Patente di guida e cannabis medica: irrazionali bocciature emendamenti per la revisione del codice della strada
“Prima bocciatura degli emendamenti sulla patente di guida e Cannabis medica in sede di Commissione, da qui si passerà in aula per la discussione del provvedimento, ma a questo punto per tutti noi malati in terapia con cannabinoidi la lotta si deve fare ancora più serrata!“. Queste le parole sottoscritte e diffuse dall’Associazione Pazienti Cannabis Medica.
Per riassumere la situazione, a oggi qualsiasi tentativo di aggiustare al meglio l’articolo 187 per la revisione del codice della strada, è stato vano. Chi è sotto terapia medica con assunzione di cannabis può portarsi dietro una certificazione, ma non può guidare.
Qui di seguito si inserisce il link per vedere/scaricare il pdf della seduta che risale al 10 gennaio 2024 e che riguarda la IX Commissione permanente-Trasporti, poste e telecomunicazioni:
Commissione perm-IX-Cannabis medica-patente guida-leg.19.bol0228.data20240110.com09
Volendo riassumere quanto accaduto nella seduta della commissione, sul punto che riguarda la patente di guida e cannabis medica erano stati presentati vari emendamenti, in particolare quelli dell’onorevole Forattini del PD e quello dell’onorevole Magi di +Europa.
Tutti questi emendamenti sono stati bocciati dalla maggioranza. Tutti i contenuti e i concetti espressi dai vari onorevoli sul rapporto patente di guida e cannabis medica, li potete trovare scritti nel documento pdf il cui link è stato inserito poco più sopra: bisogna leggere dalla terza pagina numerata in cima “292”.
“Sono stati bocciati in modo completamente ideologico e strumentale! – sottolinea sempre l’Associazione Pazienti Cannabis Medica – Dopo la bocciatura degli emendamenti, gli Onorevoli Forattini e Malavasi hanno presentato ieri una interrogazione per noi malati per prevenire le criticità che non ci rendono tranquilli. Attendiamo speranzosi (ma non troppo) risposte a tutto questo e intanto ci prepariamo a mobilitarci nel caso i nostri diritti, alla salute e alla possibilità di muoverci vengano violati così! Ancora più importante in questo momento è fare numero e unirsi! Associatevi perché più siamo e più la nostra voce sarà forte! https://www.pazienticannabismedica.org/diventasocio“.
Un esempio delle differenze fra le dichiarazioni di alcuni deputati durante la seduta della IX Commissione permanente-Trasporti, poste e telecomunicazioni
Antonino IARIA (M5S), intervenendo sul proprio emendamento 1.7, sottolinea come il suo argomento coincida con quello degli identici emendamenti Ghirra 1.5 e Magi 1.6. La finalità è sempre la medesima: occorre evitare di penalizzare quanti consumino cannabis a fini medici e di fatto non rappresentano un rischio per se stessi e per gli altri utenti della strada.
Elena MACCANTI (LEGA), relatrice, rileva che la vera novità contenuta su questa materia è l’espunzione dello stato di alterazione. Al momento, l’esame tossicologico può essere eseguito o qualora il conducente sia in stato di alterazione o dopo un incidente. Sono state le stesse forze dell’ordine a richiedere che si eliminasse tale previsione giacché il nesso causale tra assunzione delle sostanze e alterazione psicofisica risulta assai difficile da dimostrare in sede giurisdizionale; ciò comporta in molti
casi una vera e propria impunità. Ricorda che già oggi, in caso di utilizzo di cannabis terapeutica, è possibile ottenere una certificazione, e che nei confronti dell’AISM è stata dimostrata la massima attenzione. Tali sono le considerazioni che la conducono a ribadire il parere contrario.
Andrea CAROPPO (FI-PPE), relatore, ribadisce che la situazione dei soggetti che assumono cannabis a fini medici sarà trattata in dettaglio nel decreto ministeriale di attuazione. Il provvedimento vuole invece dare seguito alle istanze presentate dalle forze dell’ordine e dai rappresentanti delle vittime della strada, che hanno chiesto di espungere lo stato di alterazione e dare piena attuazione all’articolo 187 del codice della strada, che di fatto è oggi reso inattuabile dagli orientamenti della giurisprudenza.
Carmine Fabio RAIMONDO (FDI) afferma di condividere la necessità, espressa dal relatore, di una riforma del fatto-reato. Si tratta a suo avviso di un’impostazione culturale: occorre statuire che se qualcuno si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, ciò è di per sé un reato, senza alcuna distinzione tra droga e droga. In ogni modo, già oggi è possibile certificare che l’uso della cannabis è per alcuni soggetti parte di una terapia medica: la novità introdotta da questa maggioranza è quella di una maggiore severità contro l’uso delle sostanze stupefacenti.
Luca PASTORINO (MISTO-+EUROPA) condivide quanto dichiarato dai colleghi Ghirra e Iaria: qui si sta semplicemente sostituendo un nesso causale con uno cronologico. Nessuno è favorevole all’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Francesca GHIRRA (AVS) illustra il proprio emendamento 1.20, che va a vantaggio di quanti usino cannabis a fini terapeutici sulla base di una regolamentazione attuativa come auspicata dalla maggioranza.
Valentina GHIO (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento Forattini 1.21, fa presente che quanto da esso previsto prevede condizioni estremamente specifiche e determinate, che vanno a vantaggio dei pazienti che necessitano di cannabis al di là di qualsiasi differenza ideologica.
Il rapporto Patente di guida e cannabis medica è per adesso rimasto irrisolto. Ribadendo il risultato finale, è stato bocciato qualsiasi emendamento che intendeva tutelare le posizioni di chi è sottoposto a terapie a base di cannabis medica.
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