Puglia, abitare “dalla natura alla natura”, Pedone Working ha sposato la canapa e miete successi
Ville e condomini ecocompatibili e biocompatibili, murature in canapa e calce, utilizzo di elementi del tutto naturali. L’edilizia si affaccia a un futuro molto promettente e un’azienda pugliese, la Pedone Working ha sposato la canapa realizzando opere di prim’ordine. Un esempio fra i possibili, le pluripremiate Case di Luce, a Bisceglie, il condominio-complesso residenziale più grande in Europa edificato grazie al binomio canapa-calce.
Visione chiara e complessa quella che nell’azienda si ha del settore, comparto che necessita di un’evoluzione a cominciare dalla lavorazione della canapa, dal saper scegliere le varietà della pianta più adatte alla bioedilizia, dalla “professionalizzazione” degli addetti ai lavori in un mercato che è già maturo per qualità di materiali… purché puri, da materia prima adatta, quindi certificati.
Le proprietà del materiale sono molteplici, dalla forte efficienza termica e quindi grande risparmio energetico sia per il riscaldamento degli ambienti che per il raffreddamento estivo. Poi il tenore di umidità interna, l’eccesso assorbito dalla canapa e rilasciato in periodi secchi, senza contare l’inattaccabilità da parte di parassiti.
L’azienda di costruzioni ha 60 anni, come scritto nello spazio web dell’azienda, “L’impresa di Costruzioni geometra Dante Pedone, nasce in provincia di Bari, alla metà degli anni 50”. Oggi si sono aggiunti i protagonisti di seconda generazione con gli eredi, l’ingegnere Pietro, gli architetti Leo e Massimo.
“All’inizio degli anni 2000 ci siamo fatti domande sulla qualità edilizia e ci siamo posti obiettivi sulla sostenibilità ambientale, l’architettura sostenibile – racconta Massimo Pedone – Abbiamo innescato un processo evolutivo fino ad arrivare agli ultimi tre anni, a quella che definisco come una sorta di folgorazione sul materiale canapa, l’utilizzazione di materiali naturali come calci. Quindi anche il biomattone di Equilibrium, prodotto che elaboriamo anche noi stessi come partner”.
Canapa Oggi (CO): Come è strutturata la realtà aziendale oggi?
Massimo Pedone (MP): “Abbiamo due strutture, Pedone Working come impresa di costruzione e Pedone Studio come ricerca architettonica e tecnologica sui materiali naturali. Sono in simbiosi su alcuni lavori, mentre per altri obiettivi viaggiano separati. L’impresa lavora fortemente anche come general contractor. Il focus rimane fortemente incentrato su quanto ormai riusciamo a dare sui progetti innovativi e naturali, biocompatibili e ambientali. E per questo ci scelgono”.
(CO): Tecnicamente come è avvenuto il passaggio ai materiali naturali e con quali?
(MP): “Partiamo come bioedilizia dai primi 2000, quando applicammo i primi elementi naturali, iniziando a sostituire i cementi con le calci, anche per gli isolamenti cominciando a guardare verso altri materiali come il sughero per i tetti e le pietre per le finiture. Il complesso residenziale Ecopus, 62 ville in bioarchitettura, in cantiere nel 2002, rappresenta la svolta, con criteri bioclimatici posti alla base del progetto insieme a criteri urbanistici e architettonici: le calci e i materiali naturali iniziarono a sostituire i cementi e la chimica. Più tardi Pedone Working ha sposato la canapa. Villa di Gioia, a Bisceglie, fu il concept che con la sua realizzazione ci ha permesso, come binomio ditta costruttrice-studio architettonico, di fare il balzo in avanti dopo il premio Cubo d’Oro 2013 rilasciato dall’agenzia CasaClima (ndR: Agenzia per l’Energia Alto Adige – CasaClima, a Bolzano) con la quale si instaurò una fitta collaborazione”.
(CO): Voi stessi raccontate che in quest’ultima occasione avete incontrato la realtà di Equilibrium, le soluzioni a base di canapa e si aprì l’ennesimo, nuovo capitolo, il concetto costruttivo più pieno che coniuga sicurezza strutturale con sostenibilità ambientale.
(MP): “L’incontro-confronto con committente particolarmente sensibile su questi temi fu determinante, sviluppammo appieno lo studio dei dettagli sugli isolamenti perfetti, la corretta tenuta termica, l’isolamento globale. Pur non avendone necessità imprenditoriale richiedemmo la certificazione Casa Clima. La motivazione del premio fu dovuta fortemente alla comprensione di un concetto: il loro protocollo era sviluppato sull’Alto Adige e su quel tipo di territorio, ma facemmo notare che al di là dei materiali sintetici e altri elementi, non prevedeva elementi e fattori per l’edificazione in tutti gli ambienti mediterranei. Abbiamo fatto in modo che capissero la necessità di criteri che ricomprendessero le grandi variabilità delle condizioni climatiche dell’Italia che è stretta e lunga, dalle Alpi a Pantelleria e, quindi, l’utilizzo, di volta in volta, di soluzioni che devono essere diverse. Il premio a Villa di Gloria fu proprio a una villa-casa passiva (ndR: edificio a livello di isolamento molto alto) per clima mediterraneo. Prendemmo il premio insieme al complesso Le Albere di Trento, ideato da Renzo Piano. Quando si parla di case passive oggi, ad alta sostenibilità ambientale, facendo una ricerca online si trovano al 90 per cento case isolate. Noi però abbiamo immaginato di spostare il rapporto uno a uno tra noi e un committente, verso un programma di ampia rigenerazione urbana, in scelte imprenditoriali che potessero essere condivise da più utenti. Da lì è iniziata l’avventura del complesso Case di Luce”.
(CO): Quindi si può dire che nacque un condominio biosostenibile, ecosostenibile?
(MP): “Fondamentalmente sì. Fra i tanti riconoscimenti e certificazioni avuti, abbiamo ottenuto il livello 4 del Protocollo Itaca (ndR: Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale) che di suo ha un rating da 0 a 5, dove quel 5 è sperimentalismo puro. Biosostenibile perché il programma Case di Luce è intervenuto su un’ex area mercatale con criticità ambientali con un vecchio capannone costruito decenni fa con doppia copertura a guscio in eternit all’epoca prodotto iperpromosso e perfetto. Area poi dismessa. La nostra è stata un’azione di pieno recupero, di completa bonifica e con la realizzazione di Case di Luce. Materiale principe canapa e calce. La parte antistante a giardini pubblici non realizzati, è stata acquisita dal Comune e, attrezzata una parte a verde, una fetta di questa è stata proprio dedicata a piante di canapa. Il messaggio implicito in questo è la nostra ambizione di incentivare un’economia locale, giungere al chilometro zero della filiera, dalla coltivazione a canapa alla trasformazione del prodotto fino al suo utilizzo seguendo il nostro motto: “dalla natura alla natura”.
(CO): Case di Luce ottiene anche il Green Building Award nel 2016, adesso avete programmi in realizzazione e prossimi alla partenza per condomini in materiali naturali. E la canapa? Processo vitale per averne a sufficienza sono gli impianti di trasformazione, due soli i principali italiani. Poi l’esistente confusione sull’utilizzo delle varietà di canapa.
(MP): Ancora troppo pochi gli impianti di trasformazione per una filiera italiana, ma bisogna stare attenti alle tipologie, varietà di canapa: ognuna ha potenzialità diverse che sono adatte a specifici utilizzi. Oggi, purtroppo, in Italia c’è una sorta di fritto misto con grande confusione. Per esempio, lo stelo di alcune varietà non è qualitativamente corretto per l’edilizia, per avere un prodotto finale certificato, per ottenere una risposta di produzione standardizzata così come deve essere per fare un condominio piuttosto che la villetta. Se per fare una villetta dichiaro un dato e poi il materiale è abbastanza ‘sporco’ e quindi non mi permette la prestazione termica voluta, ma inferiore, va già male. Se, in più, devo sostenere un mercato fortemente legato a certificazioni e attestazioni di produzioni e verifica di qualità, la purezza del materiale vegetale deve essere pari alla qualità della calce”
(CO): Esistono su questo settore differenti visioni nel comparto edile?
(MP): “La diatriba che oggi in parte presente nel nostro settore è tra due atteggiamenti diversi:chi è fautore di un prodotto ottenuto senza correre, con una certa e giusta agronometria e corretta trasformazione indirizzata alla qualità; chi ancora va verso un mercato, diciamo, embrionale. Pedone Working ha sposato la canapa e lo abbiamo fatto ritenendo invece che il mercato sia maturo come lo è il prodotto che è in grado di permettere una risposta non di nicchia, ma anche di quantità: si può ben competere come scelta etica e ambientale con tutta una tipologia di materiali oggi ‘tradizionali’ e diffusi. In questo nuovo processo si mettono in campo tutta una serie di principi, come quello etico sul recupero di detriti, non impatto sulle discariche, tanto per fare uno dei possibili esempi. In questo modo diventa sostenibile un iniziale costo un po’ più alto visto quello ben più basso sul piano ambientale e di vivibilità, ma deve essere su materiale certificato. Oggi il prodotto è pronto, presente in quantità, è affidabile, ha durabilità estrema rapportato a quelli ‘tradizionali’ ed è una risposta non limitata a pochi. Ci auguriamo che più si svilupperà il mercato, più si ottimizzeranno i costi, maggiore sarà la possibilità per tutti”.
(CO): E soluzioni per le zone terremotate? Qui siamo al capitolo del modulo casa Hi-Low.
(MP): “La sfida di questi giorni è il modulo abitativo prefabbricato con pannelli in biomattone calce e canapa, struttura in legno o acciaio leggero con tecnologia particolare Cfs (ndR: Cold Formed Steel, formato/piegato a freddo – leggerezza, elevata efficienza strutturale, durabilità, rapidità e semplicità di montaggio). Si tratta del modulo Casa Hi-Low. La settimana prossima insieme alla Scaff System e all’altra azienda partner ArcelorMittal, monteremo un modulo destinato ad attività alimentare. Il progetto è stato rivisto in versione più piccola da donare alla popolazione di Accumoli. L’iniziativa coinvolge la provincia il CNA di Rieti e tante aziende partner della Pedone Working. Ci auguriamo che possa servire come esempio di cosa sia possibile fare per dare rapidamente alloggi, partendo da un modulo che si può ampliare come da bisogni. Nasce come alternativa al mercato di case in legno, le cosiddette case a catalogo, quelle che nascono con un’accezione ambientale, con materiali naturali, ma essendo strutture a secco non hanno traspirabilità in quanto impedita da teli per evitare la possibile marcescenza del legno. La nostra invece è una casa a catalogo, ma di tipo massivo, con muratura che dia l’idea del solido con muri che non suonino vuoti, sordi. Nelle sue proprietà rientra l’idea di casa per climi mediterranei. In più, è un esempio di come esistano possibilità di ricostruzione grazie a materiali naturali”.
Pedone Working ha sposato la canapa, un matrimonio felice in tante altre realizzazioni pluripremiate (basta frugare nel sito web per accorgersene). Sta prendendo vita un altro edificio residenziale come quello delle Case Soter nella parte centrale moderna di Lecce che sarà concluso a fine 2017: qui l’azienda opera come general contractor.
Altri contatti sono in corso a Milano e si spera che si cominci a essere operativi per la fine dell’anno. Comincerà, sempre entro la fine del 2017 la seconda fase di rigenerazione ambientale di Case di Luce a Bisceglie, opera che in questo caso ha per nome “Case di Luce nel Verde“.
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