Anche in Portogallo si sta comprendendo il grande potenziale economico della cannabis terapeutica
Una multinazionale canadese e la più grande area coltivata a canapa a uso medico e legale di tutta la Penisola Iberica e fra i più grandi d’Europa: in Portogallo stanno comprendendo il grande potenziale economico della cannabis terapeutica. Nel 2018 a Cantanhede, distretto di Coimbra, entrerà nel vivo la coltivazione di questa pianta per la produzione a indirizzo medico.
I lavori per realizzare serre, laboratori e impianti sono appena iniziati. La stranezza è che il Portogallo, pur avendo legalizzato l’uso delle droghe nel 2001 (con fermi sbarramenti e limitazioni), deve ancora darsi una legislazione sulla cannabis terapeutica.
Tornando alla notizia di partenza, la Tilray, multinazionale canadese per la ricerca, sviluppo e produzione di cannabis, dopo aver ottenuto la licenza dell’Unione Europea per importare e coltivare semi e cloni della cannabis, sta investendo 20 milioni di euro per creare questa mega struttura portoghese nel settentrione del Paese iberico.
L’impianto, gestito dalla filiale Tilray Portugal Unipessoal Lda., sarà in un vero e proprio campus scientifico, di coltura, di preparazione, lavorazione e distribuzione di prodotti a base di cannabis per uso medico a norma GMP (Good Manufacturing Practices) che vedranno come utilizzatori pazienti, farmacie e ricercatori di tutta Europa.
Sarà collocato accanto al Parco della Ricerca Biocant (Centro di Neuroscienze e Biologia Cellulare, Università di Coimbra) distante circa 200 chilometri dal confine con la Spagna e 220 chilometri a nord di Lisbona.
Nel complesso, i cui lavori di realizzazione stanno iniziando adesso, troveranno lavoro un centinaio di persone.
Già nel 2018 la produzione dovrebbe raggiungere le 62 tonnellate, un’enormità almeno stando ai numeri che vengono dichiarati nelle previsioni della Tilray. La multinazionale è la prima azienda, straniera o portoghese, che ha “vinto” una licenza per coltivare in Portogallo la cannabis contenente il principio attivo THC.
Per Brendan Kennedy, presidente del colosso canadese, la visione è totalmente proiettata verso il futuro, anche molto prossimo, viste le grandi potenzialità del mercato riguardante la cannabis terapeutica. L’obiettivo è soddisfare la domanda in Europa che, secondo le stime di Tilray, potrebbe crescere a 10 milioni di pazienti generando entrate per ben 40 miliardi di euro all’anno.
Sono stati necessari due anni di attenta analisi per trovare la posizione migliore dove impiantare la struttura e servire il “Vecchio Continente”.
“Il Campus UE di Tilray è un’altra pietra miliare strategica in quanto abbiamo l’obiettivo di costruire il marchio medico di cannabis più affidabile e ammirato al mondo – ha detto Kennedy – Abbiamo notato la massiccia domanda di prodotto che giunge dalla Germania. C’era bisogno di costruire una grande struttura per rispondere a tale domanda, progetto da mettere in esecuzione molto rapidamente”.
“Il Portogallo è sembrata la posizione ideale per coltivare le piante di nostro interesse – ha proseguito il presidente di Tilray – ha un clima ideale, una forza lavoro altamente qualificata e una vivace comunità di ricerca. È più rispettoso dell’ambiente ed economico rifornire dal Portogallo i pazienti europei piuttosto che dai paesi settentrionali”.
Il progetto è stato suddiviso in fasi, la prima da completare in primavera sarà caratterizzata da campi di crescita all’aperto, una serra da 10.000 metri quadri (negli anni si svilupperà a 25.000 metri quadrati), strutture di trasformazione, imballaggio e distribuzione estese 1.500 metri quadrati (che diventeranno 3.000), più una banca e un laboratorio genetici.
La Tilray esporta i suoi prodotti in sei paesi, ma prevede un’espansione ad altri cinque seguendo le progressive autorizzazioni alla commercializzazione di cannabis medica. La multinazionale è controllata da un fondo di venture capital gestito da Peter Thiel e da altri protagonisti della Silicon Valley. Lo stesso Thiel fondò PayPal ed è nel consiglio di amministrazione di Facebook dove figura fra i primi storici investitori.
Riguardo al Portogallo, pur essendo un ambito del tutto diverso rispetto alla cannabis terapeutica, a livello storico è da ricordare che la nazione iberica ha liberalizzato l’uso delle droghe 16 anni fa con voto del suo Parlamento. All’epoca il premier era Antonio Guterres, la maggioranza assoluta in mano ai socialisti.
Bilancio a distanza di anni: crollo del numero di consumatori di stupefacenti (-70 per cento per l’eroina fra le più consumate in Portogallo prima della legalizzazione), del numero di morti per overdose e delle nuove infezioni da Hiv dovute alla tossicodipendenza. È consentito solo il possesso di dosi per uso personale: 15 grammi di cocaina o eroina, 20 grammi di marijuana.
Spero che questo tabù sulla parola ( Marijuana ) finisca presto ci sono 118.000 mila malati italiani con patologie sclerosi multipla ecc. che non riescono neanche a fare una vita dignitosa perchè uno stato che non assicura il diritto alla salute pur riconoscendo le qualità terapeutiche della cannabis nel protocollo medicale.
Scrive una persona che sa bene la patologia sclerosi multipla, e per questo motivo mi sono interessato alle varie specie di tutto mondo, riuscendo ad realizzare la pianta perfetta per la salute umana, dico bene; salute umana, senza restrizioni, ed effetti collaterali .
Bravo Giuseppe per fortuna che ci sono ancora persone come te, che cercano di informare una popolazione obsoleta con nessuna intenzione di aggiornarsi.