Farmacie multate perché farebbero pubblicità alla cannabis terapeutica
L’Italia è un paese ben strano e colmo di contraddizioni. È operativo lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze per la produzione di marijuana a uso terapeutico, si importa prodotto dall’Olanda perché quello nazionale non basta (tanto che si intende triplicare la produzione nostrana) e poi… farmacie multate perché farebbero pubblicità alla cannabis terapeutica, invece figurano solo come luoghi dove si fanno preparazioni galeniche a base di cannabis regolarmente prescritte da medici.
Da tempo sono ben numerose sul web le realtà dove si fanno preparazioni a base di oppiacei e di morfina: mai avuto nessun problema. Quindi, alcune delle farmacie colpite dalle attuali sanzioni stanno pensando a un ricorso che sarà possibile solo dopo aver capito l’esatta imputazione.
Secondo i sanzionatori si tratterebbe di un modo per punire una pubblicità illecita a suon di migliaia di euro. Non importa se una farmacia viene solo citata in una lista contenuta in sito web come letsweed.com o cercagalenico.it con la specifica che fa preparazioni galeniche con l’ingrediente cannabis. Viene punita, pesantemente, come accaduto alla farmacia del dottor Paolo Mantovani, la San Carlo di Ferrara, citata da Repubblica.
Quelle che avevano un proprio sito internet e che indicavano di avere un laboratorio galenico e materia prima cannabis, si sono viste oscurare lo spazio web e comminare la multa da parte del ministero della Salute. Si tratta di non poco, 8.000 euro.
Il tutto secondo una legge del 1990, il Decreto del Presidente della Repubblica numero 309, Testo unico sugli stupefacenti, che disciplina la produzione e la vendita di allucinogeni e droghe: nel testo si indica che è vietata la propaganda pubblicitaria di quelle sostanze quando vengono usate come farmaci.
Fino a questo momento sono otto le farmacie multate perché indicate in liste di siti generici o perché sottolineavano questa loro caratteristica in propri siti web. Per essere multati basta essere presenti nei risultati mostrati dai motori di ricerca, quindi aver palesato su internet che si fanno preparazioni galeniche con la cannabis.
Del suddetto decreto 309 il ministero considera alla lettera l’articolo 84 sul Divieto di propaganda pubblicitaria il cui testo recita:
1. La propaganda pubblicitaria di sostanze o preparazioni comprese nelle tabelle previste dall’articolo 14, anche se effettuata in modo indiretto, è vietata. Non sono considerate propaganda le opere dell’ingegno non destinate alla pubblicità, tutelate dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, sul diritto d’autore.
2. Il contravventore è punito con una sanzione amministrativa da lire dieci milioni a lire cinquanta milioni, sempre che non ricorra l’ipotesi di cui all’articolo 82.
3. Le somme di denaro ricavate dall’applicazione delle sanzioni di cui al comma 2 sono versate sul Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga di cui all’articolo 127.
A questo punto, ecco una possibile soluzione all’imbarazzante e contraddittoria situazione che si è palesata.
Giocando con una sana dose di ironia e considerando il comma 1 di questo articolo 84 del Decreto, le farmacie potrebbero far comprendere alla gente che sono in grado di fare preparazioni galeniche a base di cannabis tramite “opere dell’ingegno non destinate alla pubblicità, tutelate dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, sul diritto d’autore“, le uniche che, se studiate come forma artistico-espressiva, non andrebbero considerate pubblicità.
Un quadro da esporre in farmacia? Una poesia recitata come sonoro del sito web? Una foto artistica da pubblicare sul web? Un brano musicale o un video? Un breve romanzo? Un fumetto? Tutte creazioni da ambientare nelle farmacie legandole al concetto cura-cannabis. Artisti, fotografi e letterati avranno idee a valanghe.
Citando infatti parte dell’articolo 1 della menzionata legge sul diritto d’autore, “Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione“.
A parte l’ironia, la vicenda ha fatto venire a galla un palese buco nella regolamentazione di legge. Una mancanza grave che getta il Paese in una situazione paradossale: c’è uno Stato che prepara marijuana per l’utilizzo terapeutico, che fornisce di questa materia prima anche a strutture private comprese le farmacie… ma poi guai a che queste ultime facciano sapere a malati dotati di prescrizione dove possono andare per ritirare il prodotto o farsi confezionare il preparato indicato per la loro affezione.
Ridicolo.
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