Cannabis per la terapia del dolore a carico del Servizio Sanitario Nazionale e non solo…
Chiesta la fiducia sul maxi emendamento presentato al decreto fiscale in voto al Senato, portato in Aula da Anna Finocchiaro, ministro dei Rapporti con il Parlamento. Tante le voci, quindici, ricomprese nel documento, ma un punto interessa una particolare categoria di pazienti italiani: la Cannabis per la terapia del dolore a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Quindi sovvenzionata e pagata su tutto il territorio nazionale e non solo nelle regioni che, fino a oggi, lo avevano già stabilito. Un punto che era stato già approvato dalla commissione Bilancio del Senato in modo da garantirne il passaggio in Aula insieme alle altre proposte.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha proclamato il documento come approvato alle 13,35 del 16 novembre 2017: 148 i senatori a favore e 116 i contrari.
Da aggiungere però che le novità sulla canapa a uso terapeutico non sono racchiuse solo nel cruciale punto del sostegno da parte del SSN, ma altre “sfumature” importanti sono state messe nero su bianco. Bisogna partire innanzitutto dai numeri: in Italia si stima che siano 12 milioni le persone che soffrono di dolore cronico, soprattutto tra le donne e tra chi ha superato i 65 anni.
Ricapitolando, come stabilito in apposita voce del maxi emendamento, le preparazioni prescritte dal medico per la terapia contro il dolore utilizzando preparati a base di cannabis saranno a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Stanziati altri 2,3 milioni per la sua diffusione.
Di questi, 1,6 milioni andranno alla struttura militare fiorentina per potenziarne la produzione, soldi provenienti dal Fondo di riserva e speciali del Mef. Il tutto già annunciato in un precedente articolo dove si sottolinea che gli altri 700.000 euro sono destinati all’importazione del prodotto per ampliare le scorte e sopperire alla mancanza di disponibilità per i pazienti (link all’articolo 18-bis dell’emendamento).
L’obiettivo per la Lorenzin, ministro della Salute, sarebbe quello di riuscire a produrre in italia 350 chili di prodotto.
In più, la produzione di cannabis a uso medico viene estesa ad altri enti e imprese, secondo le procedure già previste per lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Punto che è stato inserito grazie a un sub emendamento di Luis Orellana (Aut – Gruppo per le Autonomie), ma anche a quello parallelo di Lello Ciampolillo, Paola Taverna, Elisa Bulgarelli, Barbara Lezzi, Giovanna Mangili (M5S).
In questo modo, se l’impianto militare non riuscisse a raggiungere gli obiettivi prefissati, la produzione (ben controllata) potrebbe essere “spalmata” su altre strutture italiane che dovranno corrispondere a precise caratteristiche ed essere poi autorizzate da decreto del ministero della Salute, come da disegno di legge sulla cannabis terapeutica passato alla Camera e inviato al Senato.
“Tali norme riprendono le disposizioni contenute nel testo già approvato alla Camera dei deputati in materia di uso terapeutico della cannabis – conferma Orellana in una sua nota – Avremmo potuto regolamentare meglio e con maggiore coraggio la materia; tuttavia, quello di oggi, rappresenta sicuramente un passo importante per venire incontro ad una esigenza sociale, quella di alleviare le sofferenze dei malati cronici e dei soggetti sottoposti a chemioterapia, prevedendo finanziamenti per l’uso dei medicinali di origine vegetale a base di cannabis”.
Un altro sub emendamento incorporato nella proposta finale prevede che debbano essere disposti dei corsi di aggiornamento dedicati ai medici, personale sanitario e socio-sanitario “per acquisire una specifica conoscenza professionale sulle potenzialità terapeutiche delle preparazioni di origine vegetale a base di cannabis nelle diverse patologie e in particolare sul trattamento del dolore“.
In più, è stato previsto che per “agevolare l’assunzione di medicinali a base di cannabis da parte dei pazienti, lo Stabilimento di Firenze provveda allo sviluppo di nuove preparazioni vegetali a base di cannabis per la successiva distribuzione alle farmacie, che le dispensano dietro ricetta medica non ripetibile“. Il che si traduce nella nascita di una gamma di prodotti andando oltre l’unico finora disponibile dalla struttura militare italiana, l’FM2.
quella di alleviare le sofferenze dei malati cronici e dei soggetti sottoposti a chemioterapia, prevedendo finanziamenti per l’uso dei medicinali di origine vegetale a base di cannabis