Sri Lanka futuro grande produttore di cannabis terapeutica d’alta qualità?
Mentre in Italia si cerca di dare forma a un’efficiente filiera della canapa e si è praticamente all’anno zero per quella terapeutica, nell’Oceano Indiano una vasta isola muove passi ben decisi. Lo Sri Lanka futuro grande produttore di cannabis terapeutica d’alta qualità.
Questo è nelle intenzioni del governo della ex Ceylon, Paese membro del Commonwealth. Le sperimentazioni vanno avanti non solo per soddisfare bisogni interni, ma già pianificando l’esportazione, anzi, mettendola come obiettivo primario.
Si tratta di canapa Industriale con uno sguardo particolare alle piante per trarne materia prima utile al comparto medico, questa sembra essere la strategia, anche perché fa tanto gola, in primis, il vasto mercato nordamericano e statunitense, fattore chiave del mercato globale della canapa.
Come inizio nello Sri Lanka hanno scelto un boccone molto grande.
Volendo forzare un parallelismo con l’Italia, il Bel Paese è riuscito a progettare soltanto una produzione del tutto insufficiente e ancora arranca nel tentativo di pianificare in maniera efficace la filiera in genere ma, ancora di più, il settore terapeutico della canapa.
Fra coloro che hanno descritto la situazione nello Sri Lanka è il New Delhi Times che ha posto l’accento su come le autorità sanitarie dell’Isola abbiano autorizzato la prima operazione di coltivazione di canapa legale in una fattoria che conta terreni estesi su 100 acri, equivalente a 41 ettari circa.
L’azienda coinvolta potrà produrre 25 tonnellate di cannabis all’anno. Il raccolto servirà sia per la fornitura di materia prima a un’industria locale specializzata in prodotti farmacologici, sia per l’esportazione verso gli Stati Uniti rispettandone quindi le norme e i limiti di Thc allo 0,3% come soglia massima.
La catena produttiva sarà sotto controllo militare e i vertici di quella Nazione hanno affermato per bocca di Rajitha Senaratne, ministro della Salute, Nutrizione e Medicina, che andranno incontro soprattutto alla forte richiesta esistente negli Usa per una canapa di qualità da utilizzare per la produzione di tranquillanti e antidolorifici, “La cannabis prodotta a livello locale sarà molto migliore rispetto a quella preparata negli Stati Uniti”.
Il ministro Senaratne ha poi aggiunto che questa decisione dà il via a un commercio di cannabis legale sotto licenza nello stesso Sri Lanka in modo da “fornire agli addetti alle cure e ai medici locali un prodotto di primo livello e vitale. Questo nuovo approccio regolato rispetto la coltivazione della cannabis potrebbe aiutare il paese sia a livello nazionale che internazionale”.
Quindi, l’Isola asiatica marcia a tappe forzate verso il suo debutto nel mercato globale della canapa volendo essere fra i protagonisti del comparto che riguarda il settore terapeutico. Resterà da vedere come riuscirà a portare il suo prodotto negli Stati Uniti e in quali degli stati confederati dovendo, oltretutto, farsi largo fra le pressioni cui è sottoposto questo commercio mondiale, a cominciare dal volume produttivo del colosso Cina.
Ma il primo concorrente che potrebbe arrivare con il suo prodotto negli Usa potrebbe essere Israele. Lo Sri Lanka intende seguire gli esempi e le rotte già tracciate.
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