Aical Associazione Italiana Cannabis Light, nuovo gruppo a protezione di questo comparto della Canapa
“Aical Associazione Italiana Cannabis Light nasce per garantire a produttori, distributori e commercianti al dettaglio, di poter beneficiare dei medesimi diritti di cui godono gli operatori che lavorano negli altri settori del commercio, attraverso una forte rappresentanza del comparto presso tutte le istituzioni pubbliche competenti”. Queste le parole di Riccardo Ricci, presidente di questo nuovo raggruppamento appena costituito a Roma.
Come comunicato dalla stessa Associazione (link al sito web), questa rappresenta oltre 2.000 punti vendita serviti e un fatturato complessivo che supera i 6,5 milioni di euro. “Senza scopo di lucro nasce per promuovere e tutelare lo sviluppo di imprese grandi e piccole operanti nel settore della produzione, del commercio, dello studio e della ricerca relativa ai prodotti a base di canapa sativa e ai suoi derivati“.
Dopo il presidente Riccardo Ricci, 30enne di Forlì, cofondatore di Cbweed, nell’organizzazione associativa seguono Giovanni Mario Falco, vicepresidente e il Consiglio Direttivo composto da Christian Bruno Bini, Davide Calzolari, Luca Mattia Luigi Lorenzo, Daniele Vitaletti e Stefano Bresciani.
La realtà in cui si cala Aical Associazione Italiana Cannabis Light
Sul settore della Cannabis Light, Riccardo Ricci descrive come questo sia “un mercato in grande ascesa, sia in Italia sia all’estero e tutto quello che ad oggi produciamo e commercializziamo è sicuro e controllato. I nostri prodotti rispettano tutte le leggi attualmente in vigore. Siamo tuttavia consapevoli delle migliorie che si possono e si devono apportare a livello normativo. Da un lato per sostenere un settore e una filiera in assoluta espansione e dall’altro lato per tutelare al massimo i consumatori. Per questo ci rendiamo sin da subito disponibili a un confronto costruttivo con le Istituzioni”.
Settore in continuo sviluppo tanto da calamitare anche l’interesse di aziende estere, una previsione di 40 milioni di euro nel giro d’affari complessivo ed estrema cura nella produzione biologica outdor e indor. Prodotto finale da Cannabis Sativa L. con contenuto massimo di THC stabilito dalla legge nazionale 242.
“Negli ultimi anni – racconta Riccardo Ricci – grazie alla nascita di numerose nuove realtà e di un numero sempre più crescente di agricoltori che hanno deciso di avvicinarsi alla produzione di canapa, la filiera in Italia sta crescendo e la produzione sta tornando a essere prevalentemente italiana”.
Rimane la forte dipendenza dall’estero per quanto riguarda l’approvvigionamento di semi per avviare le colture, in gran parte dalla Francia. Del resto, a differenza dei cugini transalpini e di altri paesi, il blocco totale della canapicoltura italiana dagli anni 50, ha portato il “Bel Paese” da secondo produttore mondiale dopo la Russia e con il più alto livello qualitativo di Canapa, al nulla più assoluto.
Poi il giro di boa definitivo per far tornare la tradizionale canapicoltura nelle campagne italiane grazie alla legge 242 del 2016 per la promozione della filiera della Canapa italiana, provvedimento entrato in vigore all’inizio del 2017.
Si sta cercando di recuperare terreno rispetto al passato grazie all’inventiva e ai nuovi utilizzi della pianta, oltre che a formare un nuovo patrimonio sementiero del tutto italiano (praticamente perso nei decenni di stop alla produzione), processo fondamentale dal quale si otterranno frutti, ma solo dopo anni di lavoro.
La sigla dello statuto associativo è avvenuta a Roma alla presenza dei soci fondatori: Call the Dealer – CTD Srls; CBD Collection – Optima Srl; Cbweed Srl; Green Star distribution Srls, Hempire Italia SNC di Elvis Conti & C.; Hempmotive Srl; Il Germoglio S.S. Agr.
Aical Associazione Italiana Cannabis Light
sito web: aical-italia.com
email: info@aical-italia.com
soci@aical-italia.com
L’ennesima associazione quando ce ne sono già troppe e nessuna sufficentemente forte da far sentire la sua voce.