Cannabis terapeutica prodotta in Puglia? Il governatore Emiliano sprona Parlamento e governo
Alcune regioni del Sud Italia hanno abituato per la loro intraprendenza sul tema della canapa, sul rilancio della filiera, il dotarsi di una propria legislazione in merito. Adesso, sulla Cannabis terapeutica prodotta in Puglia in un prossimo futuro è proprio il governatore Michele Emiliano a lanciarsi avanti e a sottolineare che la regione da lui presieduta potrà avere un ruolo di primo piano in questo comparto.
Emiliano lo ha dichiarato alla Medical Cannabis Mediterranean Conference nell’ambito della Fiera del Levante a Bari, appuntamento promosso dall’AReSS Puglia che ha previsto quattro corsi ECM (Educazione Continua in Medicina) gratuiti. Come area produttiva per la canapa terapeutica ha indicato l’area di Lecce, nel Salento.
Su questa materia il Parlamento sta cercando di esprimersi con la definizione di una proposta di legge, ma il governatore della Puglia incalza deputati e senatori visto che il progetto sulla nuova legge è fermo, anche se ancora per pochi giorni, nelle commissioni preposte della Camera dove dovranno essere analizzati ben 103 emendamenti (in proposito leggere qui).
Ma prima di tutti, il presidente della Regione Puglia si rivolge al governo italiano esortandolo con forza a prendere rapide decisioni in modo da avere una cannabis pugliese prodotta a fini terapeutici grazie a strutture pubbliche poste nel Salento.
“Altrimenti – ha detto Emiliano – lasci le Regioni libere di provvedere da sole. Certo, un Parlamento che si spaventa di discutere dello Ius soli, immagino come sarà felice di dover affrontare questo argomento. Ma occorre far prevalere il diritto alla salute dei tantissimi malati che hanno bisogno del farmaco, i malati di Sla, chi ha un tumore o malattie neurologiche, ma non riescono a trovarlo”.
“Per molti pazienti afflitti da molte patologie, tumori, Sla, malattie neurologiche, il consumo di un farmaco derivato dalla cannabis, da un principio attivo legale se usato a fini terapeutici, è ancora molto difficile in Italia – ha proseguito – Si deve ricorrere anche al prodotto olandese per la difficoltà di approvvigionamento. Il governo è frenato da possibilità di polemiche da parte di coloro che potrebbero sostenere come questo possa essere un mezzo surrettizio per giungere alla legalizzazione del consumo di droghe, attraverso le prescrizioni mediche. Abbiamo avuto tante comunicazioni e appelli permanenti da parte di malati che devono trovare questa tipologia di farmaco, ne hanno bisogno costantemente, quindi abbiamo rilanciato l’ipotesi di una produzione regionale. Ma non bisogna perdere tempo”.
Sul prodotto preparato dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, il presidente della Regione Puglia è stato piuttosto lapidario: “La quantità prodotta non soddisfa il fabbisogno interno e tutte le Regioni sono costrette ad acquistare il farmaco dall’estero. Si aspetta che le forze armate producano una sufficiente quantità a un prezzo ragionevole, ma questa produzione non parte, la discussione si inceppa, e ogni volta che tentiamo di ragionare a mente fredda su molti argomenti, l’Italia si spacca stupidamente in due”.
Le regioni Toscana, Puglia ed Emilia Romagna in prima fila su un totale di tredici in Italia, hanno reso disponibile l’utilizzo della cannabis terapeutica grazie anche a norme regionali. In molte si sono candidate a ospitare siti di produzione sottolineando come l’attuale distribuzione dei farmaci sia insufficiente e male organizzata (sulla situazione critica raggiunta a giugno leggere qui).
Circostanza rimarcata oltre che da Emiliano anche da Enrico Rossi, governatore toscano e da Stefano Bonaccini, dell’Emilia, tutti e tre concordi nell’ultimatum all’Esecutivo nazionale di fare in fretta nel dare una veste legislativa definitiva alla materia o di lasciarli agire indipendentemente.
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