Pellet di canapa per le stufe e non solo: studi e aziende, un fiorire di iniziative
La Cannabis Sativa dagli innumerevoli utilizzi vede anche quello come fonte di calore grazie alla lavorazione dei fusti della pianta. Pellet di canapa per le stufe – e non solo – vengono offerti da aziende e sono al centro di approfondimenti.
C’è chi utilizza un formato particolare di questo materiale dopo pressatura, come mangime per pesci, tanto per fare un primo esempio, come nel caso del Molino Zombini, azienda di Quistello, in provincia di Mantova, specializzata nella pesca delle carpe e nella pesca “al colpo”.
Fra le foto di pesci-campione e fra i mangimi proposti cosa viene fuori? Fra pellet al mais, alle spezie e al gusto pesce, spuntano quelli al cento per cento di canapa, delle dimensioni da sei millimetri.
Questi granuli non contengono conservanti e come descrive l’azienda, “non irrancidiscono. Iniziano a attivarsi appena immerse e rappresentano una fonte di nutrimento. Di composizione totalmente naturale possono essere utilizzate con confidenza durante tutto l’arco dell’anno. La loro forma a cilindretto le rendono ideali per l’utilizzo in sacchetti pva e in abbinamento a method mix e pasture“.
Pellet in canapa anche come lettiere per animali del tutto naturali e, una volta usati, si può farne dell’ottimo compost.
È un mercato di non poco conto per volume d’affari in cui le aziende italiane dovrebbero gettarsi visto che tanti sono i prodotti che giungono dall’estero, come dall’azienda Hugro di Saerbeck, comune della Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania: è una lettiera per piccoli animali “derivata dal gambo di canapa (sativa) di agricoltura biologica al 100%” non trattata con insetticidi, veleni o prodotti simili, neppure additivi chimici, agglutinanti o aromi artificiali, ottimo isolamento termico e potere assorbente… grazie alla canapa.
Per non parlare della quantità impressionante di macchine cinesi (soprattutto) e del Sud Est asiatico, tutte adatte a produrre pellet di canapa (alcune lavorano anche il legno) offerte sulla piattaforma Alibaba, apparati dalle varie dimensioni e capacità e, conseguentemente, con forti variazioni di prezzo.
In questo la Cina continua a offrire una panoramica di soluzioni molto ampia e questo fatto ricorda anche le mini mietitrebbia cinesi usate da associazioni del Nord Italia per la raccolta della canapa (leggi l’articolo a questo link).
Da questo aspetto tecnico appare evidente come in Italia ci sia tanto da fare per recuperare il tanto terreno perduto anche nella produzione di strumenti adatti alla lavorazione della canapa, non solo nella coltivazione e nella trasformazione.
Si passa quindi all’utilizzo dei pellet di canapa come combustibile per la creazione di calore grazie a stufe in alternativa ad altri materiali combustibili.
Qui viene in aiuto il Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Modena che in una relazione dà le dimensioni esatte della capacità calorica e differenza di costo rispetto a carburanti fossili: “un chilogrammo di pellet produce circa 4 Kcal. E con due chili (0,4 € circa) si producono 8 Kcal., equivalenti all’utilizzo di un chilo di gasolio o sostitutivo del truciolato di legno per laminati“, scritto nell’ambito di un rapporto del perito agrario Claudio Losi.
Del resto anche un’azienda statunitense (non l’unica), la Kleangas Energy Technologies Inc., dopo una serie di sperimentazioni e confronti con altri combustibili da biomassa e agglomerati vari (carta, cartone, mais, legno e qualunque di questi substrati di base mescolati con un supplemento di mais), la canapa ha avuto i migliori risultati in resa termica e non di poca misura. Una resa che ha destato entusiasmo dando così l’avvio alla produzione dell’HEMP-PEL, il suo pellet di canapa.
Qui viene fuori la ricerca di Marco De Francesco grazie a macchinari usati per lo studio al 100% di produzione e progettazione italiani. Lui ha studiato Riassetto del territorio e tutela del paesaggio all’Università di Padova, ha un impiego alla Coldiretti di Verona e la sua analisi ha inteso verificare ulteriormente la produzione di pellet da canapa, materiale da utilizzare, appunto, per le stufe e quindi la possibilità produzione di calore in alternativa ad altri materiali o combustibili, come la verifica di sottoprodotti dalla combustione.
Da qui l’acquisto di una macchina per produrre pellet in modo da avviare le prove, poi canapulo di diverse granulometrie (0,5 micron, 1 millimetro, 2,5 millimetri, 5, 10 e 22 millimetri).
L’esperienza di Marco lo ha portato a concludere per il momento, come riportato anche da Canapa Industriale, che per un ottimale processo di pressatura e produzione del pellet, occorre canapa di una varietà che assorbe meno silicio e che sia coltivata su suoli con minor presenza di questo minerale, altrimenti le pressatrici hanno problemi di resistenza meccanica (con minore possibilità di uso intensivo) per l’estrusione del pellet.
Per quanto riguarda la capacità di sviluppare calore, il ricercatore ha appurato che il canapulo può arrivare a produrre 5 kWh\kg, il composto migliore è quello con granulometria da 0,5 a 1,5 millimetri di diametro, con umidità appena superiore all’8%.
Ancora troppo alto il contenuto in ceneri, sul 3% scarso.
Turning waste to pellet is a new way in recycling. As far as I know, you can turn the plastic waste into plastic granules, and you can also get pellet from biomass waste.
Una piccola annotazione! Sono Marco De Francesco, l’autore dello studio sul pellet di canapa citato in articolo. Ci tengo ad evidenziare che i macchinari usati per lo studio sono al 100% di produzione e progettazione italiani. inoltre l’azienda che citate come fautore del progetto (Kleangas Energy Technologies Inc), altro non è che un azienda di facciata (durata pochi mesi) e dismessa quasi immediatamente!
Saluti
Buona sera. Intanto è stato aggiunto che la strumentazione da lei utilizzata è tutta di progettazione e realizzazione italiana
interessantissimo!!! quindi sarebbe possibile avviare la produzione di pellets di canapa in italia o è già avviata? se si, quali sono le aziende che fanno questo tipo di lavorazione e magari vendono già i loro prodotti? Grazie
Buongiorno Marco de Francesco , sono un produttore di pellet lavoro in bulgaria mi piacerebbe scambiare alcune impressioni sul suo studio della canapa
Caro Marco vista l’attuale situazione vorrei avviare una produzione di pellet a km0 nel territorio non é presente biomassa tale dasoddisfare il locale fabbisogno e la rapida crescita dElla canapa risolverebbe… passi avanti sulla tecnologia delle macchine?