Sul filo di canapa dondola un nuovo modello di fabbrica sociale: il progetto in 3D di MSC e Kanesis
Il motto della manifestazione Canapa Mundi 2017 recitava “La fiera che non ti aspetti“; e mai claim fu tanto azzeccato. Abbiamo infatti “visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”, per citare la celeberrima frase del replicante di Blade Runner. Anche se in questo caso non parliamo di fantascienza, abbiamo però potuto confrontarci con prospettive futuribili ben più auspicabili della piovosa e cupa distopia del film di Ridley Scott.
Che ne direste infatti di un futuro emancipato dal petrolio e dallo sfruttamento del lavoratore, dove la fabbrica diventa qualcosa di condiviso in modo paritario tra tutti coloro che vi operano e che, con l’ausilio di strumenti intelligenti, modulari, autoreplicabili (non i replicanti del film!) siano in grado di produrre oggetti sostenibili e biodegradabili?
Un sogno visionario, forse, ma che sta cercando coraggiosamente di diventare realtà grazie ad alcune persone speciali, giovani e meno giovani, che hanno deciso di mettersi in gioco ripartendo proprio dalla canapa, anzi da un “filo di canapa”.
Cos’è la HempBioPlastic (HBP)
Più leggera del 20% e più resistente del 30% rispetto al PLA (polimero derivato dal mais), la HempBioPlastic HBP (ottenuta dagli scarti della filiera di canapa) può essere impiegata per tutte le applicazioni industriali che utilizzino come materia di base granuli termoplastici di derivazione sintetica, senza esigere modifiche sostanziali dei macchinari. Necessitando di temperature inferiori, la lavorazione dell’HBP consente un minor dispendio energetico, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale. La HBP e si è rivelata meccanicamente più prestante rispetto alle altre bio-plastiche già presenti in commercio, ed esteticamente più pregevole, con venature che ricordano il legno.
La start-up siciliana Kanesis ne detiene il brevetto e ha sviluppato un Hemp Filament (HF) adatto per la stampa 3D. Differente dai suoi concorrenti nel settore (ABS e il PLA) per il favorevole rapporto peso/volume e la migliore finitura di superficie, l’HF si distingue altresì per una maggiore aderenza e coesione a livello molecolare tra gli strati del materiale grazie alla sua particolare composizione. Esteticamente il filamento si presenta di colore bruno, simile al legno, con una colorazione superficiale che può lievemente essere alterata al variare della temperatura di estrusione.
La Social 3D Printer (S3DP)
Partendo dalla sua vision di prodotto e di fabbrica sociale (stampa 3D, kilometro zero, efficienza energetica, energia rinnovabile e mobilità sostenibile), la pugliese Make Sustainable Organization (MSC) ha sviluppato una stampante 3D, la Social 3D Printer (S3DP), attualmente prodotta in 3 modelli base (S0305, S0507, S0711) radicalmente innovativa nella sua struttura, nella sua funzionalità e nella sua gestione.
MSC promuove l’uso prevalente di materiale biocompatibile (PET; PLA e oggi anche HBP) per la realizzazione di manufatti mediante tecnologia di stampa 3D. La stessa stampante è concepita per replicare i suoi stessi elementi costitutivi, con alto grado di precisione ed affidabilità. La S3DP prevede infatti, per l’assemblaggio, poche viti (solo 36 bulloni), inserimenti e incastri ad alta precisione realizzati proprio in HBP. Ideata per garantire una incredibile robustezza e solidità strutturale, la sua altissima qualità di stampa, di notevole precisione, è in grado di riprodurre fini dettagli.
Come ci spiega Mino Marangi di MSC: “La quarta rivoluzione industriale passa dall’auto-produzione, cioè dall’autonomia nel produrre qualunque pezzo debba essere sostituito nelle vostre attività, che sia questa una coltivazione in idroponica, una bottega o una semplice associazione. Il tutto supportato dall’uso di materiali sostenibili, prodotti a partire da canapa italiana. Le nostre stampanti, per esempio, sono costituite da un telaio in tubolari di alluminio giuntati nei nodi di convergenza per mezzo di nodi strutturali prodotti in maniera autoreplicante (cioè mediante la stampa 3D). La cavità degli elementi strutturali consente l’integrazione e il passaggio nascosto di cavi e sensori rendendo pulita l’estetica del prodotto. A parte i montanti e i traversi strutturali, tutte le altre componenti sono prodotte attraverso la stampa 3D; così, le stampanti della serie S rappresentano i primi prodotti che la Fabbrica Sociale ideata dalla Make Sustainable produrrà in maniera sostenibile, utilizzando le stampanti distribuite coordinandole attraverso la Piattaforma Web. Per proteggere lo sviluppo industriale della iniziativa, sono state brevettate in differenti parti costituenti che conferiscono al prodotto le sue caratteristiche peculiari di: facilità di montaggio, precisione, robustezza e, come detto, possibilità di autoreplicazione”.
MSC e Kanesis hanno condiviso lo stesso stand in fiera, a Canapa Mundi, anche con la partecipazione della Comingtools, specializzata nell’offrire i migliori prodotti e servizi di stampa 3D, la quale ha appena coniato il marchio Hemprinted proprio per individuare gli stampati a base di canapa.
Nino Marangi ci spiega: “Oltre alle stampanti, abbiamo progettato anche tutta una serie di oggetti che possono essere realizzati mediante la tecnologia 3D, come ad esempio oggettistica d’arredo. Pensiamo anche di distribuire elementi di base già realizzati, sui quali i clienti/utenti di MSC possano completare l’opera mediante la stampa 3D. Il filo sviluppato da Kanesis entra nella stampante, viene fuso a 180 gradi centigradi per consentirne il modellamento e subito raffreddato per consolidarlo”.
“Io vengo da una formazione in Ingegneria meccatronica e prima lavoravo come programmatore – ricorda Marangi – Poi ci siamo tutti risvegliati brutalmente nel bel mezzo della crisi economica, perdendo il lavoro. Ma, come dice l’etimologia greca della parola crisi, essa racchiude in sé il concetto di opportunità (tra l’altro, anche Kanesis viene dal Greco antico e significa praticamente canapa dinamica o in movimento, NdR). Perciò a un certo punto mi sono domandato se questa crisi non venisse proprio per me, per riattivare il cervello e progettare qualcosa di completamente nuovo. Non solo oggetti, ma un nuovo modello di sviluppo, di fabbrica diffusa e condivisa, di rete produttiva sostenibile, non solo nella scelta dei materiali che impiega, ma prima di tutto per le persone che ad essa decidono di partecipare. La nostra sede è in provincia di Taranto, a Crispiano, sede tra l’altro di uno dei due unici stabilimenti in grado di processare (in gergo decorticare) le bacchette di canapa (ciò che residua dopo aver mietuto le cime e utilizzato i semi per fini alimentari). La nostra zona ha bisogno di riconvertirsi completamente. Speriamo di costituire un modello per tante altre Regioni italiane”.
I prossimi appuntamenti MSC + Kanesis
MSC + Kanèsis saranno all’Innovation Village alla Mostra d’Oltremare a Napoli dal 6 al 7 Aprile 2017 (Padiglione 6).
Successivamente parteciperanno a Frattamaggiore, sempre in provincia di Napoli, alla fiera organizzata da Canapaè. Le date di quest’anno (26-27-28 maggio) dovrebbero essere confermate a breve.
Commenti recenti