Gasparrini: studio dei Fitocannabinoidi, innovazione urgente e uso dei metodi scientifici più corretti
Innovazione urgente per quanto riguarda la rilevazione e lo studio dei Fitocannabinoidi nelle cultivar della canapa, processi di estrazione analitici e uso dello Spettroscopio Nmr eliminando metodi errati come quello adottato nella farmacopea. Il tutto per non incorrere in banali ma micidiali errori nella valutazione dei campioni e fare chiarezza sulle molecole che compongono questa pianta
Francesco Gasparrini, professore di Metodi Fisici in Chimica Organica all’Università La Sapienza di Roma, è stato molto chiaro, limpido, nel corso del suo intervento del 17 marzo 2017 al dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco, il tutto per la giornata divulgativa sulla canapa industriale (clicca qui per il servizio sul convegno).
Tema portante nella relazione dell’accademico, Determinazione del contenuto di Fitocannabinoidi nelle infiorescenze della canapa del Lazio.
“L’importanza e l’interesse scientifico sulla cannabis sono notevoli e crescono continuamente – ha sottolineato Gasparrini – come aumenta il peso economico della canapa, tanto che le previsioni 2020 per gli Usa danno una cifra di circa 32 miliardi di dollari per tutto il comparto, produzione, distribuzione, controllo della qualità, tanto per citare alcuni elementi della filiera”.
“Il controllo di qualità è estremamente importante per il consumatore – ha continuato l’accademico – anche perché le molecole da cannabis stanno prendendo sempre più piede in campo farmaceutico”. La scorsa settimana al Pittcon Congress 2017 di Chicago, evento annuale mondiale di primo piano con esposizione sulla scienza di laboratorio cui partecipano rappresentanti dell’industria, dal mondo accademico e dei governi di oltre 90 paesi in tutto il mondo, “ alcune case produttrici hanno mostrato e messo in vendita strumentazioni che ormai sono solo dedicate al controllo dei prodotti e delle molecole da cannabis. Tutto questo evidenzia quindi la crescita d’attenzione sula tematica”, ha aggiunto il professore Gasparrini.
“L’estrazione delle molecole avviene con solventi organici o con metodi più selettivi – ha detto il professore – Per riscaldamento si elimina l’anidride carbonica e si ottiene il principio attivo CBD o THC. Tutti i cannabinoidi sono strettamente correlati fra loro. Un alto tenore di THC significa non poter coltivare la canapa, ma anche un quasi sempre basso contenuto di CBD: significa non poter competere con gli altri paesi”.
“Su questo monitoraggio e analisi dei componenti, in farmacopea c’è un metodo oggi del tutto sbagliato per rilevare la presenza di THC – ha ancora sottolineato l’accademico – visto che quest’ultimo si può ottenere da CBD grazie a trattamento termico in ambiente leggermente acido. E ci è capitato di ricevere campioni il cui risultato finale ribaltava quello iniziale. Il cambiamento di metodo deve essere fatto per non incorrere in assurdi errori”.
“Il cannabinoide psicoattivo è presente nella pianta in forma essenzialmente carbossidata – ha descritto Gasparrini – Tale forma ma termossidata è attiva e lo diventa dopo processi particolari, come il fumarsi una sigaretta”.
Nel gruppo di lavoro per lo studio dei Fitocannabinoidi, sono stati analizzati campioni d’olio (spremitura a freddo dei semi) da annualità 2015 e 2016, diversi i campioni di birra, produzione agosto 2016 e l’altra a novembre/dicembre dello stesso anno, in entrambi i casi da cultivar miste. Per quanto riguarda i campioni dalla pianta, tutti dell’anno 2016, questi sono stati scelti a giungo, a inizio e a fine luglio e a settembre. La farina da macinazione di semi USO 31.
Aree di provenienza, quelle delle colture: Farnesiana (Allumiere) per la Uso 31, Santa Severa Nord (frazione di Tolfa) per la varietà Felina 32. Poi Tolfa-vicino l’area industriale per la Fedora 17 e Passo di Viterbo (Tolfa) per la varietà Ferimon.
Per l’analisi dei campioni sono stati considerati i valori da tre cultivar diverse, USO 31, Felina e Ferimon.
Considerando l’analisi di infiorescenze e semi, sempre in questo studio dei Fitocannabinoidi, è stato utilizzato il metodo di estrazione Bligh Dyer con separazione dei composti idrofobici e idrofilici.
Per i campioni di birra e olio in Spettroscopio Nmr, sono quelli della birra che, in fase preliminare, hanno dovuto subire un bagno a ultrasuoni a temperatura ambiente per dieci minuti, in modo da eliminare la componente gassosa che avrebbe potuto falsare i risultati.
Estratti i componenti sono stati rilevati gli spettri Nmr tradotti in curve grafiche. Poi si è proceduto a un’analisi statistica giungendo così ai risultati finali.
Come è risultato evidente dai valori finali, i valori cambiano con il passare dei mesi, la differente maturazione oltre che per le variazioni climatiche: portano a un innalzamento dei singoli valori percentuali per ogni molecola considerata dallo studio, con evidenti variazioni fra cultivar.
Per ricapitolare le proprietà delle singole molecole presenti nella pianta, il cannabidiolo (CBD) è un ipertensivo selettivo contro il glaucoma, mentre altri ipertensivi esistenti non sono così funzionali all’interno di un organo: è un fatto estremamente raro. È poi dotato di azione antitumorale, antinfiammatoria, antagonista di malattie neurodegenerative, antiemetico, antagonista della sclerosi multipla.,Anche il THC è un antiemetico, antagonista della sclerosi multipla e contrasta il glaucoma, è anche spiccatamente antiepilettico.
Poi il CBC, antidolorifico e contro l’ipermobilità intestinale, il CBVD, antiepilettico e il CBG, contro la la tensione muscolare oltre che ripetere molte delle proprietà del CBD.
L’attenta separazione delle componenti in laboratorio nell’ambito dello studio dei Fitocannabinoidi, l’esatta rilevazione dei valori senza farsi ingannare da procedure non adatte, sono elementi propedeutici essenziali per un ottimo lavoro di ricerca che non può permettersi errori di valutazione, a cominciare dalle singole cultivar da utilizzare nei campi italiani.
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