Canapaforum 2022, dal 6 settembre a Napoli il punto della situazione su diritti, tecniche, innovazioni, ostacoli, potenzialità, scoperte
Non poteva essere che il Sud ad aprire le porte a questa seconda edizione internazionale con corsi e conferenze, visione di esperienze, bilanci sulla legislazione, lavorazione, forniture, capacità produttiva sulla Canapa. A Napoli, una delle aree più vocate all’antica produzione insieme alla Sicilia, la capacità di fare da perfetta cornice per Canapaforum 2022, dal 6 al 10 settembre al Complesso Monastico di San Marcellino e Festo (Largo San Marcellino). Cinque giornate ricche di conferenze, visite ad aziende, corsi di formazione, mostra di prodotti innovativi.
Se l’inizio l’evento è fissato al 6 settembre, dal successivo 7 si entra nel vivo dei confronti con le prime conferenze in programma. Una data che ha una sua precisa concomitanza: è un momento tra i più cruciali per il mondo produttivo della Canapa, è il giorno dell’udienza al TAR del Lazio per il ricorso di varie imprese e associazioni della Canapa contro il decreto sulle Officinali del maggio scorso.
Federcanapa-Federazione della canapa industriale italiana, ideatrice e organizzatrice di Canapaforum 2022, rimarca come il ricorso non pregiudichi l’efficacia complessiva del decreto, misura tanto attesa dai coltivatori di piante officinali, ma riguarda solo un comma specifico, relativo alla canapa.
“Il decreto doveva solo definire un elenco di piante, perché la nuova legge sulle officinali già esiste – sottolinea Beppe Croce, presidente di Federcanapa – e invece ha imposto ulteriori costrizioni alla coltivazione della canapa industriale negando la possibilità di coltivare l’intera pianta, fiori e foglie comprese, senza l’autorizzazione del Ministero della Salute”.
“Questo decreto penalizza ulteriormente il settore della canapa italiana – continua Croce – Il Ministero si ostina a seguire pedissequamente un impianto normativo vecchio di 60 anni, per il quale le cime fiorite della canapa sono droga a prescindere, ignorando le evidenze scientifiche che nel frattempo si sono accumulate sulla presenza in queste cime di numerosi princìpi attivi, che hanno proprietà salutistiche e terapeutiche di estremo interesse e che – a differenza del THC (peraltro presente in minime tracce nelle varietà industriali di canapa), non sono affatto stupefacenti. Lo ha riconosciuto l’OMS, lo ha riconosciuto la Corte Suprema di Strasburgo”.
Quale conseguenza per l’Italia nell’ambito produttivo europeo della Canapa?
Il risultato è che in Italia nell’ultimo triennio stiamo camminando all’indietro come un gambero. In diversi paesi dell’Unione, a partire dalla Francia – ma è possibile citare anche l’Austria, la Germania, la Lituania, la Repubblica Ceca e altri ancora – è consentito l’uso dell’intera pianta di canapa, foglie e fiori compresi, per l’estrazione industriale del CBD, purché si rimanga naturalmente sotto il limite ammesso di THC, unico elemento psicotropo della Canapa industriale.
“La possibilità di coltivare liberamente l’intera pianta offre opportunità di mercato che oggi sono negate agli agricoltori e alle imprese italiane – rimarca il presidente di Federcanapa – Solo fino a tre anni fa l’Italia era considerata l’epicentro della rinascita della Canapa. Arrivavano nel nostro Paese imprese dal Canada, dagli Usa, dal Regno Unito per investire in coltivazioni e impianti di lavorazione. Poi, tra pareri della Cassazione e decreti del Ministero la tendenza è pesantemente cambiata. Basta considerare il quadriennio 2018-21: in Germania, che era dietro di noi, gli ettari coltivati sono più che raddoppiati – da 3.000 a 6.600 – mentre in Italia si sono ridotti a un terzo – da 4.000 a poco più di 1.000. Per questo, intendiamo dedicare un’intera giornata dal CanapaForum al tema delle cime fiorite, portando testimonianze straniere e testimonianze dei pochi imprenditori coraggiosi rimasti nel nostro Paese”.
In questo articolo:
- cosa è Canapaforum 2022 e i alcuni punti del vasto programma
Alcune aree tematiche dell’evento:
- Fibra di Canapa, situazione attuale in Italia e nel mondo;
- Canapa nella Bioedilizia, bilancio/ritratto del settore e iniziative nell’ambito di Canapaforum 2022.
In aggiunta a fine articolo:
- Scheda su Federcanapa;
- Scheda sul professore Sergio Sabbadini (Anab, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica e Federcanapa).
CanapaForum 2022 PROGRAMMA ITA pdf visibile e scaricabile
Entrando nel vivo, nel “cosa è” Canapaforum 2022
A organizzare l’evento è Federcanapa-Federazione della canapa industriale italiana, in collaborazione con EIHA-European Industrial Hemp Association, poi Fracta Sativa Unicanapa e Legambiente.
“Siamo a una svolta per la canapa in Europa, perché questa coltura e i suoi innumerevoli prodotti sono perno fondamentale per gli obiettivi del Green New Deal e dei nuovi fondi europei di ricerca e sviluppo – sottolinea Beppe Croce, presidente di Federcanapa – Per questo a Napoli vogliamo confrontarci coi protagonisti della rinascita mondiale della canapa: canadesi, americani, australiani e naturalmente coi principali attori europei”.
Con Canapaforum 2022 si entrerà nel vivo della canapicoltura e delle prospettive per la produzione e per la capacità italiana di essere protagonista. Da sottolineare che la qualità delle colture e delle piante italiane è tra le migliori al mondo grazie alle condizioni climatiche e territoriali del nostro Paese, ottima linea di partenza a cominciare dal settore alimentare.
“Ma l’Italia purtroppo stenta ancora a inserirsi in questa crescita del mercato mondiale – rimarca Beppe Croce – anzi nel 2021 abbiamo fatto passi indietro (solo 900 ettari ufficialmente coltivati) a causa soprattutto delle posizioni assurdamente restrittive di alcuni ministeri e dell’inettitudine dell’attuale Parlamento a decidere alcunché”.
- La prima delle conferenze avrà luogo il 7 settembre alle ore 9, “Canapa Industriale: fibra e Canapulo”, aspetto vitale nel panorama mondiale per quanto riguarda la fibra della pianta, le forti limitatezze italiane nello sviluppo del comparto, i settori strettamente connessi come la Bioedilizia, il tessile, la produzione della carta, i nuovi materiali che interessano anche il campo automobilistico, i metodi di raccolta e sul trattamento delle fibre.
Molti gli appuntamenti di approfondimento sulla Canapa industriale sono in programma fino al 9 settembre quando sarà affrontato il tema delle politiche e normative della canapa nel mondo, evoluzione e limiti della normativa in Europa e in Italia con la partecipazione di Frans Verstraete, funzionario della Commissione Europea- SANTE/Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare, di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente e di Antonio Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania.
La Canapa a uso alimentare avrà un suo seguito con la conferenza dell’8 settembre, quindi un focus pieno sul seme e le sue caratteristiche più spiccate e desiderabili, sull’olio di semi di Canapa, i parametri di qualità da osservare per la spremitura del seme ricavando il migliore degli oli, la situazione del mercato anche a livello internazionale, i metodi di coltivazione e di trasformazione più corretti per la coltura della Canapa indirizzata all’uso alimentare e le prospettive di mercato per il CBD-Cannabidiolo negli alimenti.
Esempi sui tanti corsi di formazione a Canapaforum 2022
Alle ore 9,30 del 6 settembre l’inizio dell’evento scandito da due corsi di formazione fondamentali per le potenzialità economiche e scientifiche del mondo Canapa: coordinamento del Dipartimento di Farmacia, Università degli Studi Federico II, “Canapa a uso alimentare – Metodi di coltivazione, raccolta e post-raccolta, tecniche di estrazione, destinazione di oli, panelli e farine, aspetti normativi, valutazioni economiche”, mentre alle ore 14, “Canapa a uso medico – Aspetti botanici, preparazioni fitoterapiche, regolamentazione e aspetti normativi”.
Vitale e ricco il panel del 10 settembre sul corso dedicato alla Canapa terapeutica. Tra i punti programmati: breve storia della cannabis a uso medico; legislazione della Cannabis e consenso informato; accenni di farmacologia, la pianta e il suo fitocomplesso, produzione delle infiorescenze e varietà della specie; forme farmaceutiche galeniche “biodisponibili”, accenno alla preparazione dell’olio e metodica unica; prescrizioni del paziente, avvertenze e posologia; esperienza clinica con indicazioni e risposte cliniche; prescrizione dell’olio, concentrazione della cannabis e posologia.
Alcune aree tematiche portanti di Canapaforum 2022
Fibra di Canapa, la nuova frontiera di sviluppo del settore in Europa
Terminata la fase rampante del CBD e della cannabis light, la fibra torna protagonista del mercato mondiale della canapa. Se nel 2020 oltre l’80% delle coltivazioni di Canapa negli Usa erano destinate all’estrazione del CBD e poco più del 10% alla fibra, nel 2030 il National Industrial Hemp Council of America prevede un rovesciamento spettacolare: il 70% sarà destinato a fibra.
Anche in Europa, grazie anche alle politiche del Green Deal e ai nuovi programmi di ricerca, la fibra sta guadagnano molti punti per la crescente domanda delle imprese di soluzioni innovative e sostenibili con materiali naturali biodegradabili. L’evento CanapaForum 2022, che si terrà a Napoli dal 6 al 10 settembre 2022, presenterà le principali esperienze in atto in Europa, con uno sguardo anche all’America, all’Australia e al Sudafrica. Al centro il processo di stigliatura da cui si ottengono fibra e canapulo.
Fibra di Canapa: alcuni dei possibili impieghi
Trainanti gli impieghi innovativi della fibra tecnica di canapa. Utilizzi che vanno da pannelli e strati isolanti per l’edilizia come quelli prodotti dall’olandese Hempflax, primo produttore di canapa europeo che ha acquisito nel 2020 la tedesca Thermo-Natur, oppure biocompositi dedicati all’industria automobilistica, come nel caso Alfa Romeo.
Si continua con le bioplastiche molto utili al packaging e qui si manifesta l’esempio di LATI Industria Termoplastici di Vedano Olona (realizzazione di prodotti eco-sostenibili ed eco-compatibili sostituendo materiali metallici e tradizionali per soluzioni strutturali, filati speciali e molto altro) in convergenza operativa e di intenti con The Hemp Plastic Company. Materiali utili anche per il comparto occhiali, come per Hempatica di The Eyes Republic, una start-up nata nel 2019 che produce appunto occhiali in metallo riciclabile e plastica di origine vegetale con l’utilizzo di fibra da Canapa). Le applicazioni sono le più varie e salta all’occhio il caso delle corde necessarie agli allevamenti delle cozze, l’esempio viene da Acquacoltura Sant’Anna di Bacoli, oppure i pannelli in steli di canapa e olio di soia della HempWood di Fibonacci LLC che ha grande esperienza nell’uso della Canapa come sostituto sostenibile del legno (per pavimentazioni, materiale da costruzione, cornici, mobili e altro).
Il Rapporto Federcanapa sottolinea come diversi impianti per produrre fibra e canapulo sono presenti in Europa, in particolare in Francia, Olanda, Lituania, Romania. In fase di sviluppo impianti di nuova concezione, di piccole dimensioni adatti per bacini territoriali come quelli italiani. Una tendenza, anche globale, che riguarda nuove tecnologie di dimensioni medio-piccole (impianti fissi oppure mobili, quelli che vanno incontro ai coltivatori), come alcune decorticatrici specifiche per la canapa, di piccole dimensioni e a prezzi modici.
Il nostro Paese, per costituzione geografica sviluppato in lunghezza, ha bisogno di impianti localizzati, maggiormente disseminati sul territorio. In Italia finora non c’erano impianti operativi. La mappatura di Federcanapa è ben dettagliata e fotografa la realtà. Uno di dimensioni industriali è sorto a fine 2021 in Toscana, nel Pisano (Canapafiliera srl a Migliarino con capacità di 10.000 ton/anno di paglie) e altri impianti esistono o si stanno sviluppando in altre regioni italiane, come in Piemonte con l’impianto di Assocanapa srl a Carmagnola, concepito 10 anni fa e oggi in fase di ristrutturazione. Anche nelle Marche (impianto pilota ReCagri finanziato dal PRS della Regione Marche), in Puglia (Bio Hemp Trade a Cerignola e il Southemp Tecno srl a Crispiano, oggi fermo), Campania, Lazio e in Sicilia.
Fibra di Canapa: la grande richiesta del mercato tessile
Secondo Grand View Research e Technavio la dimensione del mercato globale della canapa industriale è stata stimata in 4,13 miliardi di dollari già nel 2021. Si prevede una lievitazione pari a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 16,8-16,1% dal 2022 al 2030 quando dovrebbe giungere alla vetta dei 16,75 miliardi di dollari, già di 5,95 miliardi nel periodo 2021-2025 (valutazione ReportLinker).
Seguendo le valutazioni e le previsioni di Grand View Research, i settori tessile, cura della persona, mobili, cibo/alimentazione e bevande, carta e materiali da costruzione, saranno i primi protagonisti nella crescita di questo mercato.
Lo slancio in avanti comprende comunque tutta la vasta segmentazione della produzione da Canapa industriale, quindi anche la bioingegneria e bioedilizia, cura degli animali, isolanti, vernici, plastica biodegradabile, applicazione nel settore automobilistico e altri comparti.
Un fenomeno di crescita del mercato e della produzione che interessa aree geografiche come le nazioni asiatiche ed oceaniche bagnate dal Pacifico (APAC), Nord America, Europa, Sud America e MEA-Medio Oriente/Africa.
L’elevata domanda da parte dell’industria tessile sta guidando in particolare questo forte impulso di crescita e quindi la produzione della fibra destinata a questo comparto.
La superiorità tecnologica, ecologica ed economica della canapa ha guidato la richiesta da parte dell’industria tessile per la fabbricazione di una varietà di prodotti. La fibra ricavata da questa pianta è ampiamente utilizzata per la produzione di tela, tela per vele, corda, sacchi, abbigliamento, tessuti per arredamento, tessuti speciali e altri prodotti. La fibra di canapa è tra quelle più resistenti e maggiormente durevoli.
Inoltre, la canapa può anche essere miscelata con cotone, lana e seta per produrre un’ampia gamma di tessuti.
Poiché le fibre di questa pianta presentano caratteristiche particolari come numerose crepe e piccoli fori nella struttura, hanno un eccellente effetto capillare, una buona capacità di assorbimento dell’umidità ed eccellenti capacità traspiranti. Sono quindi utilizzate per produrre indumenti impermeabili, antivento, resistenti all’usura e antibatterici per i militari.
Questa materia prima è utilizzata anche per la produzione di abbigliamento estivo, poiché possiede varie proprietà come permeabilità all’umidità, buona radiazione termica e resistenza statica oltre che ai raggi ultravioletti.
Le fibre di canapa sono sempre più adoperate come materia prima per la produzione di filati tessili. Sono anche considerati un sostituto del cotone e delle fibre sintetiche.
Fibra di Canapa: panorama mondiale ed europeo
Globalmente i nuovi impianti di prima trasformazione degli steli sono nati sull’onda lunga dello sviluppo della coltura della Canapa. Principali protagonisti, oltre alla Francia in Europa, sono Cina, Stati Uniti, Canada (HempCo acquisita da Aurora) e Australia con Ecofibre, player globale per alimenti, CBD e tessuti in canapa.
È quindi necessario un salto in avanti dell’Italia per inserirsi con successo e profondamente nel comparto: il nostro Paese non può perdere un’occasione del genere sia come sviluppo e applicazioni interne, sia come export.
Francia e Paesi bassi hanno sempre – e da tempo – guidato la canapicoltura e le sue applicazioni industriali. Negli ultimi anni molti altri attori stanno emergendo in Europa, a cominciare dall’Est, ma sta arrivando la grande concorrenza asiatica, in primis dalla Cina che sta sfidando il primato del Nord America (Canada e Stati Uniti). Australia e Nuova Zelanda sono realtà di primo piano nella Canapa per l’emisfero australe.
Come indicato nel Rapporto di Federcanapa, la Cina sta marciando a tappe forzate, a tutta velocità, nell’automazione del processo di stigliatura della Canapa. La provincia di Heilongjiang, all’estremo nordest della Cina, produce da sola quasi metà della fibra mondiale di Canapa.
Altra sottolineatura di Federcanapa è sugli Stati Uniti caratterizzati da uno sviluppo spiccato dopo la legge federale del 2018 che ha legalizzato la canapa industriale. Hemp Inc. nel 2014 ha acquistato per 10 M$ il più grande impianto di trasformazione delle paglie di canapa e kenaf oggi esistente negli Usa e installato nel North Carolina su un’area di circa 25.000 metri quadri. Nell’arco di un anno nell’area statunitense sono sorti diversi centri regionali di decorticazione delle fibre.
In Europa tra i grandi protagonisti nella produzione di fibre da Canapa è l’Olanda con la HempFlax e il suo primo impianto che lavora 4 ton/ha di paglie: produce canapulo e fibra tecnica per vari settori a partire dall’automotive realizzando compositi in fibra di canapa, ma anche lettiere per cavalli e animali d’affezione, materiale per il comparto delle costruzioni, cartario, bioplastiche.
Fibra tecnica per tessuti-non tessuti, isolanti per edilizia, orticoltura e canapulo per calce-canapa e lettiere di animali da un’altra impresa olandese, la Dun Agro Hemp Group, col suo impianto che lavora 8 ton/ha di paglie.
La Francia è in Europa il principale produttore di canapa industriale: Chanvrière de l’Aube, la maggiore cooperativa storica di produttori, rappresenta la metà dell’intera produzione di canapa francese; poi la EuroChanvre, vicino a Besançon, un fatturato di 2,5 M nel 2021 e tra le sue produzioni fornisce la fibra di canapa per i biocompositi prodotti da APM–Automotive Performance Material per i cruscotti della nuova Giulia dell’Alfa Romeo; la Planéte Chanvre, di piccole dimensioni dedita alla produzione di materiali isolanti per edifici, feltri per floricoltura, lettiere per cavalli e animali d’affezione; altra grande cooperativa di produttori è Cavac Biomatériaux, in Vandea vicino la Rochelle, specializzata nella produzione di fibre di canapa e lino per isolamenti termoacustici.
Il mondo europeo e globale della Canapa
Secondo la ricerca del “The European Cannabis Report”, nel solo mercato del Vecchio Continente le previsioni di crescita del fatturato da qui al 2026 per la Canapa a uso medico-farmaceutico indicano una cifra pari a 58 miliardi di euro. Un’enormità.
I vantaggi della canapicoltura sono ben noti. Solo per citarne alcuni, dal ridottissimo fabbisogno d’acqua fino all’assenza di irrigazione – argomento di grande attualità -, alla resistenza rispetto al cambiamento climatico, passando per l’elevato assorbimento di CO2 da parte delle piante, dalla possibilità che la Canapa ha di rigenerare e di decontaminare terreni, dal fabbisogno ridottissimo (ove mai servisse) di prodotti chimici e dalla capacità di prosperare in terreni inutilizzabili per altre colture.
Canapaforum 2022 e l’uso della Canapa nella Bioedilizia
L’utilizzo della Canapa nella Bioedilizia rappresenta uno dei cardini di Canapaforum 2022 seguendo le grandi prospettive di sviluppo per le grandi proprietà di isolamento termico di questo materiale naturale, del conseguente risparmio energetico e per l’inserimento negli interventi beneficiati dal famoso Bonus.
Anche in Italia, da Nord a Sud, aumenta il numero di aziende che hanno sviluppato settori specializzati nell’edilizia in canapa. Alcuni esempi: Tecnocanapa del Gruppo Senini di Brescia, Banca della Calce di Bologna, Edilcanapa a Teramo in Abruzzo, Pedone Working di Bisceglie o Messapia Style in Salento.
Situazione descritta anche dal professore Sergio Sabbadini (Anab, Associazione Nazionale Architettura Bioecologica e Federcanapa) che nel programma di Canapaforum 2022 porterà alla scoperta di materiali e metodi innovativi con visite in cantiere.
“C’è qualche novità ultima – sottolinea Sabbadini – Le ditte si stanno incontrando perché hanno capito che per essere inseriti nei preziari e nel Bonus, c’è bisogno di una standardizzazione. La criticità forte è su quanto avviene in cantiere, su tutto ciò che viene realizzato in cantiere, sulle mescole e su tutto il resto, come la posa in opera: questo rappresenta un limite importante”.
Canapa e Bioedilizia: comparto della produzione dei materiali in continua evoluzione
Come da ricerca del partenariato ENEA-Politecnico di Milano nel 2018, aggiornato nel 2022, citata in un suo studio dallo stesso professore architetto Sergio Sabbadini, in Italia oggi esistono cinque produttori di blocchi in calcecanapulo. Oltre a queste ditte esistono altre aziende che sono importatrici di prodotti stranieri, in particolare dalla Francia, sia per vicinanza che per longevità di brevetti, perché sottoposti nel paese di produzione a certificazioni e rispetto di Regole Professionali.
In questi ultimi quattro anni il numero delle aziende italiane che si occupano di produzione di blocchi in Italia non è aumentato, ma le stesse hanno sviluppato molti più prodotti soprattutto nel campo degli intonaci e delle finiture in cui l’Italia ha sempre avuto un mercato specifico sia in termini di prestazioni che in termini di qualità estetiche.
Il 47% delle aziende italiane produttrici/rivenditrici di prodotti in calcecanapulo, si occupa di blocchi, quindi di preformati per le aziende costruttrici e per i cantieri. Il 12% rappresenta produttori e rivenditori di pannelli in calcecanapulo. Stessa quota per le imprese che producono e vendono intonaci e rivestimenti a spruzzo. Infine, il 29% è dedito alla produzione di Canapa per il settore edilizio.
In edilizia-bioedilizia l’Italia è praticamente all’anno zero nello stabilire molti standard per la Canapa, certificazioni e classificazioni dei vari prodotti e delle buone pratiche garantite in cantiere, ma tra gli operatori del settore qualcosa si muove.
“Col calcecanapulo non abbiamo quei problemi più ostici legati allo strutturale perché in edilizia tale materiale non viene utilizzato con questo scopo – rimarca Sergio Sabbadini – Le certificazioni di prodotto sono sufficienti per il mercato, come per i blocchi già preformati all’origine dai produttori. Il punto critico nasce a livello di artigiani specializzati, formati professionalmente, quando si deve dar vita alle mescole leganti-canapulo e procedere poi alla loro applicazione in cantiere. Per questo in Francia hanno fatto una sorta di guida, una lista di regole professionali, l’ecolabel francese di Construire en Chanvre che, comunque, ha un limite: prevede solo l’uso di determinati materiali, di determinati leganti, di determinati canapuli certificati e la formazione degli operatori in sue sessioni”.
“Quando mi è arrivata una richiesta specifica per mettere su un team neutro legato ai centri universitari e alle associazioni così da redigere regole professionali, la cosa mi ha esaltato, sarebbe stato molto utile, anche a me come progettista – aggiunge Sabbadini – Se ci si vuole svincolare dai prodotti industrializzati con marchiatura, l’impresa è titanica: è problematico concepire regole che devono dare dettami universali facendosi largo tra le numerosissime tipologie di leganti e l’altrettanto ampia varietà degli aggregati vegetali, quindi ottenuti dalle varie tipologie di canapuli che derivano dalle varietà delle piante di origine e dalla maturazione delle stesse piante”.
“Invece, sulla formazione, sul lavoro in cantiere, abbiamo agito attraverso le associazioni di settore che di esperienza ne hanno tanta e l’abbiamo fatto come AnaB – conclude Sergio Sabbadini – Non c’è un problema importante sull’utilizzo dei prodotti. Semmai esiste sui parametri. Bisogna cercare di evidenziare che non è solo il calcolo della trasmittanza a incidere sul comfort fornito dal materiale al microclima interno e quindi al risparmio energetico. È poi da definire il confronto con altri materiali, per esempio con pannelli in polistirolo, non sulla qualità di trasmittanza, ma sulla differenza dei comportamenti dopo la messa in opera. Tema altrettanto vasto di cui si dovrebbero occupare ingegneri energetici, il Politecnico e simili”.
- Un punto importante degli incontri Canapaforum 2922 sull’utilizzo della Canapa in Bioedilizia è fissato per venerdì 9 settembre, dalle ore 14 alle 18, appuntamento che prevede la visita al cantiere Vitale in via dei Goti 236 ad Angri (Salerno):
ore 14.00 partenza con pulmino da Complesso monastico San Marcellino e Festo, Napoli;
– 14.45 Introduzione di Rachele Invernizzi;
– 15.00 presentazione cantiere proprietario + Gilberto Barcella (Senini);
– 15.30 dimostrazioni di posa in opera dei blocchi in calcecanapulo, di intonaci e finiture con presentazione dei campioni in calcecanapulo a spruzzo;
– 16.00 professore Formisano: la ricerca universitaria sul tema dell’utilizzo della canapa in edilizia;
– 16.40 panoramica dell’utilizzo della canapa in cantiere e tecnologie attuali e future;
– 17.10 domande, prove del materiale e altro;
– 18.00 rientro a Napoli.
Federcanapa, scheda
Federcanapa, Federazione della canapa industriale italiana, è stata costituita il 20 febbraio 2016, con l’intento di dare voce e supporto tecnico-scientifico alle molteplici iniziative in atto in tutte le Regioni italiane e di costituire una rappresentanza autorevole nei confronti del Governo, delle amministrazioni regionali e degli altri settori industriali.
Federcanapa è membro del Cluster Chimica Verde Lombardia e dell’associazione europea EIHA (European Industrial Hemp Association) e il suo vicepresidente fa parte del Board di EIHA. Le sue posizioni sulle politiche nazionali e internazionali sono riassunte in un Dossier che è stato ufficialmente presentato il 4 febbraio 2020 alla Sala del Refettorio della Camera dei Deputati.
Servizi
Oltre alla presentazione di istanze e proposte normative in ambito istituzionale, la federazione offre i seguenti servizi:
- corsi di formazione e consulenza sui metodi, i regolamenti e l’innovazione nelle tecniche di coltivazione e di trasformazione dei semi e della biomassa,
- analisi certificate tramite convenzione con laboratori accreditati
- assistenza legale.
Principali attività
- 27-28 Ottobre 2018: Canapa Forum, Milano Circolo Filologico – manifestazione dedicata alle applicazioni industriali e terapeutiche della canapa due giornate di conferenze, workshop, mostra-mercato, spazio Innovazione, mostra storica, degustazioni, premi per tesi universitarie sulla canapa – (v. allegato).
- 2019: Disciplinare volontario di coltivazione delle cime fiorite (www.fioredicanapaitaliano.it) in collaborazione con Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori (CIA);
- 4 febbraio 2020: Roma, Sala del Refettorio della Camera dei Deputati: dossier Canapa Industriale – i nodi irrisolti delle politiche nazionali
- 13-14 novembre 2020 Canapa Forum 2020, Napoli, Castel S.Elmo (v. allegato) ANNULLATA causa COVID
- Aprile 2021: presentazione delle Linee Guida per il seme di canapa a uso alimentare
- Maggio 2021: presentazione delle Linee Guida per la canapa da estrazione in collaborazione con Agrinsieme..
Federcanapa è partner nel progetto europeo HempClub del programma XCluster insieme a Cluster di vari Paesi europei (Italia, Austria, Rep.Ceca, Portogallo Romania) con l’obiettivo di interscambio di conoscenze sulle filiere innovative della canapa nei diversi Paesi e ha collaborato insieme a CREA CI e CREA AA al progetto COBRAF (Coprodotti per Bioraffinerie – PSR Toscana 2014-2020) concluso nel febbraio 2022
Associati:
- aziende agricole 25%,
- aziende trasformatrici di semi o biomassa o fibre e dei settori alimentare, farmaceutico e cosmetico 20%
- aziende del settore commerciale e gestione qualità 5%,
- esponenti del mondo scientifico 15%,
- consulenza tecnica e legale 5%
- associazioni 10%,
- associati a titolo individuale 20%.
In totale nel 2020 i terreni coltivati dalle aziende associate avevano un’estensione complessiva di oltre 1.000 ha. Gli associati sono distribuiti tra le seguenti regioni: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, FriuliVG, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.
La ripartizione tra le varie aree geografiche:
- Nord 40%
- Centro 30%
- Sud e isole 30%
Presidente: Giuseppe Croce
Vicepresidente: Rachele Invernizzi, membro Board EIHA
Comitato Scientifico
- Stefano Amaducci, Presidente, UniCattolica PC
- Luciana Angelini, UniPI
- Giuseppe Cannazza, UniMORE
- Incoronata Galasso, CNR IBBA
- Tulia Gallina Toschi UniBO
- Alfonso Gallo, IZSM Portici
- Gianpaolo Grassi, consulente
- Severina Pacifico, UniCampania
- Sara Panseri, UniMI
- Luigi Pari, CREA
- Paolo Ranalli, ex CREA
- Nicoletta Ravasio, CNR ISTM
- Alberto Ritieni, UniNA
- Giorgio Rondi, consulente Linificio Canapificio Nazionale
- Sergio Sabbadini, Politecnico MI
Sergio Sabbadini – scheda
ITA – Architetto specializzato in “Tecnologie ecologiche ed alternative in edilizia” ha lavorato c/o Centre Ecologique Européen Terre Vivante (Francia). Co-fondatore nel 2003 dello studio di architettura Disstudio.it
Come libero professionista si occupa di architettura sostenibile ed in particolare è specializzato nelle tecniche costruttive in terra cruda e calcecanapulo sia a livello di progettazione che di cantieristica a livello nazionale e internazionale (tecnico ANAB e coop. énostra). Il campo d’intervento riguarda la nuova costruzione, il recupero, il restauro conservativo, sviluppando anche esperienze in campo archeologico.
Lavora come consulente per alcune aziende italiane per lo sviluppo di prodotti bioedili innovativi (prodotti in terra cruda, in calcecanapulo, in calce e pozzolane …)
È formatore europeo ECVET sugli intonaci in terra cruda (paternariato Learnwithclay)
Ha sviluppato per A.N.A.B. (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica) il settore dei seminari di approfondimento e cantieri-scuola.
Docente a contratto c/o il Politecnico di Milano. Dal 2008 al 2021 (Laboratorio di costruzione dell’Architettura 1, Laboratorio di Progettazione dell’Architettura 2). Sviluppa ricerca su tecniche e tecnologie bioedili e partecipa al gruppo di lavoro su LCA insieme al prof. Dotelli, prof.Ruggieri, prof.Melia.
ENG – Architect specialized in “ecological and alternative technologies in construction” has been working in the Centre Européen Ecologique Terre Vivante (France). He founded in 2003 the study of architecture Disstudio.it.
As a freelancer dealing with sustainable architecture and particularly he is specializing in earthen construction and hemp techniques both at the design level of shipbuilding, on a national and international scale. The operating range for the new building, recovery, restoration also developing experiences in the field of archeology.
He works as a consultant for several Italian companies for the development of innovative bio-building products (products with raw earth, hemp, lime, pozzolan ….)
He is european teacher – ECVET ((paternership Learnwithclay)
He ‘was in charge of “earth construction” sector for A.N.A.B. (National Association of Bio-ecological Architecture) since 1996, It developped for the Association worksite schools.
Adjunct Professor at the Politecnico di Milano. Since 2008 he teaches technology in different laboratories. He develops research on bio-building techniques and technologies and participates in the working group on LCA with prof.Dotelli, prof.Ruggieri, prof.Melia.
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