida, per ‘oli semilavorati’ o ‘estratti’ intendiamo in genere un prodotto semilavorato in forma oleosa, più o meno densa, contenente una concentrazione di cannabinoidi ed altre componenti del fitocomplesso della pianta di canapa, quali terpeni e flavonoidi.
In ogni caso trattasi di prodotti semilavorati destinati alla fornitura alle attività industriali o artigianali di diversi settori non suscettibili di consumo diretto da parte dell’uomo. - L’estratto non va confuso con l’isolato di CBD, che invece contiene unicamente la molecola di CBD pura al 99% e che si presenta in forma cristallina.
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